In un testo indirizzato ai futuri sacerdoti francesi, riuniti a Parigi dall’1 al 3 dicembre, Papa Francesco insiste sull’importanza per ogni pastore di conoscere “l’odore delle sue pecore” e di “camminare al loro ritmo”.

Siate sacerdoti vicini alle persone. Questo è, in sostanza, il consiglio dato da Papa Francesco ai seminaristi francesi, mentre quasi 600 di loro partecipano a un grande raduno a Parigi da venerdì 1° dicembre a domenica 3 dicembre. In un messaggio pubblicato il 1° dicembre, Francesco invia un esigente messaggio di incoraggiamento ai futuri sacerdoti di Francia.

Dovranno confrontarsi con un mondo in cui «l’istituzione ecclesiale, e con essa la figura del sacerdote, non è più riconosciuta», dice il Papa. 

Affinché la Chiesa sia credibile e ascoltata

Per far fronte a questa situazione, Papa Francesco invita i giovani in formazione ad adottare «uno stile pastorale di vicinanza, compassione, umiltà, gratuità, pazienza, dolcezza, dono radicale di sé agli altri, semplicità e povertà». 

Tante qualità che fanno del sacerdote un uomo che «conosce l’odore delle sue pecore», aggiunge il Papa, riprendendo un’espressione che spesso usa per illustrare la vicinanza, indispensabile ai suoi occhi, del clero ai fedeli.

Il prete, deve non solo conoscere i suoi fedeli, ma anche «camminare al loro ritmo», insiste. 

Senza questo atteggiamento, la Chiesa non sarà più né «credibile, né ascoltata», ritiene Papa Francesco.

Non c’è bisogno di «fare carriera»

Per Papa Francesco, i seminaristi devono attaccarsi in particolare alla figura di Cristo, sia ora che una volta che saranno sacerdoti. 

«Se Gesù mi basta, non ho bisogno di affetti disordinati, né di notorietà, né di avere grandi responsabilità, né di fare carriera, né di brillare agli occhi del mondo, né di essere migliore degli altri», dice il Papa. 

Prima di continuare: «Se Gesù mi basta, non ho bisogno di grandi beni materiali, né di godere delle seduzioni del mondo, né di sicurezze per il mio futuro». 

Una descrizione in poche parole di quella che il Papa chiama “mondanità” contro la quale chiama incessantemente la Chiesa a combattere.

Il Papa, che desidera ringraziare i seminaristi «per dare gioia e speranza alla Chiesa di Francia», affronta anche la questione del celibato. 

«Il prete è celibe – e vuole esserlo – perché Gesù lo era, semplicemente», dice il Papa.

«Se Gesù mi basta, non ho bisogno di grandi beni materiali, né di godere delle seduzioni del mondo, né di sicurezze per il mio futuro». 

La natura del sacerdozio rimarrà invariata

Nel suo messaggio il Papa sembra voler rassicurare – mentre la figura e il ruolo del sacerdote sono regolarmente dibattuti da diversi anni – che «si sente molto sui sacerdoti oggi, una figura sacerdotale molto spesso distorta in certi ambienti, relativizzata, a volte considerata subalterna. Non spaventarti troppo: nessuno ha il potere di cambiare la natura del sacerdozio e nessuno la cambierà mai», insiste. 

E questo, «anche se le modalità del suo esercizio devono necessariamente tenere conto degli sviluppi della società attuale e della condizione di grave crisi vocazionale che conosciamo».

Questo messaggio si unisce per molti aspetti a quello trasmesso ai vescovi spagnoli, in visita a Roma martedì 28 novembre. 

Per più di un’ora e mezza, Papa Francesco aveva parlato con loro della riorganizzazione dei seminari, ritenuti troppo numerosi, a Roma, a causa della caduta delle vocazioni nel paese. 

Egli li aveva esortati a formare sacerdoti pronti a impegnarsi in una Chiesa “in uscita”.