Il Papa a Marsiglia incontrerà una città segnata dalle devastazioni del traffico di droga, che ha ucciso ancora di recente. Francesco potrebbe trasmettere un messaggio di speranza e scoraggiare la legalizzazione della cannabis il cui dibattito è in corso nel Paese transalpino.

È dal XVI secolo, che la città mediterranea della Francia, all’epoca vittima di regolari epidemie di peste, non ha ricevuto la visita di un Papa. La peste di oggi si chiama droga.

Stendhal l’ha definita “la città più bella di Francia”, questa “porta dell’Oriente” teatro attuale di fatti di criminalità con numerosi giovani uccisi. 

Nel settembre 2015, davanti alle Nazioni Unite, Papa Francesco ha evocato la guerra contro il narcotraffico, fenomeno che “in silenzio provoca la morte di milioni di persone ed è debolmente combattuto”.

Nel 2022 in Francia, se il livello record di sequestri di droga illustra senza dubbio la determinazione delle forze di polizia, non si vedono effetti concreti sul rallentamento del consumo di stupefacenti sia nei territori metropolitani che in quelli francesi d’oltremare nell’Atlantico e nel Pacifico.

Rimane aperta la domanda sulla volontà politica per fermare la prospera economia del narcotraffico che rende circa tre miliardi di euro in aree di precarietà e forte immigrazione, dove i rais e i loro sicari dettano legge.

La lotta contro la diffusione della droga in tutta la società e la cura medica dei tossicodipendenti meriterebbero in ogni caso di essere formulate e condotte nell’ambito di una politica pubblica distinta da altre dipendenze e attenzionata come priorità nazionale.

A Marsiglia il capo dello Stato ha indicato la responsabilità dei clienti e “la spettacolarizzazione del consumo ricreativo”che appare nelle fiction popolari.

Le prime immagini della popolarissima serie Marsiglia mostrano il sindaco della città che “sniffa un binario di cocaina”

Ciò che rallenta una vera mobilitazione generale è l’assenza di campagne governative di comunicazione antidroga così come programmi di prevenzione scolastica sull’abuso di tabacco e alcol.

La legalizzazione della vendita e della produzione di cannabis è spesso presentata come la panacea quando è solo una fuga in avanti, che “non ridurrebbe l’estensione e l’influenza della dipendenza da droghe”. 

L’Olanda, primatista nella depenalizzazione di cannabis in Europa, è diventata la principale produttrice di droghe sintetiche e lo spedizioniere per eccellenza della cocaina già tagliata. 

La Germania che cede alle sirene della legalizzazione della cannabis, un giorno esporterà la sua sovrapproduzione.

Rendere legali le sostanze psicoattive significa nascondere la dipendenza, la perdita di controllo e gli effetti somatici che producono. 

A parte la gestione medica del dolore, ci si chiede a cosa si traduca la ricerca psicotropica di piacere illimitato, di aumento delle prestazioni, di fuga dalle contingenze del mondo…

La droga offre solo alienazione e per finire la degenerazione fisica e mentale con un rischio crescente di overdose legato all’arrivo di oppioidi sintetici (Fentanyl).

La cancellazione spirituale della cristianità lascerebbe il posto alle vanità e al vuoto che si addicono bene al vero oppio del popolo. 

Anche per coloro che non hanno, poco o più fede, ci si aspetta dal Papa, allo stadio Vélodrome, un antidoto di speranza basato sull’autostima, sul gusto di vivere, sulla legalità e sulla carità?

A Notre-Dame-de-la Garde, Francesco celebrerà una Messa, quasi ottant’anni dopo quella della liberazione di Marsiglia da parte delle truppe del generale de Monsabert.

Si trattava di una diversità ben amalgamata di soldati, che vinse per la determinazione verso un comune obiettivo.

Papa Francesco potrebbe ispirarsene per infondere lo stesso coraggio e spirito di unità in una lotta altrettanto strenua contro il nemico della droga.