A Torino, una diciottenne di origini nigeriane, nata e cresciuta in Italia, potrebbe non essere ammessa all’esame di Maturità a causa del permesso di soggiorno scaduto e delle difficoltà burocratiche nel rinnovarlo. La sua insegnante di italiano e storia, Rachela Baroni, ha deciso di accompagnarla personalmente presso l’Ufficio Immigrazione per tentare di risolvere la situazione.

A Torino, una studentessa diciottenne di origini nigeriane, nata in Italia, rischia di non poter sostenere l’esame di maturità a causa del permesso di soggiorno scaduto e delle difficoltà nel rinnovarlo. Nonostante numerosi tentativi, la giovane non è riuscita ad accedere agli uffici competenti per regolarizzare la sua situazione. Di fronte a questa situazione, la sua insegnante di italiano e storia, Rachela Baroni, ha deciso di accompagnarla personalmente presso l’Ufficio Immigrazione di corso Verona. La docente ha dichiarato: “È brutto ammetterlo, le ho detto, ma forse vedendoti con una persona dalla pelle bianca ci faranno entrare”. 

La studentessa ha perso la madre nell’agosto 2023 e, da oltre un anno, si trova senza documenti validi. Questa situazione le ha impedito non solo di presentare la domanda per l’esame di maturità entro il termine del 30 dicembre, ma anche di accedere a servizi essenziali come l’assistenza sanitaria, poiché priva di un medico di base. La vicepreside dell’Istituto Beccari, Pierangela Mela, ha espresso preoccupazione: “Proviamo disagio e un senso di grande imbarazzo davanti a questa mancanza di tutela dei diritti”. 

Durante la visita all’Ufficio Immigrazione, è emerso che, a causa della scadenza del permesso di soggiorno, la procedura deve essere avviata ex novo. Per accelerare i tempi, è stato suggerito di richiedere un permesso per ricongiungimento familiare con la sorella maggiore, già cittadina italiana. Tuttavia, la mancanza del certificato di residenza del padre rappresenta un ulteriore ostacolo, con un appuntamento all’anagrafe fissato solo a fine febbraio. Questi ritardi burocratici rischiano di compromettere la possibilità della studentessa di ottenere la cittadinanza italiana entro il periodo previsto dalla legge, ovvero tra i 18 e i 19 anni. 

Questo caso mette in luce le sfide burocratiche che molti giovani di origine straniera affrontano in Italia, nonostante siano nati e cresciuti nel Paese. La scuola, in particolare l’Istituto Beccari, sta cercando di supportare la studentessa, ma si scontra con una “macchina burocratica” che rende difficile la tutela dei diritti fondamentali degli studenti