ANALISI: Nel contesto geopolitico attuale, caratterizzato da crescenti tensioni e instabilità, la questione della capacità difensiva dell’Europa emerge come tema cruciale. La presidenza francese ha posto l’accento sull’importanza di costruire un’Europa forte e autonoma, capace di garantire la propria sicurezza senza dipendere esclusivamente dal sostegno degli Stati Uniti. Tuttavia, un’analisi approfondita rivela una serie di sfide significative che minano questa aspirazione.
L’aspirazione all’autonomia difensiva
Il presidente francese Emmanuel Macron parla spesso della necessità di un’Europa che si affermi come potenza autonoma, in grado di assicurare la propria sicurezza e riacquistare la sua autonomia strategica. Sulla carta, l’Europa sembra essere una grande potenza militare, con una popolazione numerosa, una solida base economica e consistenti spese militari. Tuttavia, l’efficacia di una potenza militare non si misura solo attraverso questi parametri.
Le sfide dell’integrazione militare
Disunione e duplicazioni
Un ostacolo fondamentale è rappresentato dalla disunione tra gli Stati membri e le duplicazioni nei costi della difesa, che costituiscono una significativa percentuale del bilancio complessivo della difesa dell’Unione europea. Questa frammentazione impedisce un utilizzo efficiente delle risorse e una piena integrazione delle capacità militari europee.
Mancanza di coordinamento
La mancanza di una struttura di pianificazione e direzione militare al livello dell’NATO evidenzia una carenza di coordinamento tra le forze armate dell’UE. Sebbene ci siano stati progressi nell’operare insieme durante le operazioni militari, la mancanza di una leadership militare europea autonoma rimane un problema critico.
Dipendenza dagli USA e industria della difesa
L’Europa è fortemente dipendente dagli Stati Uniti per il supporto logistico e tecnologico nelle operazioni militari complesse. Inoltre, l’industria della difesa europea è inferiore a quella americana, con una crescente dipendenza dai prodotti militari statunitensi. Questa dipendenza compromette l’autonomia strategica dell’Europa.
Questioni nucleari e dissuasione
La dissuasione nucleare rappresenta un’altra sfida significativa per l’Europa. Sebbene la Francia abbia una propria forza nucleare indipendente, questa non può sostituire la credibilità offerta dall’ombrello nucleare americano. Questo solleva interrogativi sulla capacità dell’Europa di difendersi efficacemente in un conflitto nucleare.
La via pragmatista e l’urgenza dell’accelerazione
Il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha evidenziato la necessità di un approccio pragmatista e urgente per affrontare queste sfide. Per le Forze Armate dell’Unione Europea propone un modello simile a quello della NATO, basato sull’addestramento congiunto delle forze armate europee e sull’integrazione delle capacità militari degli Stati membri. Tuttavia, sottolinea anche l’importanza di un’Europa politica unita, in grado di superare le divisioni e agire con velocità e pragmatismo.
L’aspirazione dell’Europa a una maggiore autonomia difensiva è ostacolata da una serie di sfide, tra cui la disunione tra gli Stati membri, la mancanza di coordinamento militare, la dipendenza dagli USA e le questioni nucleari. Affrontare queste sfide richiederà un approccio pragmatico e urgente, che combinando l’integrazione militare con un’Europa politica unita. Solo attraverso un impegno comune e un’azione coordinata sarà possibile garantire la sicurezza e l’autonomia strategica dell’Europa in un contesto geopolitico sempre più complesso.
Rimane in tutto questo il problema etico sulla destinazione di enormi risorse finanziarie agli armamenti a discapito di sanità, istruzione e ambiente. Sulla svolta per le “Green House”, Italia e Ungheria si sono addirittura tirate indietro. Mentre il nostro governo continua a mandare armi in Israele e in Ucraina il budget annuale rispetto al PIL è in caduta libera con un rifinanziamento solo sui contratti degli operatori, ma non sul welfare per il cittadino.