L’Ucraina sta affrontando una profonda crisi demografica, caratterizzata dal tasso di fertilità più basso al mondo, che si attesta a 0,7 figli per donna in età fertile. Questa situazione critica è ulteriormente complicata dalla guerra in corso, che ha portato a perdite militari significative e all’esodo di milioni di rifugiati. L’effetto cumulativo di questi fattori mette in discussione la stessa sopravvivenza del paese come entità nazionale.

La guerra ha contribuito a un drastico calo dell’aspettativa di vita maschile, passata da 66-67 anni prima del conflitto a 57-58 anni, secondo le stime degli esperti. La mortalità è un elemento significativo nel calcolo demografico, e nonostante le perdite militari siano mantenute segrete, un team di 12 accademici ha utilizzato diverse fonti per calcolarne l’impatto sulla società ucraina. Si prevede che la guerra abbia provocato una diminuzione della popolazione di oltre 70.000-100.000 persone, con un impatto particolarmente grave sulla fascia di età tra i 20 e i 40 anni, la stessa più propensa a essere coinvolta nei combattimenti.

Prima della guerra, l’Ucraina già affrontava una crisi demografica, con un tasso di natalità di 1,16 e una percentuale ridotta di popolazione compresa tra i 20 e i 40 anni. Attualmente, la situazione è così critica che il governo ucraino ha dovuto elaborare una strategia di ripopolamento per il 2040. Tuttavia, mancano piani concreti per invertire la tendenza, e le misure proposte, come l’aumento del tasso di natalità e la riduzione della mortalità precoce, rimangono vaghe.

Come effetto della guerra, 6 milioni di Ucraini hanno lasciato il Paese mentre il tasso di fecondità è diventato il più basso del mondo.

L’emigrazione di massa è un altro fattore chiave. Circa sei milioni di persone si stima abbiano lasciato il paese per l’Europa, mentre altri quattro milioni sono intrappolati in territori ora occupati dalle truppe russe. Le famiglie sono spesso separate a causa della presenza di uomini in età militare al fronte o delle restrizioni di viaggio. Molti di coloro che sono fuggiti dichiarano di voler tornare, ma studi indicano che solo il 57% di queste famiglie ha effettivamente intenzione di farlo.

Il rettore della Kyiv School of Economics sottolinea la necessità di affrontare la questione della migrazione in modo strategico e intelligente. Sostiene che, anche in un contesto di minaccia esistenziale, la società può essere mobilitata per generare nuove nascite e contribuire alla costruzione della prossima generazione. Nonostante le sfide, alcuni restano ottimisti, ma è evidente che l’Ucraina dovrà affrontare cambiamenti significativi, inclusa una politica migratoria aperta, per riprendersi demograficamente ed economicamente.