CHIESA: Dopo un anno di approfondite indagini e otto anni di fervida attività della sedicente veggente Gisella Cardia, nota anche come Maria Giuseppa Scarpulla, finalmente la Chiesa, tramite il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi, ha emesso un netto giudizio sulle presunte apparizioni della Madonna nel celebre campo che si affaccia sul lago di Bracciano.

Il campo, adornato da una grande statua della Vergine, e la casa dei Cardia, dove, stando alle loro testimonianze, si sarebbero verificati altri prodigi, quali lacrimazioni e trasudazioni di liquido da parte di simulacri della Madonna, erano stati il centro di raduni di fedeli e di attenzione mediatica.

La signora Cardia aveva fornito numerose dichiarazioni riguardanti presunti messaggi ricevuti dalla Madonna, da divulgare ai suoi seguaci riuniti in preghiera ogni tre del mese e all’intera umanità. Durante le indagini, sono emersi racconti di prodigi come la moltiplicazione di cibo e la presunta manifestazione delle stimmate durante la Quaresima, oltre all’apparizione di scritte in aramaico sulle pareti della casa e l’intenzione di costruire un pozzo da cui sgorgherebbe acqua benedetta.

Nessun ministro di culto deve associare la dottrina cattolica con
le attività di un’associazione priva di validità spirituale e finalizzata al profitto

Le risposte evasive da parte dei Cardia, l’atteggiamento minaccioso del marito, hanno alimentato ulteriormente i dubbi sulla veridicità dei fenomeni dando adito a un tam tam mediatico.

Dopo quasi un anno di indagini, il vescovo Salvi ha dichiarato che nel campo di Trevignano non si è mai verificata alcuna apparizione della Madonna, né si sono mai prodotti miracoli di alcun genere. Gisella Cardia, il marito e i loro seguaci sono stati invitati a non tenere più raduni pubblici e privati, in quanto la Chiesa ha definitivamente giudicato il fenomeno come “non soprannaturale”, sottolineando che nessun ministro di culto deve associare la dottrina cattolica con le attività di un’associazione priva di validità spirituale e finalizzata al profitto.

L’annuncio del vescovo Salvi costituisce non solo un’anatema contro le pratiche della sedicente veggente e dei suoi collaboratori, ma rappresenta anche un richiamo all’autorità giudiziaria affinché indaghi su possibili reati di truffa legati alla vendita di oggetti religiosi e alle donazioni ricevute dai fedeli. È probabile che questo provvedimento non segni la fine della vicenda, ma piuttosto l’inizio di una complessa indagine che coinvolgerà le autorità competenti.