L’arcivescovo di Mosul chiede un’indagine internazionale sull’incendio di Hamdaniya e mette in dubbio i risultati dell’indagine locale.

Aumenta l’ipotesi che l’incendio di Hamdaniya, possa essere intenzionale.

Fonti attendibili non hanno dubbi sul carattere doloso.
L’arcivescovo di Mosul e arcieparca per i siriaci cattolici, Benedict Qusay Mubarak Abdullah (Younan) Hano, ha definito “vergognose” le conclusioni dell’indagine annunciata dal Ministero dell’Interno federale sull’incendio nella sala “Al-Heitham” di Hamdaniya, mettendo in dubbio le azioni intraprese dalle autorità governative che hanno portato all’esonero di alcuni dirigenti di uffici governativi locali in seguito all’incendio che ha causato molte vittime durante un matrimonio.

Il vescovo Hano ha dichiarato in una conferenza stampa domenica sera che “ci sono cose irrazionali in questa indagine. Gli esoneri hanno coinvolto solo i dirigenti degli uffici a Hamdaniya, come se fossero gli unici corrotti”.

Le notizie provenienti da Hamdaniya indicano che la maggior parte dei dipendenti pubblici sono membri della comunità cristiana e di altre minoranze. 

Fonti autorevoli confermano che “alcune fazioni armate vicine alla Chiesa cattolica temono che l’incendio possa essere utilizzato come pretesto per saldare i conti e destituire funzionari locali cristiani a favore dei loro avversari di altre fedi e minoranze”.

Le dichiarazioni del vescovo Hano sembrano confermare questa preoccupazione, specialmente quando ha fatto riferimento alle decisioni di esonero del governo, dicendo: “Sono inaccettabili fin dall’inizio e non mostrano alcuna professionalità, non hanno identificato il vero colpevole”.

L’arcieparca Hano ha anche accennato alla possibilità di “un aumento delle pressioni sui cristiani e delle epurazioni politiche”.

Hano ha chiesto un’indagine internazionale basata su fatti e una strategia chiara.

Ha dichiarato: “Siamo favorevoli allo sradicamento di qualsiasi dirigente corrotto con prove e documenti, ma concediamo alle autorità 24 ore per ritirare questa decisione e prendere seriamente in considerazione la situazione”.

L’arcieparca ha anche affermato che “i cittadini si aspettavano che si arrivasse a questi esiti, ed è vergognoso che i cittadini conoscano i risultati prima dello Stato. Tutti hanno detto che questa questione diventerà simile all’incidente della nave traghetto e di altri disastri”, facendo riferimento all’incidente del traghetto a Mosul nel marzo 2019, che ha causato la morte di 120 persone, tra donne, uomini e bambini.

Hano ha minacciato di “prendere ulteriori provvedimenti” e ha aggiunto:”non resteremo in silenzio su ciò che è accaduto e difenderemo i nostri figli che hanno assunto posizioni di responsabilità nello Stato”.

La commissione d’indagine istituita dalle autorità federali ha raccomandato la rimozione del governatore di Hamdaniya, del sindaco, del direttore del turismo nella provincia di Ninive, del direttore dell’energia elettrica di Hamdaniya, del direttore della protezione antincendio e della sicurezza nella direzione della protezione civile di Ninive, oltre all’invio del direttore della protezione civile della provincia a una commissione specializzata e alla costituzione di un consiglio d’indagine nei suoi confronti.

L’incendio nella sala “Al-Heitham” per i matrimoni ha causato la morte di 113 persone, di cui 41 sono ancora sconosciute e ha ferito circa 75 altre, secondo l’ultima statistica rilasciata dal Dipartimento della Salute di Ninive lunedì scorso.

Il Patriarca caldeo d’Iraq, Louis Sako, ha accusato esplicitamente il blocco “Babylon”, guidato da Ryan Al-Kalda, di essere coinvolto nell’incidente.

L’autorità del Patriarca aumenta il peso delle sue dichiarazioni nelle quali l’incendio è definito un “incidente provocato”.