Dopo le esortazioni dedicate a San Giuseppe, Francesco di Sales, Dante e … Pascal, Papa Francesco pubblica, domenica 15 ottobre, una lettera per i 150 anni della nascita della carmelitana normanna. Invitando a seguire la “piccola via spirituale” di Teresa di Lisieux, richiama le priorità per la Chiesa.

In pieno Sinodo sulla sinodalità, il Papa chiede la fiducia. 

Per la voce di santa Teresa di Lisieux (1873-1897), nel giorno stesso della festa di Teresa d’Avila, Francesco propone una ‘piccola via’ per la missione: “una delle scoperte più importanti di Teresa, per il bene di tutto il popolo di Dio, è la sua ‘piccola via’, la via della fiducia e dell’amore, conosciuta anche come Via dell’infanzia spirituale”.

Un tesoro spirituale

Il 17 luglio 1896, Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo rimane solo un anno di vita. Scrive alla sua superiora, suor Marie del Sacro Cuore che non è altro che sua sorella maggiore Marie Martin: “È la fiducia e nient’altro che la fiducia che deve condurci all’amore”, scrive.

 C’est la confiance (è la fiducia), questo è il titolo dell’esortazione apostolica che papa Francesco pubblica il 15 ottobre 2023. 

Se non ha ricordato la data del 150° anniversario della nascita di Thérèse Martin (2 gennaio 1873) né del centenario della sua beatificazione (19 marzo 1923), è affinché “questo messaggio vada oltre le celebrazioni e sia inteso come parte del tesoro spirituale della Chiesa”. 

Dedicata a santa Teresa di Lisieux, dottore della Chiesa, l’esortazione riprende il cammino spirituale della piccola carmelitana morta all’età di 24 anni rivelandovi tutta la sua attualità pastorale: “Il suo genio è di condurci al centro, all’essenziale, al più indispensabile”, insiste il papa.

“Teologi, moralisti, pensatori della spiritualità, così come i pastori e ogni credente nel suo ambiente, dobbiamo ancora raccogliere questa geniale intuizione di Teresa e trarne le conseguenze sia teoriche che pratiche, sia dottrinali che pastorali, sia personali che comunitarie. Ci vuole audacia e libertà interiore per raggiungere questo obiettivo”. 

In quattro parti, conduce il lettore dalla scoperta del messaggio spirituale teresiano alle lezioni per il governo della Chiesa. 

Basandosi sulla lettura di Storia di un’anima, il Papa sottolinea “il modo [di Teresa di Lisieux] di considerare l’evangelizzazione per attrazione e non per pressione o proselitismo. 

In un paragrafo intitolato “La grazia ci libera dall’autoreferenzialità”, il Papa continua: “Di fronte a una concezione pelagiana della santità, individualista ed elitaria, più ascetica che mistica, che pone soprattutto l’accento sullo sforzo umano, Teresa sottolinea sempre il primato dell’azione di Dio, della sua grazia”. 

Crescere in santità

Una lettura con accenti quietisti che il papa tempera subito: “Giustificati gratuitamente dalla grazia santificante, siamo trasformati e capaci di cooperare con le nostre buone azioni a un cammino di crescita in santità”. 

E chi altro se non Teresa di Lisieux può incarnare meglio questa vocazione dei piccoli passi verso la santità, la carmelitana normanna anticipa di rivolgersi a Dio in questi termini: “Sarò davanti a voi a mani vuote”.

Di Teresa di Lisieux, ricordiamo ancora questo slancio: 

“Nel cuore della Chiesa, io sarò l’amore”. 

Mentre continuano i dibattiti sinodali, come stupirsi che il Papa, in una lettura molto politica, ricordi questo grido: “Non è il cuore di una Chiesa trionfalista, è il cuore di una Chiesa amorevole, umile e misericordiosa (…) Una tale scoperta del cuore della Chiesa è anche una grande luce per noi oggi, per non scandalizzarci dei limiti e delle debolezze dell’istituzione ecclesiastica, segnata da oscurità o peccati”, insiste Francesco.

Vai alla fonte

In diverse occasioni, torna alla sua prima esortazione apostolica (2013): “In Evangelii gaudium ho insistito sull’invito a tornare alla freschezza della fonte per enfatizzare ciò che è essenziale e indispensabile. Credo opportuno riprendere e proporre di nuovo questo invito”. 

Un modo anche, per il Papa, di rispondere ai suoi contraddittori, con la voce di una semplice carmelitana, tuttavia dottore della Chiesa: “Mostra con le sue parole e con il suo percorso personale che, anche se tutti gli insegnamenti e le norme della Chiesa hanno la loro importanza, il loro valore, la loro luce, alcuni sono più urgenti e più strutturanti nella vita cristiana. È qui che Teresa ha messo il suo sguardo e il suo cuore”.