Daniela Santanchè, attuale Ministra del Turismo e figura di spicco di Fratelli d’Italia, è al centro di diverse indagini per falso in bilancio, truffa aggravata ai danni dell’INPS e bancarotta fraudolenta legate alle sue attività imprenditoriali, in particolare alla gestione di Visibilia Editore e Ki Group. Paradossalmente, negli anni, Santanchè è stata una delle voci più forti nel chiedere le dimissioni di altri politici per molto meno, senza che fossero nemmeno indagati. Da Lamorgese a Speranza, da Conte a Bonafede, la senatrice ha sempre invocato responsabilità e trasparenza, ma oggi è lei a rimanere al suo posto, nonostante i procedimenti a suo carico. Un doppio standard che solleva interrogativi sull’etica politica e sulla coerenza all’interno del governo Meloni.
Daniela Santanchè, attuale Ministra del Turismo, è al centro di diverse vicende giudiziarie legate alle sue attività imprenditoriali precedenti all’incarico governativo. In particolare, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio riguardante la gestione di Visibilia Editore, società di cui è stata presidente e amministratrice delegata fino al 2022. Secondo l’accusa, i bilanci dell’azienda avrebbero riportato attivi inesistenti per circa 3 milioni di euro, mascherando così perdite significative.
Oltre a ciò, Santanchè è indagata per truffa aggravata ai danni dell’INPS. L’accusa sostiene che, durante il periodo della pandemia da COVID-19, avrebbe richiesto e ottenuto fondi destinati alla cassa integrazione per alcuni dipendenti di Visibilia Editore, nonostante questi continuassero a lavorare, causando un danno all’ente previdenziale di oltre 126 mila euro.
Un’ulteriore indagine riguarda l’accusa di bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento di Ki Group, società operante nel settore dei prodotti biologici, di cui Santanchè è stata amministratrice tra il 2019 e il 2021. Il tribunale di Milano ha avviato la liquidazione giudiziale per Ki Group nel gennaio 2024, evidenziando un passivo di oltre 8,6 milioni di euro.
Sul fronte politico, Santanchè ha iniziato la sua carriera nel 1995 come collaboratrice di Ignazio La Russa all’interno di Alleanza Nazionale. Nel corso degli anni, ha ricoperto vari ruoli, tra cui deputata e sottosegretaria, passando attraverso diverse formazioni politiche come La Destra, il Popolo della Libertà e Forza Italia, fino ad approdare a Fratelli d’Italia, partito con il quale è stata eletta senatrice nel 2018 e nel 2022.
Il legame tra Santanchè e La Russa è consolidato da oltre vent’anni di collaborazione politica e personale. Recentemente, La Russa ha ribadito la solidità della loro amicizia, affermando che, indipendentemente dalle vicende giudiziarie, il loro rapporto rimarrà invariato.
Queste vicende hanno sollevato dibattiti sia a livello giudiziario che politico, con richieste di chiarimenti e possibili conseguenze sulla posizione di Santanchè all’interno del governo.
Nel corso della sua carriera politica, Daniela Santanchè ha frequentemente richiesto le dimissioni di vari esponenti politici, spesso anche in assenza di procedimenti giudiziari a loro carico. Ecco alcuni esempi significativi:
• Luciana Lamorgese: Durante il governo Draghi, Santanchè ha chiesto le dimissioni dell’allora Ministra dell’Interno in seguito a un rave party non autorizzato nel viterbese, sostenendo che un ministro dell’Interno avrebbe dovuto “interrogare la propria coscienza e rassegnare le dimissioni”.
• Roberto Speranza: Ha più volte sollecitato le dimissioni dell’ex Ministro della Salute, criticando la gestione della pandemia da COVID-19 e affermando che l’Italia non poteva “sostenere tutti i suoi guai”.
• Giuseppe Conte: Durante la crisi di governo del gennaio 2021, Santanchè ha invitato l’allora Presidente del Consiglio a dimettersi, esprimendo la sua contrarietà alla sua leadership.
• Lucia Azzolina: Ha criticato l’ex Ministra dell’Istruzione per l’acquisto dei “banchi a rotelle” durante l’emergenza COVID-19, definendo l’operazione uno spreco di denaro pubblico e chiedendo le sue dimissioni.
• Nicola Morra: Nel 2020, Santanchè ha chiesto le dimissioni dell’allora Presidente della Commissione parlamentare Antimafia per alcune sue dichiarazioni ritenute inappropriate.
• Pasquale Tridico: Ha sollecitato le dimissioni dell’ex Presidente dell’INPS, accusandolo di inefficienza nella gestione dell’ente e criticando l’aumento del suo stipendio.
• Manlio Di Stefano: Ha chiesto le dimissioni dell’ex Sottosegretario agli Esteri per aver confuso il Libano con la Libia in un tweet, ritenendo l’errore inaccettabile per un rappresentante del governo.
• Alfonso Bonafede: Ha invitato l’ex Ministro della Giustizia a dimettersi, accusandolo di aver permesso la scarcerazione di detenuti mafiosi durante la pandemia.
• Lorenzo Fioramonti: Nel 2019, ha chiesto le dimissioni dell’allora Ministro dell’Istruzione per alcuni commenti offensivi rivolti a lei in passato.
• Maria Elena Boschi: Nel 2017, ha sollecitato le dimissioni dell’ex Ministra per le Riforme Costituzionali, criticando la sua gestione politica.
• Giulio Terzi di Sant’Agata: Nel 2013, ha chiesto le dimissioni dell’allora Ministro degli Esteri per la gestione del caso dei marò italiani in India.
• Josefa Idem: Sempre nel 2013, ha invitato l’allora Ministra per le Pari Opportunità a dimettersi in seguito a una vicenda legata al mancato pagamento dell’ICI su un immobile di sua proprietà.
Questi episodi evidenziano come Santanchè abbia spesso adottato una linea politica severa nei confronti di colleghi coinvolti in controversie o criticità, richiedendo le loro dimissioni anche in assenza di procedimenti giudiziari formali.