VERONA: L’Arena di Verona è stata testimone ieri di un momento toccante nel corso della visita pastorale di Papa Francesco nella città scaligera. Ha infatti incontrato due imprenditori, uno proveniente da Israele e l’altro dalla Palestina, che hanno trasformato il loro dolore causato dalla guerra in un messaggio di speranza e di cooperazione per il futuro.

Durante l’evento “Giustizia e Pace si baceranno”, parte integrante della visita del Papa a Verona, Maoz Inon e Aziz Sarah hanno condiviso davanti a 12.500 persone le loro storie di perdita e riconciliazione. Maoz ha perso i genitori in un attacco di Hamas, mentre Aziz ha perso un fratello ucciso dai soldati israeliani. Questi racconti personali hanno suscitato una standing ovation seguita da momenti di riflessione e preghiera collettiva.

L’abbraccio tra i due uomini e il Papa ha simboleggiato una forte volontà di superare le divisioni storiche a favore di un futuro pacifico. “La sofferenza condivisa è la sofferenza di due popoli interi,” ha evidenziato il Pontefice, sottolineando come dal dolore possa nascere il desiderio e l’azione verso la pace.

Maoz e Aziz hanno parlato anche dell’importanza di un’economia basata sulla giustizia e non sulla distruzione: “Non ci può essere pace senza un’economia di pace,” hanno dichiarato, evidenziando l’essenziale ruolo dei giovani nella costruzione di questo nuovo futuro.

In piedi, costruttori di pace!

Papa Francesco

Il momento è stato anche un’occasione per dare voce a donne israeliane e palestinesi, che hanno espresso la loro determinazione a porre fine al conflitto e chiamato a un impegno globale più deciso e responsabile per la pace.

Il Papa ha lanciato un forte appello ai presenti e al mondo intero: “Non siate spettatori passivi delle guerre. Impegnatevi attivamente come costruttori di pace, andate controcorrente, seminate speranza.”

Nel concludere questo incontro ricco di emozioni e significati, Papa Francesco ha ripreso le parole di don Tonino Bello, amato promotore della pace: “In piedi, costruttori di pace!” Queste parole hanno risuonato nell’Arena, sollevando l’energia e il morale dell’uditorio, che si è alzato in piedi, rafforzando il grido di pace che da Verona si spera possa diffondersi in tutto il mondo.