Israele si è posto una dura sfida nell’obiettivo di sconfiggere Hamas. Ma una domanda ancora più grande incombe: una volta l’esercito d’Israele sarà entrato a Gaza, come e quando ne uscirà?

Esperti di combattimento urbano delle forze speciali degli USA sono da qualche tempo arrivati in Israele per fornire addestramento ai commilitoni dello stato ebreo nell’annunciata operazione militare complessa e cruenta nella Striscia di Gaza.

È possibile che la loro presenza serva anche per rallentare l’offensiva e portare a più miti consigli Netanyahou.

Biden, infatti, vede sfumare l’accordo di Israele con l’Arabia Saudita, e invita il capo del governo israeliano a non usare il pugno di ferro per evitare un effetto Afghanistan o Irak di cui gli Usa ne pagano ancora le spese.

Il costo del sangue, specie di civili, provoca sempre l’indignazione generale e quindi l’isolamento per un Paese che, come Israele, è circondato da nemici.

Il più furento è naturalmente l’Iran, che è riuscito a innescare la solidarietà panaraba e a sabotare l’avvicinamento dei Saudi sunniti a Israele.

L’Iran considera sua creatura primogenita Hezbollah del Libano.

Se il conflitto dovesse allargarsi a livello ragionale, è possibile che consegnerebbe Hamas al suo destino, pur di salvare la milizia sciita del Sud del Libano.

Da almeno quattrodici anni, Hamas è finanziato paradossalmente dallo stesso Israele in chiave anti OLP.

È riuscito ad aumentare il proprio consenso politico con una dinamica simile a quella dei Fratelli Musulmani di cui è creatura.

I Palestinesi sono divisi, sia geograficamente tra Gaza e Cisgiordania, sia politicamente.

Un ritorno allo status quo ante produrrà una nuova guerra e che l’Autorità palestinese è troppo debole e divisa per governare.

Hamas, tuttavia, rappresenta un’idea politica e religiosa che non può essere smantellata, ed è un’organizzazione che ha prosperato sulla sua reputazione tra i palestinesi per aver abbracciato la lotta armata e il “martiridio” contro Israele.

Eliminati i capi di oggi, ci saranno nuovi capi di Hamas con ancora più odio in corpo.

Hamas può essere sconfitto militarmente e rimanere politicamente rilevante.

Gli esempi abbondano, comprese le vittorie militari americane in Iraq e Afghanistan in nome di obiettivi politici ampi e ambiziosi, come la democratizzazione e l’uguaglianza di genere, che hanno portato al fallimento.

Le facili conquiste si sono concluse in lunghe e feroci campagne di controinsurrezione contro le milizie locali e i combattenti islamisti radicali che conoscevano il territorio, che vivevano tra la popolazione e che non obbedivano alla Convenzione di Ginevra o alle regole di guerra.

Israele non può occupare Gaza a tempo indeterminato e non può spingere la popolazione in Egitto, che non vuole avere nulla a che fare con Gaza.

Se Hamas e gruppi simili vengono distrutti a Gaza, come promette Israele, forse l’UNTSO potrebbe aiutare a mantenere la pace anche all’interno di Gaza come una sorta di forza di polizia supplementare mentre lo status e la credibilità dell’Autorità palestinese verrebbero in qualche modo riesumati.

Le inevitabili morti e le ferite dei civili, come ha sempre fatto, alla fine porteranno una pressione significativa su Israele per negoziare un cessate il fuoco, pressioni, specialmente da Washington, che potrebbero diventare insostenibili prima che Israele abbia raggiunto il suo obiettivo militare dichiarato.

Israele sta già cercando di preparare i suoi sostenitori in tutto il mondo, e specialmente negli Stati Uniti, a resistere a questo tipo di pressione per fermare la sua operazione prima che Hamas venga smantellato.

Tenente Il colonnello Jonathan Conricus, portavoce dell’esercito israeliano, ha recentemente esortato l’American Israel Public Affairs Committee, un gruppo di lobby pro-Israele con sede a Washington, a rimanere con Israele indipendentemente dalle critiche.

Il problema è che i 5100 morti palestinesi sono un’atrocità, se considerato il breve lasso di tempo dall’inizio delle ostilità.

Innocenti erano gli Israeliani uccisi da Hamas, ma innocenti sono le vittime di questa crudele guerra che aggiunge ai morti i feriti, ai feriti gli esodati e tra gli esodati bambini che crescendo senza un futuro si daranno alla lotta armata.