“La scuola di Maria” promossa dalla Pontificia Accademia Mariana Internazionale in collaborazione con la Fraternitas Mater Dei et Ecclesiae e i Frati Francescani dell’Immacolata, ci ricorda che Maria è anche maestra.
Ella ci istruisce sul Vangelo come Arca vivente del Verbo incarnato, sacrario della risposta e reazione più alta di una creatura all’amore di Dio.
Maria, che ha concepito Cristo per opera dello Spirito Santo, l’Amore-Dio vivente, presiede alla nascita della Chiesa nel giorno della Pentecoste, quando il medesimo Spirito Santo invade il gruppo dei discepoli, primi fra questi gli Apostoli, e vivifica nell’unità e nella carità il corpo mistico e storico dei cristiani, l’umanità redenta.
Siamo qua venuti per implorare, mediante l’intercessione di Maria, la perenne continuazione dello stesso miracolo, ad attingere da lei, come da sorgente, un fiume nuovo di Spirito Santo.
La comunione ecclesiale, che al livello apostolico chiamiamo collegialità, cioè un’intercomunione di carità e di efficienza apostolica, in questa fatidica età del mondo e della Chiesa deve meglio onorare e rendere meglio operante nel sentimento e nell’azione, mediante l’amore la virtù di generare Cristo, e che imploriamo per noi affinché siamo capaci di compiere la nostra missione generatrice di Cristo nel mondo.
E innanzi tutto per noi lo domandiamo questo Amore, che in noi discendendo si chiama grazia e da noi risalendo in un «fiat», che fa eco a quello di Maria, è la nostra oblazione, è quella carità che speriamo non mai si estingua negli anni della vita mortale affinché arda per sempre in quella immortale.
E’ sempre il Concilio Vaticano II, nelle pagine a Maria dedicate che riconosce in Lei la Virgo fidelis.
È la prima virtù che a Dio ci unisce.
Chi penetra nel profondo della diagnosi dei bisogni di quest’ora tempestosa nella società, e per riflesso nella Chiesa di Dio, vede che ciò che più occorre alla Chiesa per essere in comunione con Cristo, e quindi con Dio e con gli uomini, prima d’ogni altra cosa è la fede, la fede soprannaturale, la fede semplice, piena e forte, la fede sincera, attinta alla sua fonte verace, la Parola di Dio, e al suo canale indefettibile, il magistero istituito e garantito da Cristo, la fede viva.
Maria è beata perché ha creduto (cfr. Lc. 1, 45).
Maria, poi, è anche esempio di speranza teologale.
L’attesa fiduciosa di un evento o di un incontro che cambia la via, quello con Cristo, è stata in primis vissuta da Maria.
Spes nostra, salve!
È così che si esprime la liturgia ed è così che viene celebrata Maria.
Madre della speranza. La speranza dei popoli e la speranza dei singoli.