La 57.ma Giornata Mondiale della Pace si pone in continuità con il Magistero post-conciliare che ha dovuto intercettare il rapido sviluppo del cristianesimo nel Sud del mondo e il secolarismo in Occidente. La novità di quest’anno riguarda l’intelligenza artificiale con tute le sue potenzialità ed implicazioni etiche.

Il 1°Gennaio 1968 Paolo VI inaugurò la prima celebrazione della giornata mondiale della pace. Alcuni dei suoi messaggi successivi furono: “Se vuoi la pace, lavora per la giustizia” (1972), “La riconciliazione, strada verso la pace” (1975) e “No alla violenza, sì alla pace” (1978).

Giovanni Paolo II sottolineò il nesso con la giustizia sociale e la pace: “Per costruire la pace, rispetta le minoranze” (1989), “Se vuoi la pace, esci incontro ai poveri” (1993), “Il segreto della vera pace risiede nel rispetto dei diritti umani” (1999) e “Non c’è pace senza giustizia. Non c’è giustizia senza perdono” (2002). 

Benedetto XVI considerò sia la povertà come i suoi predecessori, che la creazione: “Combattere la povertà, costruire la pace” (2009) e “Se vuoi promuovere la pace, proteggi la creazione” (2010). 

Il Papa e teologo tedesco inaugurò in questo modo la grande questione dell’ecologia integrale che è diventata una delle priorità del pontificato del successore.

Papa Francesco ci ha regalato, tra gli altri messaggi: «Migranti e rifugiati: uomini e donne che cercano la pace» (2018), «La cultura della cura come via di pace» (2021) e «Nessuno può salvarsi da solo. Ricominciare dal COVID-19 per tracciare insieme strade di pace” (2022).

Tra qualche ora celebreremo la 57.ma edizione della Giornata Mondiale della Pace dal titolo: “Intelligenza artificiale e pace”. 

Diviso in otto brevi sezioni, il documento riflette sul progresso della scienza e della tecnologia come percorso verso la pace, il futuro dell’IA tra promesse e rischi, la tecnologia del futuro: macchine che imparano da sole, il senso del limite nel paradigma tecnocratico, temi scottanti per l’etica, “spade trasformate in aratri”, sfide per l’educazione e sfide per lo sviluppo del diritto internazionale.

Il testo, anche se compatto, approfondisce temi che sono stati sull’agenda sociale negli ultimi anni e che continuano a richiedere attenzione da parte nostra.

Papa Francesco conclude così: “La mia preghiera all’inizio del nuovo anno è che il rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale (AI) non aumenti le già numerose disuguaglianze e ingiustizie presenti nel mondo, ma aiuti a porre fine alle guerre e ai conflitti e ad alleviare tante forme di sofferenza che colpiscono la famiglia umana. Così sia, e i miei migliori auguri per il prossimo anno”.

E, nel frattempo, il New York Times ha appena fatto causa a OpenAI e Microsoft per violazione del copyright. Il giornale sostiene che la tecnologia artificiale di tali aziende ha copiato illegalmente milioni di articoli per addestrare il ChatGPT. 

Vediamo se le istituzioni convenute leggono il messaggio di Papa Francesco.