In un recente sondaggio dell’INSEE emerge in Francia un netto calo dei cattolici, soprattutto dei praticanti.

Gli scandali sessuali perpetrati da qualche chierico, non ha purtroppo aiutato alla buona immagine della Chiesa.

Nel Paese più secolarizzato d’Europa, i media hanno colto al balzo la ghiotta occasione per écraser l’infâme.

Come figlia primogenita della Chiesa, esiste tuttavia in Francia una latente e permanente cultura cristiana.

La presenza di molti immigrati africani favorisce però il proselitismo verso le sette pentecostali.

Essi infatti sono più sensibili verso espressioni di religiosità emotiva e coinvolgente,

C’è anche da aggiungere che l’uomo di oggi predilige più l’elemento istintivo immediato che quello riflessivo.

Qualora la tendenza dovesse continuare, queste esperienze neo-protestanti rappresenteranno statisticamente la maggioranza dei culti in Francia.

Molto meno quello islamico malgrado una forte presenza di maghrebini.

Cresce, parallelamente e a sorpresa, l’identitarismo degli ebrei. 

In realtà gli islamici perdono i riferimenti all’ortodossia e alla legge.

In rari casi si radicalizzano in chiave revanscista o nazionalista in riferimento però ai loro Paesi di origine. 

Cresce l’identitarismo degli ebrei. 

Nel tornare all’interessante fenomeno degli ebrei, benché in minoranza, sono molto attivi nella Francia che, conta.

In questi ultimi tempi si sono ancora registrati atti di antisemitismo condannati dalla Chiesa.

La Conferenza episcopale francese (CEF) ha manifestato solidarietà verso gli ebrei.

I vescovi francesi hanno redatto un documento di fratellanza e rispetto sulla scia dell’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco che era riferita soprattutto ai musulmani.

La grande novità è che proprio in questi giorni, sempre i vescovi francesi, hanno diffuso un vademecum contro l’antisemitismo dei cristiani.

A modo di domanda e risposta si argomenta contro le accuse classiche mosse contro gli ebrei, prima fra tutte il “deicidio”, in seguito alla crocifissione di Cristo.

Il problema è complesso e affonda le sue radici nelle attività pecuniarie alle quali gli ebrei presto si dedicarono nella vecchia Europa.

Il giro di soldi a mezzo di usura creava tensioni, interessi e vendette che furono un vero e proprio boomerang contro i semiti.

È un viaggio intellettuale interessante l’addentrarsi nella letteratura ebraica e analizzare stili e contenuti in riferimento alla figura di Gesù di Nazareth.

Dai Toledoth anticristici polemici e blasfemi del Rinascimento, si è passati al riconoscimento di Gesù di Nazareth come perfetto ebreo (Flusser) o come fratello ritrovato (Ben-Chorin).

Il filosofo dell’alterità Martin Buber, in pieno movimento sionista, pur riconoscendo la distinzione irrisolvibile tra ebraismo e cristianesimo, sentiva fascino e rispetto verso Gesù e i suoi fedeli.

È confortante come la Chiesa sia il baluardo per la difesa della libertà religiosa, per il dialogo interreligioso e per la pacifica convivenza tra i popoli

Anche l’arte, con la “Crocifissione Bianca” di Marc Chagall, ha voluto esprimere lo stretto legame tra le sofferenze di Cristo, martire per eccellenza, e quelle subite dal popolo ebraico nel corso della propria storia millenaria. 

La Francia, figlia dell’Illuminismo e della Rivoluzione, si pone come laboratorio in Europa per il dialogo interreligioso e la pacifica convivenza tra diverse fedi, un tempo in forte conflitto.

Se la storia e l’esperienza dei popoli non rappresentasse un progresso, sarebbe vana.

È anche confortante vedere come, la tanto criticata e osteggiata Chiesa sia il baluardo per la difesa della libertà religiosa, per il dialogo interreligioso e per la pacifica convivenzatra i popoli

Più aumentavano le vessazioni verso una religione, dove magari un’altra era sul territorio più dominante, tanto più aumentava la rappresaglia polemica: teologica, sociale, umanistica, politica.

Il dibattito sulla figura di Gesù di Nazareth costringe da duemila anni le due religioni monoteiste a uno sforzo di autodefinizione che nella sua estrema serietà risulta arduo oltre che scomodo, ma che allo stesso tempo si mostra capace di produrre nuovi frutti per il dialogo ebraico-cristiano, perché solo una chiara e onesta autocomprensione può  figurare da base idonea a un sereno e proficuo confronto interreligioso.