Il cammino vivente, concurante del Female African Forum,  può essere sprone ad un pensiero nuovo, generativo di speranza, una leva attiva per accompagnare un processo convocante teso a sostenere un movimento di bene comune. 

Un sogno, una genialità, una ritrovata fraternità, la dimensione essenziale delle donne “basali” che promuovono sguardi di relazione per la pace attiva. Una fraternità cosmica che parte dalle famiglie e dai diversi territori, dalla complessità delle storie, esperienze e tradizioni presenti nel grande continente Africano. Una prospettiva che richiama l’equilibrio basilare della società universale. “ La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore.” 

È la relazione empatica che si respira nelle comunità che fonda l’atto mediante il quale l’essere umano si costituisce attraverso l’esperienza dell’alterità. Una interconnessione dove alla base c’è l’empatia, il noi, l’amore per la propria struttura familiare allargata al territorio, è il viversi in relazione nel nucleo familiare e nella famiglia sociale. La fantasia e la meraviglia sono una lente preziosa per innescare un cammino di costruzione di una possibilità di vita al suono del fare, un movimento concreto delle donne che raccontano le storie vissute, le ferite della vita trascorsa, un lavoro teso ad una solidarietà dal basso che esorta al superamento di ogni ostacolo e barriera culturale, economica e sociale. 

La piattaforma valorale Basali unisce tutte le donne d’Africa

La piattaforma valoriale Basali, che in lingala (lingua congolese) significa: “Hanno fatto” unisce, racconta, sostiene tutte le donne d’Africa che hanno lasciato concretamente un segno storico nella società dei silenzi, teso a costruire la possibilità di uno sguardo condiviso per la nostra umanità. Una collaborazione tra prospettive diverse che richiama la centralità del limite di un paradigma antropocentrico fondato sul potere come dominio.  Dalle storie, dalle relazioni, dalle emozioni delle donne che oggi ricoprono posizioni di rilievo nella società globale e interconnessa, veloce e sempre in frenetico movimento, emerge l’importanza del tempo. Riprendersi il giusto tempo per ascoltare la complessità del mondo, per meditare la delicatezza di un passaggio storico, per riflettere sul senso più profondo della vita e dell’esistenza. Uno spazio temporale che richiama l’ascolto non giudicante, attento, precondizione per lavorare dal basso nella diplomazia delle culture, via di pace per un noi globale e locale, olistico, capace di coniugare il singolare con il plurale. Come indicato nella lettera enciclica Fratelli Tutti “.

 La vera saggezza presuppone l’incontro con la realtà. Ma oggi tutto si può produrre, dissimulare, modificare. Questo fa sì che l’incontro diretto con i limiti della realtà diventi insopportabile. Di conseguenza, si attua un meccanismo di “selezione” e si crea l’abitudine di separare immediatamente ciò che mi piace da ciò che non mi piace, le cose attraenti da quelle spiacevoli. Con la stessa logica si scelgono le persone con le quali si decide di condividere il mondo. Così le persone o le situazioni che hanno ferito la nostra sensibilità o ci sono risultate sgradite oggi semplicemente vengono eliminate nelle reti virtuali, costruendo un circolo virtuale che ci isola dal mondo in cui viviamo. Il mettersi seduti ad ascoltare l’altro, caratteristico di un incontro umano, è un paradigma di atteggiamento accogliente, di chi supera il narcisismo e accoglie l’altro, gli presta attenzione, gli fa spazio nella propria cerchia. Tuttavia, il mondo di oggi è in maggioranza un mondo sordo.

A volte la velocità del mondo moderno, la frenesia ci impedisce di ascoltare bene quello che dice l’altra persona.” La vera forza dirompente, che ribalta il paradigma del controllo muscolare,  è il perdono reciproco; una decisione personale delicata e difficile con la quale l’essere umano si dispone a lasciare dietro di sé l’odio e la volontà di vendetta, riempiendo il cuore di pace, dando a se stesso l’opportunità di vivere la gioia della vita, di avere davanti a sé una speranza per costruire un futuro di benessere sia personale che della famiglia e delle persone care. “ Possiamo cercare insieme la verità nel dialogo, nella conversazione pacata o nella discussione appassionata.

È un cammino perseverante, fatto anche di silenzi e di sofferenze

È un cammino perseverante, fatto anche di silenzi e di sofferenze, capace di raccogliere con pazienza la vasta esperienza delle persone e dei popoli.” Il perdono, che decidiamo di chiedere o donare, rafforza la nostra natura umana, la sinergia nella comunità, nelle nostre famiglie e in tutte le altre relazioni con l’ambiente culturale. “Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende più palpabile la consapevolezza dell’unità e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra. Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata così la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri.” Tale vocazione è però ancor oggi contrastata e smentita nei fatti, in un mondo caratterizzato da quella “globalizzazione dell’indifferenza” che ci fa lentamente “abituare” alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi.

La famiglia, nucleo della società, nella quale si coltivano i valori e l’amore, è lo spazio ideale nel quale i bambini e i giovani possono conoscere non solo la pace, ma attraverso i loro genitori, il perdono senza limiti verso gli errori o reati commessi o ricevuti dall’altro. In tale sentiero riecheggiano le parole del magistero di Papa Francesco la “verità è una compagna inseparabile della giustizia e della misericordia. Tutte e tre unite, sono essenziali per costruire la pace e, d’altra parte, ciascuna di esse impedisce che le altre siano alterate. La verità non deve, di fatto, condurre alla vendetta, ma piuttosto alla riconciliazione e al perdono. Verità è raccontare alle famiglie distrutte dal dolore quello che è successo ai loro parenti scomparsi. Verità è confessare che cosa è successo ai minori reclutati dagli operatori di violenza. Verità è riconoscere il dolore delle donne vittime di violenza e di abusi. Ogni violenza commessa contro un essere umano è una ferita nella carne dell’umanità; ogni morte violenta ci “diminuisce” come persone. La violenza genera violenza, l’odio genera altro odio, e la morte altra morte. Dobbiamo spezzare questa catena che appare ineluttabile”

È possibile cambiare lo sguardo “andando oltre”, accompagnare una visione feconda e suadente del futuro, positiva, travolgente e riflessiva, capace di intonare cambiamenti di prospettiva, di capovolgerli per incarnare un forte messaggio dal valore culturale: tutti siamo fratelli e membri della famiglia cosmica e quindi tutti artefici del bene comune, protagonisti del poliedro delle diversità, siamo cittadini del mondo con uguali diritti e doveri, sotto la cui ombra tutti godono della giustizia. Scompare, dunque, l’idea di minoranza che porta con sé i semi del tribalismo e delle ostilità. L’ambiente integrale è sguardo di futuro, è cammino di bellezza, è vocazione di servizio, è diaconia di amore che fa contemporaneamente capo al singolo e all’intera collettività. La tutela dell’interesse individuale e dell’interesse collettivo coincidono. 

È possibile cambiare lo sguardo “andando oltre”,
accompagnare una visione feconda e suadente del futuro,

È opportuno favorire nei più giovani prospettive alte, lungimiranti, un respiro di lungo periodo portato avanti dal vento dei nuovi linguaggi della conoscenza capaci di aprire gli occhi sulla verità delle cose. Come indicato nel Documento di Fratellanza Umana “La tutela dei diritti fondamentali dei bambini a crescere in un ambiente familiare, all’alimentazione, all’educazione e all’assistenza è un dovere della famiglia e della società. Tali diritti devono essere garantiti e tutelati, affinché non manchino e non vengano negati a nessun bambino in nessuna parte del mondo. Occorre condannare qualsiasi pratica che violi la dignità dei bambini o i loro diritti. È altresì importante vigilare contro i pericoli a cui essi sono esposti – specialmente nell’ambiente digitale – e considerare come crimine il traffico della loro innocenza e qualsiasi violazione della loro infanzia.”

Il mondo ha bisogno del pensiero Basali, di persone che capiscano e si sentano grate e orgogliose della loro origine, del loro compito e impegno di realizzare famiglie, creare comunità, integrare o popoli ed armonizzare le nazioni per contribuire alla costruzione della nostra casa comune. Una nuova grammatica del dialogo con il mondo deve avere queste caratteristiche: spontaneità, ardore, gratuità, illimitatezza, abnegazione, rispettosità, universalità, pazienza e tempestività. L’incisività del pensiero-azione percepito nella rete delle donne nel mondo porta il continente africano ad essere laboratorio mondiale di vocazione al bene comune per il benessere integrale.

Il mondo ha bisogno del pensiero Basali, di persone
che capiscano e si sentano grate e orgogliose della loro origine

La diplomazia delle culture in tale direzione è palestra di chiarezza, mitezza, fiducia, prudenza e pazienza pedagogica. Il dialogo che si può instaurare nel mondo da questa chiamata costituente è una diaconia dei talenti per l’edificazione del futuro del pianeta. Pregare, riflettere, aprire l’animo ai grandi ideali che cominciano ad annunciarsi davanti a noi, per la pace attiva, la dignità universale, il bene comune di tutte le tradizioni del mondo. La pace è pienezza socio-politica fondata sull’integrale realizzazione della donna in cammino nell’evolversi del tempo. 

È il riscatto della maternità umana da ogni forma di repressione e costrizione, emblema della natura relazionale del dialogo fecondo, segno della presenza rigenerante e benedicente della cultura della vita, dell’ accoglienza, soprattutto per i poveri, i deboli e le periferie del mondo. Una vocazione che ci chiama tutti, da ogni parte del mondo, da ogni cultura, da ogni tradizione a sognare una possibilità di sviluppo integrale della persona umana, di conseguenza ad essere, nella sua esperienza di vita, un operatore e costruttore di pace in questo nuovo paradigma dove operare la trasformazione del mondo, partendo dagli ultimi, da coloro a cui ogni diritto viene negato. Nel pensiero basali splende una solida certezza al di là del sole “È possibile una crescita integrale fondata sulla solidarietà e fraternità nel cuore di tutti gli abitanti della nostra casa comune”