Inizia oggi il sinodo sulla sinodalità. Tre settimane di cammino costruttivo nel dialogo e nell’ascolto dello Spirito per approdare nel 2024 alla stesura di un documento programmatico. Per la prima volta la partecipazione anche di laici, uomini e donne, ai lavori del Sinodo, con diritto di voto. La novità ha alimentato le critiche degli ambienti “cattolici” ultraconservatori ma è stata favorevolmente accolta dal Popolo di Dio.

S. Francesco d’Assisi è definito uomo cattolico ed apostolico.
La sua itineranza a piedi nudi per le vie del mondo lo resero il fratello di tutti.

Con la sua obbedienza al Papa si distinse da altri riformatori dell’epoca, Questi ultimi, infatti, nella critica polemica alla Chiesa non ottennero esiti di conversione autentica e finirono nell’eresia.

Con il Sinodo sulla sinodalità che parte, non a caso, il giorno della solennità del Poverello di Assisi, la Chiesa vuole offrire alla gerarchia cattolica gli strumenti di discernimento nel servizio del governo.

Nei corsi e ricorsi della storia, anche oggi si levano le voci più critiche contro il pontificato e il processo sinodale. Queste chiacchere con accenti cospiratori rimangono marginali, ma potrebbero avere un certo impatto sulla percezione del Sinodo.

Eppure Papa Francesco nel discorso pronunciato il 17 ottobre 2015, in occasione del cinquantesimo dell’istituzione del Sinodo dei vescovi da parte di S. Paolo VI, ebbe a dire: «Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio». 

Le frange ultraconservatrici nella Chiesa si lasciano impressionare dai lavori del Sinodo tedesco estraneo all’ermeneutica del Sinodo sulla Sinodalità voluto da Papa Francesco

Primo fuoco di sbarramento pubblico contro il Sinodo è stato un ‘congresso internazionale’ tenutosi a Roma il 3 ottobre scorso su un tema evocativo: ‘La Babele sinodale’.

Tra gli oratori c’era il cardinale americano Raymond Burke che si è distinto negli ultimi anni per la l’opposizione mostrata a Papa Francesco. 

Con i suoi “dubia” voleva metttere in discussione l’esortazione apostolica Amoris laetitianel 2016, dopo il Sinodo sulla famiglia.
Incalzò con virulenti critiche, nel 2019, al documento di lavoro del Sinodo sull’Amazzonia, – secondo lui – conteneva “errori”ed “eresie”.

Più recentemente, il cardinale Burke ha firmato la prefazione di un saggio dal titolo molto esplicito, Processo sinodale. Un vaso di Pandora, scritto sotto forma di domande e risposte da due attivisti ultraconservatori, il cileno José Antonio Ureta e il peruviano Julio Loredo de Izcue, finanziato dalla controversa organizzazione TFP, di cui sono sodali.

Il network TFP (acronimo di Tradizione, Famiglia, Proprietà) è stato fondato in Brasile nei primi anni ’60, come scudo contro le presunte influenze del comunismo sulla Chiesa. 
All’inizio si oppose al Concilio Vaticano II, e oggi si mobilita contro il Sinodo.

 “La sinodalità e il suo aggettivo, sinodale, sono diventati slogan dietro i quali è al lavoro una rivoluzione per cambiare radicalmente la comprensione che la Chiesa ha di se stessa, in accordo con un’ideologia contemporanea che nega gran parte di ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato”, condanna così il cardinale americano, che vede il cammino sinodale tedesco come uno spaventapasseri. 
L’opera, ampiamente, fa parte di un’operazione di lobbying per screditare il Sinodo lanciato dal Papa.

Il sentiero sinodale tedesco come spaventapasseri

Il libro pretende spigare che il processo sinodale stia demolendo la Madre Chiesa.
Secondo gli autori, i neomodernisti e le forze di sinistra stanno trionfando nell’attuale Chiesa, accusata di essere sotto il controllo dei teologi della liberazione.

Un discorso con accenti di guerra fredda, fedele alle origini dell’organizzazione che ha autopubblicato l’opera, la potente lobby “Tradizione, famiglia e proprietà”, già messa in discussione per derive settarie.

La rete Tradizione, Famiglia, Proprietà ha mezzi finanziari importanti e una strategia ben collaudata.
Nel 2022, il suo ramo statunitense ha dichiarato da solo più di 17,7 milioni di euro di entrate, secondo il National Catholic Reporter. Questi fondi hanno permesso di tradurre Processo sinodale. Un vaso di Pandorain otto lingue, e di inviarlo massicciamente e gratuitamente a seminaristi, sacerdoti e vescovi.

A fare da cassa di risonanza agli attacchi al Papa sono alcuni vaticanisti in pensione che dispongono di blog.

Tra i più attivi sono riconosciuti Sandro Magister, cassa di risonanza del Cardinale Burke, Marco Tosatti addetto stampa di fatto del controverso Mons. Carlo Maria Viganò e Aldo Maria Valli,  benché ancora nel 2008 scrisse il saggio “Difendere il Concilio”.

Ancora dubbi?

Fedeli alla linea, cinque Cardinali hanno rivolto in due occasioni richieste di chiarimenti dottrinali a Papa Francesco, in luglio e poi in agosto, legate sempre al Sinodo sulla sinodalità.

La Santa Sede, attraverso il Dicastero per la Dottrina della Fede, ha pubblicato, lunedì 2 ottobre, la risposta di Papa Francesco.

I cardinali Robert Sarah (78 anni) , Raymond Burke (75 anni), Walter Brandmüller (94 anni), Juan Sandoval Íñiguez (90 anni) e Joseph Zen (90 anni), hanno chiesto al Papa “un chiarimento” su alcuni punti: le evoluzioni dottrinali in funzione della cultura e dell’epoca, l’ordinazione delle donne, la benedizione delle coppie omosessuali, l’assoluzione sacramentale e la sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa cattolica.

“Dimostrate una certa forma di sinodalità”

Su quest’ultimo punto, la risposta di papa Francesco è senza appello.

«Anche se riconoscete che l’autorità suprema e completa della Chiesa è esercitata (…) dal Papa (…) con questi dubia, voi stessi dimostrate il vostro bisogno di dare liberamente il vostro parere e di collaborare, e quindi rivendicate una qualche forma di “sinodalità” nell’esercizio del mio ministero”, scrive Francesco in un documento datato 25 settembre, insistendo sul carattere “essenziale”della sinodalità nella vita ecclesiale».

Di fronte ai cardinali che si preoccupano che la dottrina cattolica possa evolvere con l’aria dei tempi, il Papa ne riafferma il carattere ‘immutabile’‘obbligatorio’. Tuttavia, «i cambiamenti culturali e le nuove sfide storiche (…) possono spingerci a rendere più espliciti alcuni aspetti della sua ricchezza traboccante… È inevitabile che ciò possa portare a una migliore espressione di certe affermazioni del Magistero», ritiene il pontefice.

Verso una benedizione ad hocper le coppie omosessuali?

Continuando le sue risposte, Papa Francesco aggiunge, a proposito della benedizione delle coppie omosessuali – rivendicata in particolare dal cammino sinodale tedesco – che la Chiesa riconosce solo il matrimonio tra un uomo e una donna e che «la Chiesa evita qualsiasi tipo di rito che potrebbe contraddire questa convinzione» pur indicando che «la carità pastorale non deve mancare». 

In tal modo, il Papa invita a cercare alcune benedizioni che potrebbero rientrare in questo quadro: «La prudenza pastorale deve discernere adeguatamente se esistono forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettono una falsa concezione del matrimonio».

Mentre i cardinali sollevavano anche un dubbio sul sacramento della penitenza e della riconciliazione, in particolare sul pentimento, il Papa rivolge loro una risposta piuttosto secca.

 «Il pentimento è necessario per la validità dell’assoluzione sacramentale e implica l’intenzione di non peccare.Ma qui non c’è matematica e devo ricordare ancora una volta che il confessionale non è un ufficio doganale. Non siamo padroni, ma umili amministratori dei sacramenti».

Un calendario che non deve nulla al caso

Questa responsa ad dubiaè arrivata appena poche ore dopo che i cardinali hanno rivelato l’esistenza di domande inviate al Vaticano nel mese di luglio, e solo due giorni prima dell’apertura del Sinodo sulla sinodalità, i cui dibattiti iniziano oggi.

In una lettera ai fedeli, questi cardinali giustificavano la rivelazione di questi dubia con la “gravità” degli elementi che avrebbero sollevato.

«Riteniamo che sia nostro dovere informarvi, fedeli, affinché non siate soggetti a confusione, errore e scoraggiamento, ma piuttosto affinché possiate pregare per la Chiesa universale e, in particolare, per il pontefice romano», scrivevano i cardinali, “preoccupati” per «diverse dichiarazioni di prelati di alto rango, relative al prossimo Sinodo dei vescovi, apertamente contrarie alla costante dottrina e disciplina della Chiesa».

Interrogato dal National Catholic Register, il cardinale Burke, tra i firmatari di questi “voci”, ha chiarito che questa iniziativa non era destinata a “prendere posizione contro Papa Francesco”.

«Sarebbe un gran peccato se il dibattito si concentrasse sulla persona del Papa invece delle più gravi questioni dottrinali e disciplinari poste dall’imminente sessione del Sinodo dei Vescovi».

Papa Francesco, ripreso dal documento della Commissione Teologica Internazionale (cf. n. 3)  citò un Padre della Chiesa come Giovanni Crisostomo: «Chiesa è nome che sta per sinodo», e cioè per cammino fatto insieme, essendo “sinodo” parola greca composta dalla proposizione sýn, che significa “con”, e dal sostantivo hodós, che significa “via”». 

Gli apostoli furono in origine chiamati proprio «discepoli della Via» – che è Gesù stesso –.

Chi si allontana da questa consapevolezza, si allontana dal cristianesimo stesso.

Nel frattempo, coma ha dichiarato il dott. Paolo Ruffini, a capo del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede,« le congregazioni generali avvengono secondo il metodo della conversazione nello Spirito, dove ciò che conta non è l’intervento di uno o dell’altro, ma il formarsi di un pensiero comune». 

Con l’Assemblea si è ancora in una fase di discernimento, una fase aperta a ulteriori passaggi e solo nel 2024 si arriverà alle conclusioni. 

L’invito finale al mondo della comunicazione è quello di riuscire a partecipare al popolo di Dio e a tutti gli uomini e le donne del nostro tempo la novità della strada intrapresa dalla Chiesa e il significato autentico di quest’Assemblea che vuol essere “un momento di discernimento comune nella fede, nella comunione, nella preghiera, nel silenzio e nell’ascolto».