La comunità della Georgia è sotto choc per il probabile avvelenamento del potenziale successore alla chiesa ortodossa apostolica georgiana. Possibile implicazione dei filorussi.

La storia della Georgia è estremamente ricca e affonda le sue radici nell’antichità. 

La regione caucasica ha visto l’insediamento di popolazioni umane sin dal periodo paleolitico, e nel corso dei millenni, ha conosciuto una serie di culture e imperi che hanno lasciato un’impronta significativa sulla sua storia.

Il Paese è di recente diventato popolare in Italia per aver dato i natali all’astro nascente del campionato di calcio di serie A  Khvicha Kvaratskhelia.  

Nel XIX secolo, la Georgia fu annessa all’Impero russo e rimase parte di esso fino al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, quando riacquistò la sua indipendenza.

Come molte ex repubbliche sovietiche, la Georgia ha affrontato significativi cambiamenti politici e sfide nell’era post-sovietica.

Pochi sanno che Stalin era un seminarista di Tbilisi, e sognava di ascendere al trono patriarcale della Chiesa ortodossa apostolica georgiana.

Si tratta di una chiesa indipendente e autocefala, separata dalla Chiesa ortodossa orientale e dalla Chiesa ortodossa russa. 

Ha la sua gerarchia, tradizioni e liturgie uniche. Il Catholicos- Patriarca di tutta la Georgia è il capo spirituale e religioso della Chiesa, e gode di grande rispetto e influenza nella società georgiana.

Ha anche una certa influenza politica nel paese. I leader religiosi hanno spesso partecipato alle discussioni pubbliche su questioni sociali e politiche e la Chiesa è stata coinvolta in questioni di interesse nazionale.

La Georgia ha affrontato diversi conflitti, tra cui la guerra russo-georgiana del 2008, che ha portato all’indipendenza de facto di due regioni separatiste, Abkhazia e Ossezia del Sud.

Da quando il cinquantaquattrenne metropolita Šio (Mudžiri) è stato nominato luogotenente patriarcale di Tbilisi sono iniziate lotte intestine per la successione patriarcale.

All’interno della Chiesa ortodossa locale, infatti, continua a svilupparsi una lotta interna molto serrata, come del resto avviene nella stessa società georgiana, molto spaccata tra filo-russi e filo-occidentali.

il 5 luglio scorso il teologo Levan Taturašvili, basandosi su fonti interne al patriarcato. intervenendo a una trasmissione del canale Mtavari Arkhi, aveva addirittura sostenuto che il metropolita avesse subito un attentato con l’arsenico, e che le autorità civili ed ecclesiastiche avevano deciso di tenere segreto l’accaduto.

Il metropolita Šio si era sentito male per una settimana intera, e nel suo sangue sono state rilevate sostanze sospette, che si pensa possano essergli state somministrate “in tappe successive”. 

Il portavoce del patriarcato, il protoierej Andrij Džagmaidze, non ha escluso l’avvelenamento, parlando di “concentrazione oltre misura di metalli pesanti nell’organismo”.

La Georgia è sempre molto dipendente dagli influssi esterni, sia in campo politico sia ecclesiastico, fin dai tempi antichi.

Da sempre esistono in Georgia un partito “collaborazionista” e uno “intransigente”, e la guerra russa attuale chiama alle armi sia i soldati sia i preti, per la vittoria militare, politica e spirituale.

La Chiesa ortodossa georgiana ha avuto un ruolo chiave nella preservazione dell’identità nazionale georgiana durante i periodi di dominazione straniera e di turbolenza storica. 

Ha svolto un ruolo di unificazione della nazione attraverso la promozione della lingua e della cultura georgiane.

Oggi è all’interno di questa Chiesa stessa che ci sono cospirazioni di palazzo in odore di tentato omicidio.