TESTIMONI: Nella storia della Chiesa, alcuni uomini emergono non solo come testimoni della fede, ma come voci profetiche, che risuonano nell’oscurità dei tempi, portando luce e speranza. Uno di questi uomini è Enrique Angelo Angelelli Carletti, il cui nome è ormai saldamente intrecciato con la lotta per la giustizia sociale e la difesa dei più deboli in Argentina. 

Un Inizio Modesto e un Cuore Generoso

Nato il 17 luglio 1923 a Córdoba, in Argentina, Enrique Angelo Angelelli Carletti non avrebbe mai potuto immaginare il destino che lo attendeva. Cresciuto in una famiglia umile di emigranti italiani, Angelelli mostrò fin da giovane un profondo impegno per i valori della fede cattolica e della solidarietà umana. La sua formazione religiosa lo portò presto al seminario, dove emerse come studente devoto e diligente.

Il Cammino verso la Vocazione Episcopale

Dopo la sua Ordinazione sacerdotale a Roma nel 1949, Angelelli ritornò in patria, dove il suo cuore si spezzò vedendo la povertà dilagare tra i più vulnerabili della società. Fu questo il momento in cui il giovane sacerdote decise di dedicare la sua vita alla causa dei poveri e degli oppressi. Il suo impegno lo portò a diventare un punto di riferimento per la gioventù cattolica e a essere nominato vescovo ausiliare di Córdoba nel 1960.

La Lotta per la Giustizia Sociale

Come vescovo ausiliare, Angelelli non si limitò a esercitare un ministero tradizionale, ma si immerse appieno nelle lotte dei quartieri poveri di Córdoba, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione dei più umili. La sua voce divenne un faro di speranza per coloro che erano oppressi dall’ingiustizia sociale e dalla disuguaglianza economica. Tuttavia, il suo impegno non passò inosservato agli occhi dei potenti, che cominciarono a ostacolarlo e a diffamare il suo nome definendolo un “comunista”.

La Missione a La Rioja e la Tragica Fine

Nel 1968, Angelelli fu nominato vescovo di La Rioja, una regione segnata dalla povertà e dall’oppressione. Qui, il suo lavoro per i poveri e gli emarginati lo portò ad entrare in collisione con i potenti interessi economici e militari della regione. La sua voce si alzò sempre più forte contro le ingiustizie e i crimini perpetrati contro i più deboli, fino a quando, il 4 agosto 1976, fu brutalmente assassinato mentre tornava da una messa in memoria di due suoi sacerdoti uccisi.

La testimonianza di Papa Francesco, padre dei popoli e figlio del popolo argentino

Nonostante la sua morte tragica, il ricordo di Angelelli vive nel cuore del popolo argentino. Nel 2019 è stato finalmente riconosciuto come beato. La sua voce profetica continua a risuonare oggi, ispirando coloro che lottano per la giustizia e i diritti umani in tutto il mondo.

In una recente raccolta delle sue omelie edito in un volume della LEV, Papa Francesco che ne ha curato la prefazione, lo descrive come un dono per la Chiesa in Argentina, un uomo di grande libertà e amore per ogni persona, che ha abbracciato pienamente il Concilio Vaticano II e ha lavorato instancabilmente per attuarne gli insegnamenti nella sua diocesi. Angelelli è stato un pastore attento, che ha saputo comunicare con entusiasmo e trasmettere ai fedeli i messaggi della Chiesa universale, nonostante le crescenti ostilità e minacce.

Le sue omelie, raccolte nel volume “In ascolto di Dio e del popolo”, sono descritte come una fonte di ispirazione e crescita nel discernimento evangelico, offrendo orientamento nelle sfide della vita professionale, familiare e ecclesiale. Angelelli ha valorizzato la pietà popolare e ha predicato un Vangelo accessibile a tutti, ancorato alle realtà sociali e radicato nell’amore verso Cristo e la Chiesa.

Il testo evidenzia come Angelelli non sia stato un eroe, ma un autentico martire, testimone di una fede vissuta con coerenza e amore verso il prossimo. La sua vita e il suo ministero sono un richiamo a vivere il Vangelo con sincerità e a mettere in pratica gli insegnamenti di Cristo nell’amore verso gli altri, specialmente verso i più bisognosi.

Conclusioni

Monsignor Enrique Angelelli è stato molto più di un semplice vescovo. È stato un uomo il cui cuore compassionevole e la fede incrollabile lo hanno portato a dare la propria vita per gli altri. La sua storia ci ricorda che la lotta per la giustizia e la solidarietà non conosce confini, e che anche nelle situazioni più difficili, la fede e la speranza possono brillare come una luce nel buio.

Che il suo esempio continui a guidare e ispirare coloro che cercano un mondo di pace e giustizia per tutti.