VATICANO: Papa Francesco ha rinnovato il Consiglio dei Cardinali (C-9), l’organo incaricato di consigliare il Pontefice nel governo della Chiesa, che negli ultimi anni ha avuto il compito di portare alla luce l’esortazione apostolica “Praedicate Evangelium”, che sostituisce la “Pastor Bonus” di Giovanni Paolo II. 

Il nuovo Consiglio torna ad avere nove membri anziché sei. Tra i “nuovi ingressi” di Jorge Mario Bergoglio per i prossimi cinque anni c’è il cardinale arcivescovo di Barcellona e presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, Juan José Omella, accompagnato anche dal legionario di Cristo spagnolo e presidente della Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, Fernando Vérgez.

 Il Pontefice non ha intenzione di pensionare Omella, nonostante abbia compiuto 75 anni – l’età stabilita dal Codice di Diritto Canonico per la pensione episcopale – nell’aprile del 2021. Infatti, dal momento in cui nel novembre del 2014 lo ha scelto per nominarlo membro del Dicastero per i Vescovi, Omella non ha mai smesso di ricevere il sostegno del Papa. Prima, inviandolo a Barcellona nel novembre del 2015 e poi creandolo cardinale nel giugno del 2017. Ora aiuterà il Papa con il timone della Chiesa per i prossimi cinque anni.

Papa Francesco, “dovendo rinnovare il Consiglio dei Cardinali perché è scaduto il mandato del precedente”, come spiega il direttore dell’Ufficio Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha nominato membri il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin; il cardinale arcivescovo di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), Fridolin Ambongo; il cardinale arcivescovo di Bombay (India), Oswald Gracias; il cardinale arcivescovo di Boston (Stati Uniti), Seán Patrick O’Malley, OFMCap.; il cardinale arcivescovo di Québec (Canada), Gérald C. Lacroix; il cardinale arcivescovo di Lussemburgo, Jean-Claude Hollerich, SJ e il cardinale arcivescovo di San Salvador da Bahia (Brasile), Sérgio da Rocha.

Esce dal C-9 il cardinale tedesco Marx

Di questi, rimangono solo i cardinali Gracias, Parolin e O’Malley, membri del C-6 originale creato dal Papa nel 2013. Escono dal C-6 il cardinale ex presidente della Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, Giuseppe Bertello; il cardinale arcivescovo emerito di Tegucigalpa, Óscar A. Rodríguez Maradiaga – che è sempre stato il coordinatore -; e il cardinale arcivescovo di Monaco, Reinhard Marx. I primi due sono usciti a causa del raggiungimento dei 80 anni, mentre il cardinale tedesco, che ha ancora 69 anni, è uscito per altri motivi.

Dalla prima ondata di cardinali sono stati già pensionati il defunto cardinale ex prefetto della Segreteria per l’Economia, Georg Pell; il cardinale arcivescovo emerito di Santiago del Cile, Javier Errázuriz; e il defunto cardinale arcivescovo emerito di Kinshasa, Laurent Monsengwo.

Il segretario del Consiglio rimane il vescovo italiano Marco Mellino, nominato dal Papa il 15 ottobre 2020 in sostituzione del cardinale Marcello Semeraro, attuale prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi. In questa occasione, Francesco ha anche incluso Ambongo per ristabilire la rappresentanza africana nell’organo.

Il Vaticano ha annunciato che il primo incontro del nuovo Consiglio dei Cardinali si terrà il prossimo 24 aprile alle 9:00 presso la Casa Santa Marta. 

Tutto ciò avviene dopo che Papa Francesco ha incaricato un giudice del Canada di indagare sul cardinale Lacroix, membro appunto del C-9. 

Un membro del G-9 è sotto inchiesta ma
la presunta vittima rifiuta di partecipare al processo

Lacroix mantiene il suo ruolo nel C-9 cardinalizio, ma dalla fine di gennaio aveva annunciato di rinunciare “temporaneamente” al suo incarico pastorale come arcivescovo di Québec, “finché la sua situazione non sarà chiarita”, dopo essere stato accusato di abusi su una minorenne tra il 1987 e il 1988, quando il porporato, ora sessantaseienne, è stato ordinato sacerdote.

Nonostante la sua rinuncia temporanea, Lacroix ha negato “categoricamente le infondate accuse” contro di lui. Nel frattempo, la giustizia canadese ha continuato le sue indagini e ora Papa Francesco ha incaricato un altro giudice esterno di indagare sul cardinale Lacroix per decidere se avviare un processo canonico nello Stato della Città del Vaticano.

Secondo quanto riportato da ‘Ici Quebec’, il giudice Denis ha cercato di incontrare la presunta vittima del cardinale, ma finora questa ha rifiutato di partecipare al processo. 

L’Arcidiocesi di Québec ha dichiarato che “collaborerà con l’indagine” in tutto ciò che le verrà richiesto. Tuttavia, poiché si tratta di un’indagine preliminare per determinare se ci sono prove sufficienti per avviare un processo canonico, non si può andare avanti senza il coinvolgimento della presunta vittima.