AFRICA: Il Niger ha ufficialmente revocato l’accordo di difesa con gli Stati Uniti, segnando un ulteriore passo nella sua distanza dalla collaborazione con alcuni partner occidentali, preferendo un avvicinamento alla Russia. Questa decisione evidenzia una geopolitica in evoluzione nel Sahel, con implicazioni significative per la stabilità regionale e le dinamiche globali di sicurezza. Mentre Washington si trova a dover fare i conti con la perdita di un importante alleato strategico, si apre per l’Italia un’opportunità senza precedenti nel consolidare la propria presenza e influenza nella regione.
Il Niger, con una presa di posizione ufficiale, ha cancellato l’accordo di difesa con gli Stati Uniti, segnalando una deviazione dalla sua precedente posizione di collaborazione con alcune nazioni occidentali. Questo spostamento verso la Russia ha sottolineato un cambiamento di rotta significativo, poiché il Niger gioca un ruolo cruciale nella stabilità del Sahel. La collaborazione con gli Stati Uniti comprendeva un contingente di circa mille uomini nel Paese, di cui 650 erano contractors dipendenti di società private ingaggiate dal Pentagono. Questo accordo includeva anche la gestione di una base per droni ad Agadez, vitale per le operazioni di sorveglianza delle zone colpite dalle guerriglie ispirate al jihadismo.
L’annuncio della revoca dell’accordo di difesa solleva interrogativi sul futuro immediato del contingente statunitense nel Paese. Fino a due giorni fa non era chiaro se il contingente avrebbe ricevuto un ordine di partenza immediata.
Al contrario, l’Italia mantiene la sua presenza in Niger con una missione d’addestramento e supporto alle forze locali. Circa 600 elementi italiani sono presenti nel Paese, con un centro operativo a Niamey. Nonostante il colpo di Stato che ha portato al potere la giunta militare, le autorità nigerine non hanno espresso ostracismo o critiche nei confronti dell’Italia.
Il governo italiano, se intende dare concretezza al “Piano Mattei” per l’Africa, ha ora un’opportunità unica di espandere il proprio ruolo nel Sahel. Il Niger rappresenta un pilastro della stabilità nella regione: il crollo del Paese potrebbe rendere impossibile controllare i flussi migratori e contrastare l’insurrezione jihadista..
Nonostante il colpo di Stato, l’Italia ha mantenuto il suo contingente militare in Niger, impegnato nell’addestramento delle forze locali. Le autorità nigerine hanno dichiarato che considerano questa presenza italiana importante e sarebbero favorevoli ad aumentare l’addestramento, se possibile su una scala più ampia.
Anche gli Stati Uniti, in modo riservato, sembrano sostenere un maggiore coinvolgimento italiano nel Sahel. Mentre la Casa Bianca ha gestito il colpo di Stato nigerino con una linea di realpolitik, mantenendo le due basi da cui decollano i droni per la sorveglianza dell’Africa, il suo ritiro dal Niger offrirebbe all’Italia un’opportunità unica di rafforzare la sua influenza nella regione.
Tuttavia, ci sono sfide significative da affrontare. La Francia, ad esempio, ha ritirato le sue truppe dal Niger in risposta al colpo di Stato, e il contrasto con i golpisti nigerini appare insanabile. Tuttavia, Parigi dipende pesantemente dall’uranio nigerino per le sue centrali nucleari, il che potrebbe spingere il governo francese a considerare l’Italia come un partner necessario per garantire la sicurezza delle sue forniture.
In conclusione, l’Italia ha ora l’opportunità di emergere come un attore chiave nel Sahel, contribuendo alla stabilità della regione e promuovendo i suoi interessi nazionali. Questo richiederà un impegno diplomatico, economico e militare significativo, ma i potenziali benefici in termini di sicurezza regionale e influenza geopolitica valgono sicuramente lo sforzo.