La diaconia del “servire” il bene comune si scontra con l’opposta grammatica del “servirsi” delle debolezze dell’altro al fine di alimentare una logica di controllo e di dipendenza funzionale. I conflitti per la supremazia economica e l’accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale.

C’è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti. Un approccio nuovo che pone al centro l’ascolto delle vocazioni e delle tradizioni, la peculiarità di visioni, la sinfonia delle differenze. E’ il modello del diritto vivente, della diplomazia delle culture che vede nella Terra l’eredità comune, i cui frutti devono andare a beneficio di tutti. 

L’approccio politico umile, autorevole e non autoritario,  per un nuovo processo multilaterale teso alla costruzione del futuro vede le donne come innesco di sinfonia delle diversità. La donna è armonia del mondo.  Nel testo della Meditazione mattutina del 9 febbraio 2017 nella Cappella della Domus Sanctae Marthae è stato ricordato che «Per capire una donna bisogna prima sognarla»: ecco perché la donna è «il grande dono di Dio», capace di «portare armonia nel creato». Tanto che, ha confidato Papa Francesco con un tocco di poetica tenerezza, «a me piace pensare che Dio ha creato la donna perché tutti noi avessimo una madre». È la donna «che ci insegna ad accarezzare, ad amare con tenerezza e che fa del mondo una cosa bella». E se «sfruttare le persone è un crimine di lesa umanità, sfruttare una donna è di più di un reato e un crimine: è distruggere l’armonia che Dio ha voluto dare al mondo, è tornare indietro».

La donna è innesco di una nuovo sguardo della
speranza per la promozione della dignità universale
 

Basali, in lingala (lingua congolese) significa: “Hanno fatto” – “They did” – “Elles ont fait”. Proveniente dall’ispirazione e modifica del nome  “lisabi- la leonessa di lisabi”, nome della storica e celebre attivista Funmilayo Ransome Kuti, “Basali” unisce, racconta, sostiene tutte le donne d’Africa che hanno fatto e lasciato concretamente un segno storico nella società italiana.

Un saper fare per un saper essere, una sinergia edificante che evoca la più alta solidarietà politica, economica e sociale accompagna il primo Female African- Forum per la cooperazione culturale internazionale. Partendo dalle esperienze, tradizioni, culture, sogni delle donne delle varie parti del Continente Africano si può maturare la sapienza del  “Potere come Servizio” al bene comune. Come diceva James Freeman Clarke “A politician thinks of the next election; a statesman of the next generation. A politician looks for the success of his party; a statesman for that of the country”.

Abbiamo bisogno di veri statisti per costruire un nuovo equilibrio geopolitico internazionale fondato sulla dignità universale, sull’uguaglianza formale e sostanziale, sulla solidarietà e sullo sguardo teso al futuro sostenibile del pianeta. 

Le donne possono con umiltà e tenerezza, essere leva per i loro gruppi di riferimento per riscoprire la vocazione dei luoghi oltre i limiti dello spazio e del tempo.  Un cammino vivente, con-vocante, può essere sprone per un paradigma nuovo di pensiero e di azione. Un sogno, una vocazione, una visione non misurabile con le attuali metriche dell’algoritmo tecnocratico, senza muri e senza barriere, dove è pura la sfida per la riscoperta delle energie più profonde dei territori, delle periferie del mondo, tutte interconnesse tra loro. 

Nuove Leader capaci di promuovere un ordinamento giuridico vivente fondato sulla sinfonia delle diversità, un processo di valore costituente che veda la loro autorevolezza come servizio nella costante ricerca di una feconda “interazione dei sistemi naturali con i sistemi sociali” per  innescare una nuova dinamica di lavoro, leva della qualità generale dell’azione politica, manageriale e amministrativa, interpolando le migliori aspettative della sfera pubblica e privata, interna e internazionale.  

Basali, in lingala (lingua congolese) significa:
“Hanno fatto” – “They did” – “Elles ont fait”

Una forma di interpolazione che permette di mettere a sistema le più alte qualità del rapporto tra la terra, l’impresa e la polis come elementi fondamentali per il benessere integrale della nostra casa comune. È necessario recuperare la nozione di interdipendenza e ricostruire il multilateralismo intorno agli ideali di giustizia sociale e responsabilità reciproca tra le nazioni e all’interno di esse. Un movimento di relazione, di empatia generativa, nell’impegno della cura delle interazioni,  delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più ampio. L’approccio ecologico integrale alla lettura della complessità dell’Eurafrica chiede di prestare attenzione alle culture locali nel momento in cui si analizzano questioni legate all’ambiente, facendo dialogare il linguaggio tecnico-scientifico con il sentimento dei popoli.

Una convocazione di talenti per una nuova antropologia della tenerezza, per mettere in armonia tutte le donne “lisabi” di ogni parte dell’Italia e del mondo. Howard Gardner, ricercatore di Harvard, sosteneva che l’intelligenza non fosse un costrutto quantificabile e raggruppabile numericamente, ma è composta da diversi fattori indipendenti tra loro. Si scoprì che la mente poteva essere addestrata all’apprendimento di nuove abilità. Per questo era possibile acquisire nuove capacità grazie alla presenza di diverse forme di intelligenza. Si tratta di diversi domini di abilità specifiche per specifiche funzioni cognitive. Nel libro ‘Frames of the Mind’, la teoria delle Intelligenze multiple porta a riflettere sull’esistenza di diverse forme di intelligenza in aggiunta a quelle già conosciute: linguistica, logico-matematica, spaziale, sociale, introspettiva, corporeo cinestetica, musicale. In tale allargamento di sguardo si radicano le linee maestre del patto educativo globale, ponte tra generazioni, religioni, pubblico e privato, imprenditorialità e managerialità.  

Una nuova intelligenza integrale ispirata dalle donne, muse di un futuro possibile, un servizio alla costruzione della casa comune fondato sul Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato da Papa Francesco e dal Grand Imam Ahmad Al-Tayyib,: «Ci rivolgiamo agli intellettuali, ai filosofi, agli uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e agli uomini di cultura in ogni parte del mondo, affinché riscoprano i valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune, per confermare l’importanza di tali valori come àncora di salvezza per tutti e cercare di diffonderli ovunque». Persegue la collaborazione e il partenariato tra istituzioni educative, artistiche, accademiche, economiche, diplomatiche e religiose a livello globale e planetario, per costruire insieme il grande “patto educativo tra le generazioni” in grado di riflettere e rilanciare stili, valori, idee ed azioni capaci di orientare il bene comune della plurale famiglia umana e della stessa “casa comune”, in ottica multiculturale e interreligiosa. Si consolida la consapevolezza che, per far fronte alle sfide future della complessità del mondo globalizzato e interconnesso, è necessario adottare un approccio di umiltà e tenerezza fondato sullo sguardo delle donne delle varie parti del mondo, che ponga l’accento sulle relazioni inclusive, sulle connessioni transdisciplinari, sulla valorizzazione dell’altro, sulla global education, sull’azione dell’intra-prendere sostenibile, connessa alla sana gestione dell’ambiente, sulla fratellanza come principio di convivenza umana.  

L’Eurafrica chiede di prestare attenzione alle culture locali

Siamo persuasi nell’idea che in questo genius loci sia possibile edificare un messaggio di giustizia, pace e integrità del Creato portato dal soffio delle onde del mare che con il volteggiare impetuoso riportano la dicotomia delle paure e dei sogni, la dolcezza delle possibilità di futuro e l’amarezza della rassegnazione, il limite, la vita e la morte. È lo stesso mare dove è annegata la vita e la speranza di uomini e donne in fuga dall’indigenza,  dove campeggia in ordine sparso il vuoto della rassegnazione dei sopravvissuti, che portano negli occhi la morte dei propri cari e le rughe della disperazione più profonda.  Gli impatti attuali e futuri dei cambiamenti climatici, dalla siccità alle ondate di calore, stanno già amplificando i rischi esistenti, con conseguenze economiche,

sociali e ambientali che si prevede aumenteranno nei prossimi decenni. In questo contesto, l’adozione di politiche complesse di adattamento ecologico integrale è diventata una cruciale esigenza. La sfida trasversale dei cambiamenti climatici richiede una pianificazione strategica basata sulla conoscenza inter e trans disciplinare dei fenomeni, dall’ecologia sociale a quella culturale chiamandoci. Tale prospettiva è determinate per costruire insieme il grande “patto educativo tra le generazioni” in grado di riflettere e rilanciare stili, valori, idee ed azioni capaci di orientare il bene comune della plurale famiglia umana e della stessa “casa comune” che è il creato, in ottica multiculturale e interreligiosa, attraverso «la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio»