EDITORIALE: La stampa anglo-americana osserva con sguardo cinico le prossime elezioni europee. È necessario tenere presente anche quel “point of view” per una salutare autocritica e per comprendere cosa vulneri gli interessi primatisti dell’alleato USA o alimenti il revanscismo britannico del dopo Brexit.

L’Europa si trova ad affrontare una delle sfide più significative della sua storia recente mentre si prepara per le imminenti elezioni parlamentari.

Le parole di Emmanuel Macron, presidente della Francia, richiamano l’attenzione sulla necessità di un’Europa più forte, ma la realtà politica attuale mette in luce una serie di preoccupazioni e riflessioni che vanno ben oltre la retorica.

In un suo recente discorso, il richiamo a Niccolò Machiavelli e al suo capolavoro “Il Principe” offre una lente attraverso la quale esaminare le dinamiche di potere in gioco. 

Come sottolinea Machiavelli, comprendere la natura del popolo e dei governanti è essenziale per chiunque aspiri a governare efficacemente. 

Tuttavia, mentre Macron affronta la sfida di comprendere la complessità politica europea, sembra trascurare il fatto che anche i governanti devono rispondere alle opinioni e alle esigenze del popolo.

Il governante guarda il popolo, ma il popolo giudica a sua volta il governante

Le analogie con la Repubblica Romana, portate avanti da Machiavelli, rivelano la necessità di istituzioni che medino il conflitto tra élite e popolo, garantendo al contempo la libertà civica. L’Unione Europea, purtroppo, sembra lontana da questo ideale, più simile a un’oligarchia dominata dagli interessi dei pochi ricchi che a un organismo democratico rappresentativo.

Mentre la tendenza intrinseca dei grandi, argomentava Machiavelli, è quella di accumulare ricchezza e potere per governare il resto, il desiderio intrinseco del popolo è quello di evitare di essere alla mercé delle élite. 

Lo scontro tra i gruppi tendeva generalmente a tirare le polizie in direzioni opposte. Eppure la Repubblica Romana aveva istituzioni, come il tribunato della plebe, che cercavano di dare potere al popolo e contenere le élite. Solo canalizzando anziché reprimere questo conflitto, Machiavelli disse, poteva essere preservata la libertà civica.

L’Europa non ha ascoltato il suo consiglio. Per tutta la sua retorica democratica, l’Unione Europea è più vicina a un’istituzione oligarchica. 

Sorvegliata da un organo non eletto di tecnocrati nella Commissione Europea, il blocco non permette alcuna consultazione popolare sulle politiche, figuriamoci sulla partecipazione. 

Le sue regole fiscali, che impongono limiti severi sui bilanci degli Stati membri, offrono protezione ai ricchi mentre impongono l’austerità ai poveri

Dall’alto in basso, l’Europa è dominata dagli interessi dei pochi ricchi, che limitano la libertà dei molti.

I governi si sono consegnati ai cosiddetti “poteri forti”
da cui fabbricano persino consenso. 

Le imprese, le istituzioni finanziarie, le agenzie di rating e i potenti gruppi di interesse dettano legge ovunque, limitando gravemente il potere dei politici. L’Unione Europea è lontana dall’essere la peggiore colpevole. Tuttavia, negli stati nazionali, la parvenza di partecipazione democratica può essere sostenuta attraverso l’alleanza a una costituzione condivisa. Nell’Unione Europea, il cui mito fondatore è il libero mercato, il caso è molto più difficile da sostenere.

Può essere sorprendente che l’allarme democratico dell’Unione  sia diventato un grido di battaglia contro la destra radicale, ma spiega gran parte del suo successo. Un sondaggio recente, ad esempio, ha mostrato che i cittadini europei sono molto più preoccupati per la povertà, l’occupazione, il tenore di vita e il cambiamento climatico che non per l’immigrazione. 

Questo suggerisce che l’appeal della destra radicale non risieda tanto nella sua ostilità ossessiva verso gli immigrati quanto nella sua critica ai fallimenti del blocco nell’affrontare le preoccupazioni quotidiane della gente. I politici europei potrebbero cercare di rimediare a ciò cambiando istituzioni per migliorare il potere contrattuale dei cittadini e farli sentire ascoltati. Tuttavia, preferiscono impartire severe lezioni che alimenta la propaganda sovranista.

La destra radicale intercetta le attese
del popolo al quale non interessa la deriva ideologica

La crescente ascesa della destra radicale in Europa non può essere ignorata. Questo movimento politico, sebbene possa essere visto come etnocentrico e ristretto nei suoi obiettivi, riesce a catturare l’attenzione di molti europei delusi dalla mancanza di rappresentanza e dalla disconnessione tra le istituzioni europee e le loro preoccupazioni quotidiane.

L’Europa si trova a una svolta cruciale nella sua storia, e le decisioni prese oggi avranno un impatto duraturo sul suo futuro. 

Sarà possibile contrastare l’ascesa della destra radicale e riconquistare la fiducia nell’idea di un’Europa unita e democratica se i leader europei abbracceranno il loro ruolo di principi moderni, rispondendo alle sfide del presente con saggezza, visione e un autentico impegno per il bene comune dei cittadini europei.