La notte tra il 2 e 3 maggio 2023, due droni armati sono riusciti ad avvicinarsi al Cremlino e provocare qualche danno, benché abbattuti dalle forze di sicurezza nella fase finale del volo.

Mosca sostiene che si tratta di un tentato attentato al presidente Putin ordito dal nemico ucraino.

Analisti ed esperti militari si chiedono come si stata possibile la penetrazione furtiva dei due velivoli fino alla capitale russa.

È possibile, perciò, che si tratti di un’operazione sotto falsa bandiera (false flag) per indignare la popolazione russa ormai logora per i suoi giovani soldati morti sul fronte del Donbass.

Secondo diversi analisti, un attacco al simbolo del potere russo sarebbe una mossa temeraria e strategicamente poco redditizia per Kiev, con il potenziale per gravi ripercussioni.

Le modalità di questa guerra stanno portando al collasso – in ambo gli schieramenti – sia le risorse umane che il materiale bellico.

Qualora fosse una simulazione dolosa dei russi, è il pretesto per giustificare attacchi sempre più violenti contro gli ucraini e lo stesso presidente Zelensky.

Se viceversa i due droni fossero stati davvero controllati da un nemico esterno, la Russia è vulnerabile persino nei suoi palazzi del potere

Cercando di stemperare i toni, la Casa Bianca ha dichiarato di non incoraggiare l’Ucraina a colpire al di fuori dei suoi confini. “

Sono state cancellate le parate a Belgorod e a Kursk del 9 maggio per celebrare la vittoria sul nazifascismo.

Kiev dichiarandosi estranea ai fatti suppone che la Russia avrebbe inscenato l’incidente per distogliere l’attenzione dall’imminente controffensiva ucraina e forse per giustificare un’escalation dei propri attacchi. 

Il network televisivo statunitense CNN afferma che l’attacco potrebbe anche essere il frutto di oppositori clandestini russi, intenzionata a sabotare lo sforzo bellico. 

Al momento nessuna ipotesi è esclusa e gli interrogativi si moltiplicano.

Se dietro l’azione condottasse con i droni potrebbe esserci chiunque, compresi ‘patrioti russi’ che si oppongono a Putin. 

Agli ucraini, in ogni caso, l’operazione non sembra portare vantaggi immediati a livello militare o strategico.