Il longtermismo, l’idea di prendere decisioni politiche ed etiche considerando l’impatto che avranno sulle generazioni future, sta guadagnando terreno come filosofia di riferimento in vari settori, dalla ricerca scientifica alla governance globale. Con la recente rielezione di Donald Trump e la sua sintonia sempre più marcata con Elon Musk, si apre uno scenario interessante, ma potenzialmente ambiguo, per lo sviluppo del longtermismo. Trump e Musk, ciascuno con la propria visione del futuro, potrebbero infatti dare impulso a una visione longtermista caratterizzata da innovazione audace, ma anche da rischi globali considerevoli.
Il longtermismo è radicato nel principio secondo cui le generazioni future meritano attenzione morale e decisioni consapevoli da parte nostra, perché anche le vite lontane nel tempo hanno valore. Non è dunque sorprendente che una figura come Musk – con la sua visione dello spazio come futura dimora dell’umanità e il suo impegno nello sviluppo dell’intelligenza artificiale – si interessi al longtermismo. Musk, attraverso Tesla, SpaceX e Neuralink, ha promosso soluzioni tecnologiche che mirano a risolvere problemi immediati, come la dipendenza dai combustibili fossili, ma si rivolgono anche a un orizzonte più ampio, per salvaguardare l’umanità da potenziali catastrofi.
D’altro canto, l’approccio di Trump, con la sua retorica incentrata sul primato statunitense, sembra risuonare con l’ambizione longtermista di mantenere la leadership tecnologica globale e proteggere la nazione da rischi esistenziali come le pandemie o i conflitti nucleari. Con Musk come alleato, Trump potrebbe essere tentato di investire ulteriormente in tecnologie avveniristiche per salvaguardare la supremazia americana nel lungo periodo, creando una collaborazione senza precedenti tra governo e settore privato per sviluppare piani di espansione nello spazio e di difesa avanzata.
Tuttavia, questa possibile “alleanza longtermista” porta con sé una serie di pericoli. Per quanto il longtermismo si prefigga di preservare e migliorare il futuro dell’umanità, i critici mettono in guardia contro un approccio che, focalizzandosi su progetti tecnologici e spaziali, possa trascurare le questioni urgenti e immediate. Per esempio, investire risorse e priorità politiche nella colonizzazione di Marte potrebbe allontanare fondi e attenzione dalle attuali sfide terrestri, come il cambiamento climatico, le disuguaglianze economiche e le emergenze sanitarie globali. Un longtermismo condotto in modo avventato rischia di trasformarsi in una corsa a inseguire un futuro ipotetico, senza rispondere alle esigenze pressanti di milioni di persone oggi.
Inoltre, c’è una questione di governance globale. La visione del longtermismo di Musk si accompagna a una mentalità fortemente privatistica, in cui gli avanzamenti tecnologici sono perlopiù nelle mani di aziende private come SpaceX o Neuralink. Anche Trump, con il suo approccio America First, può contribuire a far sì che i benefici delle nuove tecnologie rimangano concentrati negli Stati Uniti, alimentando le disuguaglianze a livello internazionale.
Infine, non si può ignorare la dimensione del rischio tecnologico. I progressi nell’intelligenza artificiale, una delle aree di interesse di Musk, sollevano dilemmi etici: l’uso incontrollato o improprio dell’IA potrebbe portare a conseguenze devastanti per l’umanità, che vanno dall’aumento del controllo governativo sugli individui fino alla perdita di posti di lavoro. Anche Trump ha accennato più volte a una regolamentazione della tecnologia a favore della sicurezza nazionale, ma una visione longtermista rischia di concentrarsi troppo sulla preservazione del potere statunitense, piuttosto che sulle sfide che l’umanità intera dovrà affrontare.
Un longtermismo serio richiede una visione globale e collettiva, aperta a nuove forme di cooperazione internazionale. Se l’alleanza tra Trump e Musk porterà davvero a un’evoluzione concreta del longtermismo, sarà necessario vigilare affinché questa visione non sia utilizzata per sostenere interessi limitati e nazionalistici, ma per generare un reale benessere per le generazioni a venire.
….con tutti i problemi reali e concreti e terribilmente attuali dell’umanità e del pianeta parlare di longtermismo è evasione , è colpevole fuga dalla realtà, è cecità di fronte alla realtà …..