Giorgia Meloni ha aperto oggi il tanto atteso vertice Italia-Africa, Le relazioni tra Roma e il continente africano mirano ad un piano di sviluppo per l’Africa che si concretizza in sei macroaree di intervento per un budget che sfiora i sei miliardi di euro: istruzione, cibo, acqua, agricoltura, energia e infrastrutture.

Meloni ha ribadito che il Piano Mattei si baserà su “un nuovo approccio: non predatorio, non paternalistico, ma nemmeno caritatevole”.

Poiché l’interesse principale per l’Italia è quello energetico, il piano ha preso il nome del fondatore dell’ENI Enrico Mattei. 

Meloni ha anche nominato l’Africa come tema chiave della presidenza italiana del G7, iniziata a gennaio, come parte della sua spinta a “ripristinare la centralità nel Mediterraneo”.

Nell’ultimo anno al governo, tuttavia, ha anche sigillato i controversi accordi bilaterali con singoli paesi, come la Tunisia e l’Albania, volti a scoraggiare le partenze dei migranti dal Nord Africa e a creare strutture per elaborare le domande di asilo al di fuori del territorio italiano.

Lunedì i partiti di opposizione e le organizzazioni africane hanno tenuto proteste e organizzato una sorta di contro-summit fuori di Montecitorio per esprimere i loro dubbi sul reale contenuto del Piano Mattei.

Secondo loro, nonostante gli slogan del governo, è ispirato da un approccio “neocoloniale” che finirà per sfruttare le enormi risorse naturali dell’Africa, senza introdurre nuove forme di sviluppo.

Il presidente della Commissione dell’Unione africana Moussa Faki Mahamat, ha infatti sottolineato che i paesi africani avrebbero voluto essere consultati prima che l’Italia svelasse il suo piano per l’Africa.

“Dobbiamo passare dalle parole ai fatti”, ha detto Faki al vertice. “Non possiamo essere contenti di promesse che non vengono mai mantenute”.