Il paradigma dell’ecologia integrale consente di rileggere la realtà giuridica aprendo le porte a nuove interpretazioni e codificazioni a partire dalla vita di relazione tra uomo e natura. 

Un nuovo approccio accademico caratterizzato dall’alta interattività tra docenti e ricercatori di diverse aree scientifico-disciplinari è necessario per innescare una riflessione poliedrica sui più complessi problemi del diritto vigente e della prassi non codificata, sempre in dialogo transdisciplinare con gli indirizzi della giurisprudenza consolidata. Uno sguardo culturale che convoca un approccio sistemico e transdisciplinare per alimentare una sinfonia delle competenze e delle vocazioni istituzionali tese a valorizzare le esperienze degli esperti per la digital transformation e dell’intelligenza artificiale. 

Una sensibilità accademica che si propone di approfondire le problematiche complesse legate all’interpretazione giuridica non codificata, tentando di sciogliere i nodi e le difficoltà incontrate dai giuristi nel comprendere le nuove fattispecie attuali, determinate dal rapido sviluppo della tecnologia, della biotecnologia e delle scienze della vita. 

In questa chiave di analisi è necessario costruire ponti stabili di dialogo, sviluppando relazioni inter e trans disciplinari per massimizzare le opportunità offerte da un nuovo paradigma di pensiero e azione dell’ecologia integrale, della transizione ecologica e digitale, globale e locale.

Contribuire ad una nuova fase costituente di ricerca-azione nella quale si innesca una lettura ragionata della complessità elevando a plenitudo civitatis  la fratellanza universale.

Bisogna costruire ponti stabili di dialogo per l’ecologia integrale

Questa è una vocazione strategica per il bene comune, è una diaconia istituzionale,  dal grande impatto scientifico per lo sviluppo armonico di un nuovo paradigma operativo, attuativo dalle linee maestre del patto educativo globale, ponte tra generazioni, religioni, pubblico e privato, imprenditorialità e managerialità. 

Nasce per rispondere concretamente all’appello contenuto nel Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato da Papa Francesco e dal Grand Imam Ahmad Al-Tayyib,: «Ci rivolgiamo agli intellettuali, ai filosofi, agli uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e agli uomini di cultura in ogni parte del mondo, affinché riscoprano i valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune, per confermare l’importanza di tali valori come àncora di salvezza per tutti e cercare di diffonderli ovunque». 

Persegue la collaborazione e il partenariato tra istituzioni educative, artistiche, accademiche, economiche, diplomatiche e religiose a livello globale e planetario, per costruire insieme il grande “patto educativo tra le generazioni” in grado di riflettere e rilanciare stili, valori, idee ed azioni capaci di orientare il bene comune della plurale famiglia umana e della stessa “casa comune” che è il Creato, in ottica multiculturale e interreligiosa, attraverso «la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio». Si consolida la consapevolezza che, per far fronte alle sfide future della complessità del mondo globalizzato e interconnesso, è necessario adottare un approccio che ponga l’accento sulle relazioni inclusive, sulle connessioni transdisciplinari, sulla valorizzazione dell’altro, sulla global education, sull’ azione dell’ intra-prendere sostenibile, connessa alla sana gestione dell’ambiente, sulla fratellanza come principio di convivenza umana. 

Le conquiste raggiunte dalle nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, come il machine learning e il natural language processing, sollecitano un’analisi volta alla comprensione di una nuova antropologia

Le conquiste raggiunte dalle nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, come il machine learning e il natural language processing, sollecitano un’analisi volta alla comprensione di una nuova antropologia; l’indagine filosofica costituisce allora un’opportunità per interrogare il senso degli sviluppi indotti dall’intelligenza artificiale, nella consapevolezza che le nuove tecnologie contribuiscono all’innovazione e allo sviluppo solo se supportate dalla riflessione antropologica ed etica. D’altra parte, il compito delle discipline etico-giuridiche è la definizione di un quadro etico-normativo che regolamenti e unifichi gli standard nazionali sull’intelligenza artificiale. 

Tuttavia, professioni ancorate a una tradizione plurisecolare, come l’avvocato, o emergenti con lo sguardo al futuro, come il project manager legale, non sarebbero in grado di produrre innovazione se ridotte a specializzazioni di settore. Il paradigma dell’ecologia integrale predispone così a una visione poliedrica della realtà, perché antropologia, diritto, economia, ingegneria, morale, ecc., espletano realmente le rispettive funzioni solo se partecipano di un unico ecosistema e sviluppano uno sguardo d’insieme che permetta di scrutare l’umano nella sua complessità.

In questa alta prospettiva di lavoro si radica l’incoraggiamento per continuare nel cammino di ricerca armonico verso il futuro nel sentiero di aprire ponti accademici per la pace e per il comune.