Il Papa martedì 28 novembre ha convocato a Roma tutti i vescovi di Spagna per la reimpostazione dei seminari. 

Il paese iberico conta oggi 974 seminaristi e 45 seminari, rispetto ai 1700 di dieci anni fa. 

Una caduta vertiginosa che rende indispensabile una riforma. Tanto più che alcuni seminari contano solo una manciata di futuri sacerdoti, meno di dieci. 

Cinque seminaristi in una diocesi, aveva già detto il Papa, “non è un seminario ma un movimento parrocchiale”.

C’è da chiedersi a quali condizioni un vescovo può accettare di vedere i suoi seminaristi formati lontano da casa? Chi sceglierà i rettori e i professori.

 Domande che sembrano interne, ma che in realtà assumono un carattere altamente sensibile. 

Tanto più che, dei 45 seminari, 15 sono guidati dal movimento del Cammino neocatecumenale, movimento fondato nel 1964 che pone particolare enfasi sull’iniziazione cristiana e sul battesimo, e che un tempo fu sotto la sorveglianza di Roma a causa delle sue pratiche liturgiche.

Un altro motivo tra le ipotesi avanzate della convocazione dei vescovi spagnoli è la volontà del papa di incoraggiare l’apertura di una Chiesa ritenuta troppo chiusa su se stessa. 

Il Papa sarebbe preoccupato per la nostalgia per il passato nutrita da alcuni giovani sacerdoti. 

Si preoccuperebbe anche del divieto, in diversi seminari, di alcune riviste, come Vida Nueva, giudicata troppo a sinistra da una parte del clero.

Negli ultimi anni Papa Francesco ha nominato diversi vescovi vicini a lui. 

Questo è il caso, ultimamente, del giovane arcivescovo di Madrid. A soli 57 anni, monsignor Jose Cobo Cano è stato nominato arcivescovo di Madrid e poi creato cardinale.

Già responsabile di una commissione dell’episcopato spagnolo per la migrazione e la mobilità umana, il nuovo arcivescovo di Madrid è perfettamente sulla linea del Papa.

È stato anche lui a bloccare, in ottobre, la venuta a Madrid di monsignor Georg Gänswein. 

L’ex segretario di Benedetto XVI era stato invitato dal cardinale Antonio Rouco Varela, arcivescovo di Madrid tra il 1994 e il 2014, che oltre ad essere considerato in Spagna una figura conservatrice è stato oppositore dichiarato, all’inizio degli anni 2000, del governo socialista.

Una fonte spagnola a Roma ci riferisce che “si vuole cambiare il paradigma del Card. Rouco Varela a favore della linea bergogliana del Card. Cobo Cano in un cattolicesimo che ha ricevuto duri colpi col governo Zapatero del passato e che oggi conosce ancora precari equilibri politici tra destra e sinistra”.