In un documento dal contenuto inedito, il dicastero per la dottrina della fede ha esplicitamente dato il via libera alla benedizione delle “coppie irregolari”, compresi i divorziati risposati e le coppie omosessuali. Un’evoluzione importante, anche se il Vaticano distingue chiaramente questa possibilità da qualsiasi matrimonio.

Un documento di una decina di pagine per un cambiamento fondamentale. In una dichiarazione dottrinale pubblicata lunedì 18 dicembre, il Vaticano autorizza esplicitamente, per la prima volta, la benedizione delle coppie omosessuali.

«È possibile benedire le coppie irregolari e le coppie dello stesso sesso», afferma così il dicastero per la dottrina della fede, in una dichiarazione di una decina di pagine intitolata Fiducia supplicans” («La fiducia supplicante»), sul significato pastorale delle benedizioni, approvata da Papa Francesco e diffusa dal Vaticano in cinque lingue. Questa benedizione, insistono gli autori del documento, può essere praticata a condizione di “non creare confusione con la benedizione del matrimonio”.

Per evitare confusione con un matrimonio, di cui il Vaticano ribadisce che deve riguardare esclusivamente le coppie formate da un uomo e una donna, la benedizione delle coppie omosessuali “non sarà mai compiuta contemporaneamente ai riti di unione civili”. Anche le coppie non dovranno indossare abiti “puliti per il matrimonio”. Un modo per evitare qualsiasi forma di “scandalo”,insiste la Santa Sede.

Concretamente, Roma si mostra abbastanza precisa nelle sue raccomandazioni. 

Una tale benedizione può così trovare il suo posto “in altri contesti”che durante una messa, afferma il Vaticano. Può avvenire ad esempio “in un santuario”,durante “un incontro con un sacerdote”,una “preghiera recitata in gruppo”o anche un “pellegrinaggio”.

Continuando a camminare su questa linea di cresta, permettendo di aprire le benedizioni alle coppie dello stesso sesso senza toccare la dottrina che si riferisce al matrimonio, Roma non intende, contrariamente a quanto avevano fatto i vescovi belgi nell’autunno del 2022, pubblicare un rituale particolare in materia.

«Non bisogna né promuovere né prevedere un rituale di benedizione delle coppie in situazione irregolare», scrive infatti il prefetto del dicastero della dottrina della fede, il cardinale Victor Manuel Fernandez, firmatario di questo testo.

Tuttavia, continua il Vaticano, «non bisogna nemmeno impedire o vietare la vicinanza della Chiesa a qualsiasi situazione in cui si cerchi l’aiuto di Dio per mezzo di una semplice benedizione».

“Benedizioni spontanee”

Molto concretamente, il Vaticano dà anche elementi per questa benedizione.“Nella breve preghiera che può precedere questa benedizione spontanea, il ministro ordinato potrebbe chiedere per loro la pace, la salute, uno spirito di pazienza, di dialogo e di aiuto reciproco, ma anche la luce e la forza di Dio per poter compiere pienamente la sua volontà”,dettagliano gli autori.

Nel suo testo Roma riserva questa ‘benedizione spontanea’ai ‘ministri ordinati’.«La sensibilità pastorale dei ministri ordinati deve essere educata anche a compiere spontaneamente benedizioni che non si trovano nel Rituale delle benedizioni»,spiega il documento.

La benedizione delle “coppie in situazione irregolare”,che può riguardare anche le persone divorziate risposate, non entra quindi nell’ambito della liturgia ma in quello, diverso, della “pietà popolare”. Una distinzione sottile ma essenziale operata dal Vaticano.

“Nella pietà popolare, il sacerdote ha un posizionamento e parole diverse da quelle che adotta in una liturgia, spiega monsignor Philippe Bordeyne, presidente del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia.

Nella liturgia, il sacerdote presiede. Nella pietà popolare, no”.

Una “semplice benedizione” non è un sacramento

Per affrontare questa domanda, il dicastero per la dottrina della fede passa attraverso un approfondimento teologico della nozione stessa di benedizioni. Questi, scrive il Vaticano, sono tra i riti più diffusi e sono ‘in continua evoluzione’.

Da questo punto di vista, Roma distingue due forme di benedizioni. In primo luogo, quelle concesse ‘in un quadro liturgico’, che ‘esige che ciò che è benedetto sia conforme alla volontà di Dio così come è espressa negli insegnamenti della Chiesa’. È in virtù di questa definizione che il matrimonio può essere riservato solo a una coppia composta da un uomo e una donna.

Ma «bisogna anche evitare il rischio di ridurre il senso delle benedizioni solo in questo punto di vista»,avverte il prefetto del dicastero erede della Santa Inquisizione, che differenzia così un sacramento, come quello del matrimonio, e una ‘semplice benedizione’. Tuttavia, le “condizioni morali”per accedere a queste due pratiche della Chiesa cattolica non possono essere simili.

In questo secondo caso, la benedizione è davvero “una richiesta di aiuto rivolta a Dio”,aveva affermato il papa in una risposta indirizzata il 2 ottobre a diversi cardinali che lo interrogavano su diversi punti, tra cui la benedizione delle coppie omosessuali. Francesco vi aveva già affermato che “la Chiesa evita ogni tipo di rito che potrebbe contraddire”la convinzione che il matrimonio sia riservato alle coppie formate da un uomo e una donna. Ma apriva chiaramente una porta alle benedizioni delle coppie dello stesso sesso invocando in particolare la ‘carità pastorale’.

Non approvare lo stile di vita

Questa volta la Santa Sede va molto oltre, e soprattutto in modo molto più esplicito, sottolineando che benedire persone considerate in situazione irregolare dalla Chiesa non consiste nell’avallare il loro stile di vita, né nel “convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio”,insiste il cardinale Fernandez.

“Queste forme di benedizione esprimono una supplica a Dio affinché conceda gli aiuti che provengono dagli impulsi del suo Spirito”, dettagliano gli autori del documento. L’obiettivo è che “le relazioni umane possano maturare e crescere nella fedeltà al messaggio del Vangelo, liberarsi dalle loro imperfezioni e fragilità ed esprimersi nella dimensione sempre più grande dell’amore divino”.

Per il prefetto del dicastero della dottrina della fede, che cita Francesco in molte volte durante le 10 pagine che costituiscono il documento, a nessuno deve essere negata una benedizione.

 “Ci sono molte occasioni in cui le persone vengono spontaneamente a chiedere una benedizione, sia durante i pellegrinaggi, nei santuari, o anche per strada quando incontrano un prete”, sviluppa così il Vaticano.

Se il rifiuto non è possibile, è perché una persona che chiede la benedizione “mostra che ha bisogno della preXXsenza salvifica di Dio nella sua storia”. Rivolgendosi alla Chiesa, coloro che chiedono una tale benedizione ammettono anche che “la vita della Chiesa ci aiuta ad andare avanti, a vivere meglio, a rispondere alla volontà del Signore”.

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Il Vaticano e la benedizione delle coppie omosessuali

In una nota pubblicata nel marzo 2021, la Congregazione per la dottrina della fede ha dichiarato “illecita qualsiasi forma di benedizione che tende a riconoscere (le) unioni” omosessuali, precisando che non si può benedire una relazione che coinvolge una pratica sessuale al di fuori del matrimonio e quindi “fuori dall’unione indissolubile di un uomo e di una donna aperta in sé alla trasmissione della vita”.

Il 2 ottobre 2023, in risposta alle dubiainviate da cinque cardinali, Papa Francesco ha riaffermato che la Chiesa riconosce solo il matrimonio tra un uomo e una donna, ma ha invitato a cercare alcune forme di benedizioni che potrebbero rientrare in questo quadro e “che non trasmettono una falsa concezione del matrimonio”.