La Chiesa rende delitto un reato specifico di “abuso spirituale” e questo rappresenta un importante passo avanti nella giurisprudenza canonica e nella protezione delle vittime di abusi, compresi gli adulti. Questa proposta colma una lacuna nel Codice di Diritto Canonico, che finora non contemplava in modo chiaro i reati legati a manipolazioni spirituali, abuso di potere e violazioni della coscienza.
La novità: un crimine specifico per gli abusi spirituali
Il cardinale Fernández ha sottolineato che il termine “falso misticismo”, finora utilizzato in ambito canonico, è polisemico e poco preciso, nonché inadeguato a descrivere i reati di abuso spirituale e le loro gravi implicazioni. L’iniziativa mira a istituire un gruppo di lavoro guidato dal prefetto del Dicastero per i Testi Legislativi, monsignor Filippo Iannone, per elaborare proposte concrete di riforma legislativa. Questo permetterebbe di tutelare meglio le vittime, ampliando il raggio d’azione del diritto canonico a quei casi in cui l’abuso non è esclusivamente di natura sessuale, ma anche spirituale o di coscienza.
Una lacuna da colmare: il caso Javier Garrido
Il riferimento al caso del francescano Javier Garrido, condannato per “falso misticismo” dalla Rota di Madrid, evidenzia le difficoltà di applicazione del diritto canonico in assenza di una definizione chiara di reati come l’abuso spirituale. Questa sentenza, seppur storica, ha messo in luce come i reati di manipolazione spirituale e abuso di coscienza richiedano un riconoscimento specifico per evitare zone grigie nella giustizia canonica.
L’abuso spirituale come forma di controllo e manipolazione
L’abuso spirituale si manifesta quando l’autorità religiosa utilizza il potere conferitole per manipolare, dominare o ledere la libertà e la dignità di un individuo. Questo tipo di abuso può avvenire in contesti di direzione spirituale, comunità religiose o rapporti di fiducia tra leader spirituali e fedeli. La proposta di Fernández di distinguere chiaramente questo reato mira a evitare generalizzazioni e a dare maggiori strumenti alle vittime per denunciare.
Implicazioni pastorali e legislative
L’iniziativa del cardinale Fernández rappresenta anche un invito alla Chiesa a riconoscere e affrontare con decisione i danni spirituali e psicologici causati da leader religiosi abusivi. Essa riflette un’ulteriore evoluzione nella linea di trasparenza e giustizia voluta da Papa Francesco per rispondere alla crisi degli abusi, non limitandosi ai minori, ma estendendo il raggio d’azione a tutti coloro che subiscono violazioni.
Verso una maggiore tutela delle vittime
La possibilità di introdurre il reato di abuso spirituale rappresenta un’importante innovazione, capace di offrire maggiore protezione alle vittime adulte, spesso lasciate senza strumenti di giustizia. Se approvata, questa proposta potrebbe portare a una riforma epocale nel Codice di Diritto Canonico, rafforzando la credibilità della Chiesa e il suo impegno nella lotta agli abusi in ogni loro forma.
Un duro colpo per personaggi come Manelli…
Il vero problema è che non ci si rende conto del danno fatto alle persone. Ad alcuni basta portare un abito religioso per credersi già integrati nella Chiesa. Non funziona così e si fa leva sull’entusismo e l’ingenuità dei giovani.
Era ora che la Chiesa codificasse l’abuso spirituale. Troppi santoni e narcisisti patologici in giro.