APPROFONDIMENTI: In un mondo sempre più minacciato da conflitti, da crisi sociali, climatiche e ambientali, la diplomazia culturale è fondamentale per promuovere la pace, la stabilità e la cooperazione. Il dialogo, la comprensione, la diffusione della capacità di ascolto, di empatia, la conoscenza delle tradizioni e culture popolari si inseriscono nel sentiero di promuovere una specifica competenza: la lettura ragionata della complessità

L’ascolto dell’ambiente integrale, delle voci polifoniche provenienti dalle diverse latitudini,  dei silenzi imposti dai regimi locali dei quali è fondamentale conoscere i fenomeni oltre le narrazioni ufficiali dei media. Come indicato nella relazione del Presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati Personali del 2022 è importante riflettere sul potere dell’innovazione che si muove nella solitudine digitale “ Se confondiamo la persona con la sua immagine, se non interveniamo sul male che si compie, ma lo filmiamo, rinunciamo a cogliere, della tecnica, le sue straordinarie potenzialità inclusive e ci condanniamo a un’inconsapevole solitudine digitale, celata da una malintesa idea di connessione totale”. Un’osservazione che spazia dai dati presenti nelle banche occidentali, interoperabili e sicure, a grandi dati presenti nelle altre longitudini del mondo, viventi nelle consuetudini non codificate e non processabili dalle intelligenze artificiali attualmente accessibili. 

Tutto ciò necessita di una coscienza critica tra gli adolescenti, soft skills per l’orientamento alla vita, una nuova capacità predittiva di intus legere, un modello di intelligenza collettiva cooperante come strumento di servizio al pensiero, modello vivente di diplomazia della cultura, elemento essenziale per essere protagonisti del proprio futuro. Una leva per non cadere nella trappola dell’ “autismo informativo e relazionale cui, paradossalmente, ci costringe la rete, relegandoci in filter bubbles alimentate dei soli contenuti ritenuti affini al proprio profilo di utente stilato, con il pedinamento digitale, dall’ “algoritmo”.

La Diplomazia culturale è un modello sofisticato e raffinato che si fonda sullo stato di natura cogente: l’interdipendenza. In ambito educativo si fonda su tre pilastri operativi presenti nel proemio della Costituzione Apostolica «Veritatis gaudium» di Papa Francesco:

  • dialogo a tutto campo: non come mero atteggiamento tattico, ma come esigenza intrinseca per fare esperienza comunitaria della gioia della Verità e per approfondirne il significato e le implicazioni pratiche.
  • l’inter- e la trans-disciplinarietà esercitate con sapienza e creatività. Una capacità di saper leggere la complessità come opportunità con la riscoperta del principio dell’interdisciplinarietà non tanto nella sua forma “debole” di semplice multidisciplinarità che favorisce una migliore comprensione da più punti di vista di un oggetto di studio quanto piuttosto nella sua forma “forte” di transdisciplinarità, come collocazione e fermentazione di tutti i saperi entro lo spazio della cultura vivente.
  • necessità urgente di “fare rete” come fermento di unità nella diversità e di comunione nella libertà, una sinfonia delle diversità che esige per sé e propizia “la polarità tensionale tra il particolare e l’universale, tra l’uno e il multiplo, tra il semplice e il complesso”. Nella perfetta osservanza del magistero il modello di riferimento e di risoluzione dei problemi “non è la sfera dove ogni punto è equidistante dal centro e non vi sono differenze tra un punto e l’altro”, ma è “il poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità”

L’approccio ecologico integrale alla lettura della complessità, chiede di prestare attenzione alle culture locali nel momento in cui si analizzano questioni legate all’ambiente, facendo dialogare il linguaggio tecnico-scientifico con il linguaggio popolare. È l’approccio vivente della diplomazia delle relazioni, una cultura non solo intesa come bellezze del passato, ma specialmente nell’interazione con il presente, dinamico e partecipativo, teso alla co-costruzione del futuro possibile, sguardi prospettici in cui si ripensa la relazione dell’essere umano con l’ambiente. Sollecitati dalla Laudate Deum a ripensare l’uso del potere anche mediate un multilateralismo dal basso dobbiamo ritenere utile estendere la proposta per gli adolescenti sull’umiltà e sulla governance per il bene comune, già postulata nella Laudato Si’ e quindi ribadita dalla Fratelli tutti, una vera proposta di politica per un futuro ecologico-integrale. Con particolare riferimento alle attività rivolte alla vita pubblica delle comunità umane, il percorso vuole contribuire allo sviluppo di uno sguardo sulla complessità, sulla diplomazia delle culture, sulle chiavi culturali per la pace attiva, sulle interconnessioni tra fenomeni ecologici, economici, sociali, culturali. 

In particolare, si vuole co-costruire una visione utile per affrontare le sfide politiche inedite ed epocali del nostro tempo: transizione ecologica, transizione digitale, crisi energetica e sociale, rapporto tra migrazioni e uguaglianza-solidarietà per la dignità ontologica, uso efficiente e circolare di risorse limitate, disuguaglianze e sinfonia della diversità, partecipazione alla vita pubblica e alle scelte collettive, cultura della pace attiva e collaborazione reciproca per il bene comune. 

Si promuovono quindi skills specialistiche, capacità di analisi autopoietiche, capaci di regolarsi, rigenerarsi e reinventarsi, in ragione di un grande apparato sociale diffuso di cooperazione permanente, aperto al contagio delle idee, dei modelli e degli strumenti di crescita per il bene comune. In tale ambito, è necessario immaginare una nuova base valoriale di competenze per la diplomazia culturale, esplorando nuovi concetti applicabili e sofisticati, profondamente innovativi, radicati nel paradigma dell’ecologia integrale e della fratellanza umana. In tale sguardo di armonia istituzionale è opportuno procedere verso l’Open Diplomacy, una diplomazia nuova per il mondo che cambia, per cogliere le sfide offerte dalla costruzione della nostra cosa comune in un clima di sinfonia delle diversità e feconda condivisione, nella certezza di poter avviare una riflessione complessa di reciproca conoscenza.Il semplice scambio di idee, valori, tradizioni e altri aspetti della cultura o dell’identità, per rafforzare le relazioni, migliorare la cooperazione, promuovere interessi, non sono più sufficienti a garantire l’impegno comune per la pace e l’azione condivisa verso le sfide climatiche, ambientali e sociali. L’innesco di tale strategica attività culturale può concretamente contribuire alla costruzione di una comunità di saperi, una comunità delle competenze e di pratiche che formi specialisti capaci di saper interagire con gli altri, generando nuove competenze per prendersi cura del futuro, per essere generativi nel pensiero e nell’azione. Costruire ponti, avviare processi di autentica cura della casa comune. Come indicato nel Documento sulla Fratellanza Umana “Il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza, dell’accettazione dell’altro e della convivenza tra gli esseri umani contribuirebbero notevolmente a ridurre molti problemi economici, sociali, politici e ambientali che assediano grande parte del genere umano”. Sembra necessario promuovere tra le ragazze e ragazzi, nativi mediterranei,  un metodo di lavoro sinodale e condiviso dove è vivente la tutela integrale degli ultimi, una Dignitas infinita, inalienabilmente fondata nel suo stesso essere,  che spetta a ciascuna persona umana, al di là di ogni circostanza e in qualunque stato o situazione si trovi. Una leva di promozione integrale della diritti e dei doveri radicata nelle menti della politica con la P maiuscolaper formare statisti del bene comune, che possano vedere il potere come servizio integrale, nell’autentica diaconia istituzionale. Un lavoro che deve mettere al centro anche un’altra lettera maiuscola, la U di umiltà, per offrire una bussola di orientamento in grado di muoversi con rispetto, stima, gratitudine, cortesia, modestia e senso del noi. Accompagnare e orientare i giovani nella transizione verso il nuovo paradigma dell’ecologia integrale insieme al desiderio di cura per un futuro condiviso di pace e bene.

Partire dal rapporto tra cultura della conoscenza e autentica intelligenza pone l’importanza del patto educativo globale.  In tale sentiero è possibile  riflettere se il lavoro, la sicurezza, il bene ambientale, l’educazione civica, l’etica istituzionale, la ridistribuzione equa della risorse, la meritocrazia, la valorizzazione dei talenti, la cura e la salvaguardia del pianeta siano considerabili in un “Paradigma Misurabile” di Cura, terreno ferite di un incontro diplomatico tra culture ispirato alla condivisione delle complessità e tensioni di sviluppo integrale dell’umanità. Occorrerebbe immaginare una nuova diplomazia culturale riferita ai seguenti valori:

Cura integrale della casa comune:

  • Rispetto per l’ambiente – Promuovere la sostenibilità ambientale e la lotta contro il cambiamento climatico oltre l’orizzonte tecnocratico.
  • Giustizia sociale –  Affrontare le disuguaglianze e le diverse povertà, valoriali ed economiche,  diversamente collocate nel planisfero geopolitico,  analizzate nella valutazione poliedrica dell’interconnessione tesa ad offrire speranze concrete di futuro degno dell’uomo.
  • Sviluppo integrale – Promuovere uno sviluppo umano fondato sulla dignità infinita che integri la cura dell’ambiente con la giustizia sociale e la pace.

Fraternità e solidarietà:

  • Accoglienza e inclusione – In mondo interconnesso cambia il concetto di limite e di confine. L’idea di costruire una nuova casa comune, che è il nostro pianeta, impone la promozione una cultura della reciproca accoglienza verso chi si sposta da un continente ad un altro valutando come opportunità strategica il fenomeno della migrazione, considerando la possibilità di una collaborazione tra culture, tutelando i rifugiati e gli emarginati, i bambini e gli anziani di ogni parte del mondo.
  • Dialogo interreligioso – Nel sentiero tracciato dal Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune promuovere la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio
  • Cooperazione internazionale d’accompagnamento – Promuovere la collaborazione culturale tra le differenze continentali, per affrontare le sfide globali in una nuova sinfonia delle diversità, co-costruendo dal basso una rete internazionale per il benessere integrale, intergenerazionale e interclassista, una nuova governance per il bene comune, capace di formare nuovi statisti in ogni parte del mondo, tessitori di open diplomacy, nel sentiero di accompagnare l’armonia delle relazioni con le ambasciate dei vari Stati del mondo, con le università le istituzioni governative, le realtà imprenditoriali e manageriali, i movimenti culturali delle religioni e dei popoli

Dignità umana:

  • Rispetto per la vita e la persona –  Promuovere la cultura della vita e il rispetto dei diritti umani in ogni angolo del mondo. Il concetto di persona implica sempre relazione, non individualismo, afferma l’inclusione e non l’esclusione, la dignità unica e inviolabile e non lo sfruttamento
  • Non violenza e pace attiva – Promuovere attivamente la risoluzione pacifica dei conflitti con un metodo di azione culturale incisiva. Ogni persona umana è un fine in sé stessa, mai semplicemente uno strumento da apprezzare solo per la sua utilità, ed è creata per vivere insieme nella famiglia, nella comunità, nella società, dove tutti i membri sono uguali in dignità. È da tale dignità che derivano le precondizioni per la non violenza e la pace attiva come pure i doveri, che richiamano i doveri di solidarietà con la responsabilità inderogabile di accogliere e soccorrere i poveri, i malati, gli emarginati, ogni nostro prossimo, vicino o lontano nel tempo e nello spazio.
  • Educazione alla fratellanza – Educare le nuove generazioni al rispetto della dignità umana e dei diritti umani. Ogni aspetto della vita sociale, politica ed economica trova il suo compimento quando si pone al servizio del bene comune, ossia dell’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente. Pertanto, i nostri piani e sforzi devono sempre tenere conto degli effetti sull’intera famiglia umana, ponderando le conseguenze per il momento presenti e per le generazioni future

Cura del dialogo e dell’incontro:

  • Ascolto reciproco – Promuovere l’ascolto reciproco e l’empatia per comprendere le diverse culture e religioni. Nessuno si salva da solo e nessuno Stato nazionale isolato può assicurare il bene comune della propria popolazione.
  • Rispetto per le differenze – Valorizzare le diversità culturali e religiose come una ricchezza per l’umanità. La sinfonia delle differenze come cura mediante la solidarietà. Una solidarietà che esprime concretamente la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti.
  • Ricerca di un terreno comune: Individuare i valori condivisi per costruire ponti di dialogo e di collaborazione. Nuove grammatiche relazionali capaci di indossare nuove lenti di osservazione che aiutano a vedere l’altro – sia come persona sia, in senso lato, come popolo o nazione – non come un dato statistico, o un mezzo da sfruttare e poi scartare quando non più utile, ma come nostro prossimo, compagno di strada con cui costruire benessere integrale nel “paradigma del Noi”

Enfasi sulla bellezza e la cultura:

  • Promozione della cultura – Promuovere la via pulchritudinis come itinerario privilegiato per raggiungere molti di coloro che hanno grandi difficoltà a ricevere accesso alla chiavi culturali, innescando un raffinato strumento di sviluppo umano e di coesione sociale.
  • Valorizzazione del patrimonio culturale – Proteggere e valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale. La via della bellezza, a partire dall’esperienza semplicissima dell’incontro con l’altro che suscita stupore, può aprire la strada della ricerca di una promozione integrale delle diverse tradizioni nel mondo.
  • Arte e musica per la pace – Usare l’arte e la musica per promuovere la pace e la comprensione interculturale. La cultura del dialogo come via diventa bussola dei principi sociali, necessaria per promuovere l’autentica cura, ispirata alla fratellanza, al rispetto reciproco, alla solidarietà e all’osservanza del diritto internazionale. 

Questi sono solo alcuni dei valori che potrebbero ispirare una nuova diplomazia culturale in grado di alimentare la comprensione interculturale e interreligiosa e di promuovere la riconciliazione su basi valoriali nuove mettendo in alleanza i giovani con i senior. Un cammino diplomatico che riconoscendo la dignità di ogni persona umana, può far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. Come afferma Papa Francesco nella Lettera Enciclica Fratelli Tutti sulla Fraternità e Amicizia Sociale “Ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato . C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme!  Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!

In un tempo dominato dalla cultura dello scarto, di fronte all’acuirsi delle disuguaglianze all’interno delle Nazioni e fra di esse, Il Santo Padre invita i responsabili delle Organizzazioni internazionali e dei Governi, del mondo economico e di quello scientifico, della comunicazione sociale e delle istituzioni educative a prendere in mano questa “bussola” dei principi sopra ricordati, per imprimere una rotta comune al processo di globalizzazione, «una rotta veramente umana». Questa, infatti, consentirebbe di apprezzare il valore e la dignità di ogni persona, di agire insieme e in solidarietà per il bene comune, sollevando quanti soffrono dalla povertà, dalla malattia, dalla schiavitù, dalla discriminazione e dai conflitti.”