Intelligenza artificiale a scuola
I nostri giovani stanno crescendo in un contesto mai sperimentato dalla nostra specie, soprattutto per effetto della comparsa di tecnologie che stanno modificando profondamente il nostro modo di interagire con gli altri, di acquisire informazioni, di produrre beni e servizi o di trascorrere il tempo libero. In altri termini, alle attuali tecnologie abbiamo delegato il potere di modificare in profondità i paradigmi economici, sociali e culturali creati dalle generazioni precedenti.
Da circa un anno ha fatto la sua comparsa sulla scena digitale l’Intelligenza artificiale generativa. Si tratta di sistemi – per il momento gratuiti e a disposizione di tutti – in grado di comporre poesie, creare ricette e nuovi farmaci, scrivere codici informatici, analizzare dati medici, creare immagini e sinfonie.
La capacità di queste macchine di riprodurre sia le capacità tipicamente umane, sia abilità tipiche di altre specie viventi, potrebbe amplificare notevolmente le nostre potenzialità individuali e collettive, ma potrebbe anche esporci a rischi esistenziali.
Non a caso il Papa – in occasione della Giornata mondiale della pace – ha invitato tutti a “un dialogo aperto sul significato di queste nuove tecnologie, dotate di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti”.
L’attenzione del Papa verso questa tecnologia dipende anche dalla sua capacità di innescare una vera e propria rivoluzione in campo economico, sociale e addirittura antropologico. In campo economico l’intelligenza artificiale ha già segnato il punto d’inizio della “Quarta rivoluzione industriale”, un sistema di produzione di beni e servizi basato su un nuovo paradigma economico nel quale la risorsa più preziosa è la conoscenza. Questa mutazione è la più ampia, veloce e onnicomprensiva di qualsiasi altra trasformazione che l’umanità abbia mai sperimentato, con conseguenze rivoluzionarie in ambito lavorativo e educativo.
In campo educativo, ad esempio, l’intelligenza artificiale generativa potrebbe costituire un valido ausilio all’insegnamento, sia per accrescere e velocizzare l’apprendimento, sia per realizzare lo sviluppo integrale della persona. Infatti, un aspetto interessante di queste tecnologie applicate all’educazione è che si potrebbero progettare sistemi per stimolare un apprendimento che riguardi anche i valori e le qualità più profonde che orientano la vita; si potrebbe superare, cioè, la formazione di superficie, a favore del recupero del significato storico dell’educazione come accompagnamento allo sviluppo integrale della persona.
Tuttavia, anche l’uso dell’intelligenza artificiale in campo educativo può comportare dei rischi. Le scuole che volessero usare queste tecnologie come ausilio didattico dovrebbero avviare una seria riflessione sugli effetti di questa decisione e adottare misure per mitigarne i rischi, ad esempio, dovrebbero formare docenti, bambini e genitori sul corretto uso di queste tecnologie; realizzare filtri di contenuto per impedire l’accesso a materiale inappropriato o dannoso; immaginare strumenti di valutazione dell’efficacia di questi ausili.
Per cercare di comprendere quale potrebbe essere l’impatto di questa tecnologia sull’insegnamento si pensi ad esempio al fatto che queste macchine sono in grado di “parlare” e già oggi lo fanno in modo spesso indistinguibile da un essere vivente, soprattutto per i bambini. Riconoscere questo semplice dato di fatto ci obbliga a ripensare non solo i sistemi educativi ma, in definitiva, la percezione stessa cha abbiamo del concetto di vita, di essere umano, di soggetto di diritto. Che impatto avrà questa tecnologia sulle relazioni tra noi umani e tra umani e macchine? Cosa faremo se una tecnologia di questo genere dovesse dimostrare di essere senziente e di provare sentimenti? È saggio delegare a macchine prive di etica il controllo di terribili armamenti?
Rispondere a queste domande non è affatto semplice; ciò che possiamo fare è affidarci alla saggezza del Papa che ci invita a “orientare la concezione e l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile, perché siano al servizio dell’umanità e della protezione della nostra casa comune”, con l’esigenza di estendere questa riflessione etica “all’ambito dell’educazione e del diritto”. “La tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana”, infatti, “sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo”.