La disinvoltura con la quale la Cina maneggia il materiale biologico a fini non soltanto sperimentali, si è tradotta nel business della clonazione degli animali domestici da parte della startup Sinogene. Per replicare il proprio cane “bastano” 50.000 dollari.

Due barboncini dall’aspetto identico si divertono insieme e camminano per un laboratorio. Ma questi non sono canidi ordinari, sono cloni creati dalla startup cinese Beijing Sinogene Biotechnology.

L’azienda è impegnata a prendere ordini da casa e all’estero per un servizio che consente ai proprietari di “ritrovare” ancora una volta gli amati animali domestici deceduti.

Una sezione dello stabilimento Sinogene immagazzina le cellule di più di 4.000 cani e gatti in azoto liquido. 

Molti clienti Sinogene raccolgono campioni di pelle dai loro animali domestici mentre sono vivi e ordinano cloni dopo la morte dei loro animali domestici.

Nel processo di clonazione, le cellule vengono rimosse dal campione di tessuto cutaneo da 2 a 3 millimetri quadrati. Le cellule vengono raccolte dal cane o dal gatto e il nucleo viene estratto. 

Questo viene poi impiantato in un uovo da cui è stato rimosso il nucleo. L’uovo viene impiantato nel grembo materno di una madre surrogata e nasce nel solito modo.

Gli animali domestici appena nati sono allevati in una stanza al primo piano dell’edificio e consegnati ai clienti dopo tre mesi. Non si sa mai…. 

In termini di genetica, un cane e il suo clone sono più del 99,9% identici. 

“Se sono cresciuti dallo stesso proprietario e nello stesso ambiente, arrivano anche ad assomigliarsi l’uno all’altro nel carattere”, dichiara Mi Jidong, presidente di Sinogene.

La clonazione parte da $ 50.000 per i cani e $ 40.000 per i gatti. 

Sinogene ha già prodotto finora quasi 500 animali domestici clonati, più di due terzi dei quali sono cani. 

Sinogene sta conducendo studi per clonare cavalli, mucche e altri animali, oltre a cani e gatti. 

L’anno scorso è riuscito a clonare un lupo artico. 

“Vogliamo far progredire i nostri programmi di ricerca e sviluppo per la conservazione di animali rari” in pericolo di estinzione, dice Mi.

Ci sono preoccupazioni per gli effetti dei cloni sull’ecosistema. 

Gli unici concorrenti di Sinogene sono negli Stati Uniti e in Corea del Sud. 

La società spera di aumentare la sua quota di entrate estere a oltre il 50% da meno del 20% al momento presente.

Naturalmente si impone una riflessione etica nel caso in cui le clonazioni si estendessero agli esseri umani e non solo, per l’equilibrio dell’ecosistema.

In nessun modo nella clonazione  si tratta dello stesso individuo benché la somiglianza genetica e morfologica possa essere impressionante.

La tecnica da mezzo dell’agire umano per raggiungere risultati e per ottenere scopi si è trasformata essa stessa in fine. 

L’assecondare ogni capriccio e sfidare persino l’ineluttabilità della morte dove ci si scopre alla fine sempre perdenti, per se stessi e per gli altri, entra in conflitto con la giustizia e con qualsiasi altra dimensione che contrasti la crescente potenza della tecnica stessa.

Se il sottosuolo filosofico del nostro tempo –in Leopardi, Nietzsche, Gentile – mostra l’impossibilità dell’esistenza di un eterno, perché l’eterno blocca la potenza, allora esso mostra anche l’impossibilità di un concetto assolutistico di giustizia. 

Quindi, anche la giustizia appartiene a quel passato di cui la tecnica si libera. 

La clonazione è l’illusione di eternità animale per pochi ricchi.

La tecnica, però, dovendo rinunciare alla verità per essere potente, non sarà in grado di fornire una risposta definitiva agli interrogativi ultimi dell’uomo.

Il cane morto è morto. Ogni uomo è persona, è individuo, non insieme di organi, tessuti e cellule, poiché c’è una base ontologica che anima l’esistenza umana e fonda il suo essere.

La tecnica stessa cade quindi in una contraddizione e un paradiso apparente che si rileva inferno, non può essere considerato definitivo e sarà esso stesso destinato a tramontare.