Si accende un dibattito sul coinvolgimento emotivo dell’intelligenza artificiale nell’uomo.

La fantascienza precorre i futuri scenari con la letteratura e il cinema.

Nel 2001 Spielberg ci presentò “A.I.”, la storia della mamma che si fa amare dal bambino robot e il bambino robot che non può più fare a meno della mamma.

Nel 2014 il lungometraggio  “Her” è la storia di un giovane, divorziato da poco, un po’ solo, che si innamora della voce artificiale del suo computer.

L’amore è un concetto complesso e soggettivo che coinvolge emozioni, sentimenti e interazioni sociali. 

Per il momento le intelligenze artificiali non sono in grado di amare allo stesso modo degli esseri umani, perché non sono dotate di autocoscienza, emozioni o sentimenti”, difende ChatGPT, se sollecitate.

Certo, un’intelligenza artificiale è in grado di scherzare o mostrare empatia, tranne per il fatto che si limita a simulare emozioni, non le prova.

D’altra parte, di fronte agli oggetti, alle macchine, l’essere umano ha una naturale tendenza all’antropomorfismo. Lo conferma lo psicanalista Serge Tisseron, autore di “La presa insidiosa delle macchine parlanti” . 

Il rischio, spiega il medico, è poi quello di curare queste macchine proiettando su di esse intenzioni, qualità umane pur sapendo paradossalmente che non lo sono, umani. 

Un attaccamento e una personificazione che possono diventare “problematici” non solo creando confusione sullo statuto delle macchine, ma anche sconvolgendo la nozione di libertà e autonomia individuale. 

Perché dando l’impressione di ascoltarci, di risponderci, le macchine lusingano il nostro bisogno di riconoscimento.

 È in questa veste che un’I.A. conversazionale potrebbe quindi, in uno scenario pessimistico, manipolarci, influenzarci, per scopi commerciali o politici, ad esempio. 

Tanto più che le macchine ci sono così utili che pensare per noi, decidere per noi, può essere un sollievo per alcuni, afferma.

È la cosiddetta tecnica del “nudge” ovvero come, con un incentivo discreto e non vincolante, l’individuo arriva a modificare il proprio comportamento, a volte senza nemmeno accorgersene.

Quando il linguaggio delle macchine viene integrato nell’ambiente sociale di un individuo, questo mondo dai confini ricomposti trasforma surrettiziamente il significato dei suoi valori.

A rischio sono in particolare le persone vulnerabili come i bambini o gli anziani.