Nel cuore del carcere femminile di Rebibbia, il Papa Francesco ha compiuto un gesto di umanità straordinaria celebrando la Messa in Coena Domini del Giovedì Santo. Di fronte a oltre duecento recluse provenienti da diverse parti del mondo e appartenenti a varie fedi, il Pontefice ha offerto un messaggio di perdono e compassione, lavando i piedi a dodici detenute di nazionalità e religioni diverse.

Questo atto, intriso di profondo simbolismo, ha dimostrato la volontà del Papa di avvicinarsi alle persone emarginate e di offrire loro speranza e conforto. In un mondo segnato da divisioni e conflitti, la scelta di celebrare la Messa in un contesto così particolare ha mandato un potente messaggio di inclusione e accoglienza.

Le detenute, provenienti da una vasta gamma di sfondi culturali e sociali, hanno accolto il Papa con entusiasmo e gratitudine, manifestando la loro gioia con applausi e cori di sostegno. Durante l’omelia, Francesco ha sottolineato l’importanza del perdono e della misericordia, ricordando che “Dio perdona sempre” e incoraggiando le persone a non stancarsi mai di chiedere perdono.

Il gesto della Lavanda dei Piedi, ispirato all’esempio di umiltà e servizio di Gesù, ha toccato profondamente le detenute e ha rappresentato un momento di intima condivisione e comunione. Le lacrime, gli abbracci e i sorrisi scambiati tra il Papa e le detenute hanno testimoniato la potenza del gesto di amore e compassione.

In un mondo segnato da divisioni e discriminazioni, il gesto del Papa Francesco a Rebibbia femminile rappresenta un poderoso richiamo alla nostra comune umanità e alla nostra capacità di superare le barriere che ci separano. Incoraggiamo tutti a seguire il suo esempio di amore, perdono e servizio verso gli altri, ricordando che solo attraverso la compassione e la solidarietà possiamo costruire un mondo migliore per tutti.

Lasciando Rebibbia il Papa ha lasciato il dono simbolico di un uovo di Pasqua decorato con la basilica S. Pietro e soprattutto consolato una detenuta in lacrime per le sofferenze della sua detenzione.

Pasqua è anche speranza di una vita nuova nel Risorto.