Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina continua a suscitare dibattiti accesi, alimentati da preoccupazioni sia economiche che ambientali. Recentemente, l’aggiornamento del costo dell’opera a 13,5 miliardi di euro ha sollevato interrogativi sulla conformità alle normative europee.

Il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), Giuseppe Busia, ha espresso timori riguardo al superamento dei vincoli europei di spesa, sottolineando che un incremento superiore al 50% rispetto al capitolato d’appalto originario potrebbe configurare una violazione delle norme comunitarie, con il rischio di una procedura d’infrazione per l’Italia. 

Parallelamente, emergono criticità legate alla sicurezza sismica e all’impatto ambientale del progetto. La Commissione Tecnica di Valutazione dell’Impatto Ambientale ha dato un parere favorevole con riserve, evidenziando la necessità di integrazioni e approfondimenti, soprattutto in relazione alla sismicità dell’area e alla presenza di faglie attive. Inoltre, il Ministero dell’Ambiente ha richiesto ulteriori studi sull’approvvigionamento idrico dei cantieri e sul mantenimento della flora e fauna marina, indicando che le analisi attuali sono insufficienti. 

Nonostante queste preoccupazioni, alcuni studi evidenziano potenziali benefici economici dell’opera. Un’analisi costi-benefici condotta da Uniontrasporti, con la consulenza scientifica di Openeconomics, stima un Valore Attuale Netto Economico positivo di oltre 1,8 miliardi di euro, con un rapporto benefici/costi di 1,2. Il progetto prevede anche la creazione di circa 120.000 posti di lavoro, con un impatto significativo sul PIL nazionale. 

Tuttavia, le voci critiche sottolineano che tali stime potrebbero non tenere adeguatamente conto dei rischi ambientali e sismici. Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha espresso preoccupazioni riguardo all’incertezza dei costi e alle potenziali violazioni delle normative europee. Inoltre, il WWF ha annunciato l’intenzione di presentare un ricorso in Europa, denunciando l’assegnazione dell’opera senza gara d’appalto e la violazione delle direttive Habitat e Uccelli.

Il Ponte sullo Stretto rappresenta un’opera di grande ambizione, ma anche di notevole complessità. È fondamentale che le autorità competenti affrontino con rigore le questioni sollevate, garantendo che l’infrastruttura rispetti pienamente le normative europee e nazionali, sia sotto il profilo economico che ambientale. Solo attraverso un approccio trasparente e responsabile sarà possibile valutare se i benefici prospettati superino effettivamente i costi e i rischi associati.