Il dibattito sociale concentrato sull’attuale conflitto Russo-ucraino, chiamato tale solo per convenzione e localizzazione del teatro di guerra, ha distolto la riflessione di molti sulla polarizzazione in atto già da oltre un decennio nella vita politica del nostro Paese.
Romano Guardini, nell’epoca delle grandi Guerre Mondiali, nel Novecento dei totalitarismi, padri dei sovranismi e populismi ritornati in auge, dedicava un saggio sull’opposizione polare.
Nel Der Gegensatz Il filosofo gesuita italo-tedesco prevedeva già nel 1925 come fosse pericoloso, anche in ambito cattolico l’uniformità, da un lato, e la contrapposizione frontale, dall’altro.
Dalla diversità, infatti, bisognerebbe sempre ricavare lo stimolo per una forza costruttiva.
Il presidente Meloni, entrato già nelle “Paludi Marshes” secondo dell’immaginario fiabesco tolkienano a lei caro, ha avuto il premiato merito di aver rappresentato l’unica forza di opposizione politica in un momento di crisi internazionale e incertezza nazionale legata soprattutto al Covid-19.
Fino a quando l’opposizione non diventa contraddizione per presa di posizione ci può essere progresso.
Sia nella teologia che nella politica occorre la via del dialogo altrimenti si rischia la lotta a partire dall’ideologia che è la sponda opposta alla realtà.
È questo che fanno i politici senza scrupoli che pasticciano nel messianismo teocon fornendo ricette semplificata di regno mondano, ma giustificato con l’ostentazione abusiva dei simboli del sacro che richiamano piuttosto l’oltremondano e per noi cristiani la persona del Dio incarnato, Gesù Cristo.
Papa Francesco ha bene in mente il pensiero del confratello Guardini quando ritiene che il confronto con l’altro, con colui che “non la pensa come me” , non avviene come lotta contro un nemico, ma come sintesi di una tensione feconda, cioè come costruzione dell’unità concreta.
L’influenza filosofica hegeliana fa da sottofondo, ma nella capacità dialettica dell’uomo c’è qualcosa di più essenziale di una vocazione a relazionarsi.
Alla fine della sua vita Guardini proponeva il suo modello filosofico in antitesi a quello dialettico di Carl Schmitt fondato sull’antitesi tra amico e nemico.
Una dialettica ingessata dal manicheismo male – bene o buono – cattivo rischia di degenerare in violenza.
In una cultura iconica più che retorica come la nostra, la banalizzazione della realtà con etichette e slogan adottata dal mondo tradiprotestante mostra il paradosso del relativismo: la sua decontestualizzazione.
La filosofia della pace è un pensiero della mediazione che unifica i diversi mantenendoli nella loro differenza.
È una filosofia che spegne il fuoco dell’Olimpo di chi come Prometeo vorrebbe nella storia sostituirsi a Dio.