Con l’esortazione apostolica Laudate Deum di Papa Francesco, come otto anni fa alla pubblicazione di Laudato si’, il sommo pontefice redige una potente accusa contro la voracità distruttiva e diseguale del capitalismo moderno.

Le ripercussioni delle sue parole, come durante la sua coraggiosa critica contro le fantasie identitarie dell’estrema destra nel recente viaggio a Marsiglia, dimostrano che gli appelli del Santo Padre superano di gran lunga la comunità cattolica. 

Laudate Deum si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà senza escludere atei e miscredenti.

Mai come oggi l’autorevolezza morale del Papa cattolico è universalmente riconosciuta.

Oltre ai riferimenti ai Vangeli come l’invito di san Francesco d’Assisi ad amare le creature, la nuova esortazione de Papa è un documento dalle idee politiche radicali.

Il sommo pontefice esprime una visione spirituale nella lotta contro il male che rosicchia l’abitabilità del nostro pianeta facendo riferimento ai “gemiti della terra”.

Il Papa stimmatizzando più e più volte la ricerca sfrenata del profitto, rende visibile ciò che tutti sanno: che il nostro modello economico cerca solo una cosa: agitarsi sempre di più, distruggere, produrre ancora e ancora in nome di un approccio consumista alla prosperità. Una visione della vita è come un’eterna prospezione alla ricerca di una crescita materialmente irraggiungibile e moralmente condannabile per il Papa.

Riprendendo i classici argomenti dell’anticapitalismo, il Papa solleva punti che si trovano nella bocca di Aurélien Barrau e degli attivisti ambientalisti. 

Il Santo Padre condanna così la ‘decadenza etica del potere reale mascherata dal marketing’ e accusa le nostre élite di falsi progressi.

Secondo Papa Francesco, quando si lancia “un progetto con un forte impatto ambientale e con effetti inquinanti, si illudono gli abitanti della regione parlando loro del progresso locale (…). Questo si tradurrà in una terra devastata, una regione desolata, senza vita e senza la gioia della convivenza”. 

Non solo il Papa spiega che la crescita è incompatibile con la conservazione delle risorse, ma condanna il pensiero tecno-soluzionista che la sta alla base. 

Dichiara che “le risorse naturali necessarie per la tecnologia come il litio, il silicio non sono certo illimitate, ma il problema più grande è l’ideologia che sta alla base di un’ossessione”. 

Questa diffusa convinzione che la tecnologia ci salverebbe dai nostri eccessi è un “modo mostruoso” di alimentare il nostro attuale paradigma tecnocratico.

Come sviluppato nel concetto di decrescita prospera, il sovrano pontefice sceglie di mettere in discussione il funzionamento elementare del nostro modello. 

Castiga “la logica del massimo profitto al minimo costo, mascherata da razionalità (…) e da promesse illusorie (che) rende impossibile ogni sincera preoccupazione per la casa comune e per la promozione dei lasciati indietro”. 

Oltre alla condanna delle devastazioni sul creato, Papa Francesco si interroga in profondità sul possesso diseguale del potere nella nostra società.

In effetti, critica l’accumulo di ricchezza a cui il capitalismo porta invariabilmente collegandolo alla questione del potere: “In quali mani si trova (…) tanto potere?”
 
È terribilmente rischioso che risieda in una piccola parte dell’umanità.

 Rompendo l’esca neoliberista, Papa Francesco denuncia “la cosiddetta “meritocrazia” che è diventata un potere umano “meritato” a cui tutto deve sottomettersi, un dominio di coloro che sono nati in migliori condizioni di sviluppo”. 

Sembra qui che il Santo Padre riprende una lettura classica delle lotte di classe.

Se i messaggi del Papa sono ascoltati all’interno delle sfere laiche, è perché sono tanto spirituali quanto politici. Non nel senso politico del termine, ma nella sua versione nobile: quella del servizio della Città. 

Questo nuovo appello è un messaggio spirituale che porta una forza immensa, sposando le tematiche ambientaliste di Nausicaä della Valle del Vento, e le idee anti-produttiviste del Signore degli Anelli

Non si può fare a meno di fare il collegamento con il rifiuto che i monaci certosini hanno recentemente formulato di aumentare la loro produzione, rifiutando filosoficamente il concetto di crescita infinita.

Dalle lezioni di umanità a Marsiglia alle sfide dell’ecologia radicale, Papa Francesco distilla messaggi di pace, speranza e prosperità post-capitalismo. 

Per alcuni sarebbe un papa di “sinistra”.

In realtà Papa Francesco è oltre gli schieramenti politici.

Mostra semplicemente umanità e buon senso, ed è in questo che è anni luce avanti ai leader politici. 

A coloro che si illudono ancora sulla capacità del capitalismo di salvarci, un passaggio della Laudate Deum recita“di fronte al volto dei bambini che pagheranno i danni delle loro azioni, si pone la questione del significato: qual è il significato della mia vita, qual è il significato del mio passaggio sulla terra (…) e dei miei sforzi?”