“C’è ancora domani” non è solo l’esordio alla regia cinematografica di Paola Cortellesi. L’autrice riesce ad armonizzare il neorealismo cinematografico dei gloriosi anni Cinquanta con la commedia all’italiana attraverso la suggestiva scelta di una fotografia in bianco e nero.

Se solo registi come Rossellini, Visconti o De Sica, infatti, avessero potuto prevedere che nel 2023 un’attrice di talento e spessore avrebbe osato (riuscendoci) realizzare un prezioso (e giustamente in bianco e nero) documento storico-didattico (da scuola, in tutto e per tutto!), adatto a dimostrare visivamente la possibile e naturale convivenza tra Neorealismo (padre) e Commedia all’Italiana (figlia), ricorrendo naturalmente a “tecniche di realtà” in scenografia e recitazioni (Neorealismo), nonché a frammenti teatrali di linguaggio (Commedia all’Italiana), allora sì che avrebbero potuto esclamare entusiasti ed ottimisti, in un’ottica visionaria e da avvenire: “C’è ancora domani!”.

Far rivivere non è semplice, ma è ancora più difficile l’adattamento di monumenti storico-filmici del passato, spesso, purtroppo, assai dimenticati.

La Cortellesi regista riesce anche in questo, infondendo dinamismo e dinamicità a diverse sequenze, anche attraverso musica contemporanea, trasformando (forse è stata la prima in Italia a farlo) una scena di violenza sulle donne in un musical di denuncia, che rende il momento ancora più struggente.

Non le riesce tanto bene, in questo contesto, solo la sequenza musicata dell’incontro con il suo vecchio amore, tant’è che quei minuti risultano stonanti, ma per fortuna di breve durata.

Come sono solo quattro o cinque i bruschi stacchi di un montaggio ben adatto a rievocare con nostalgia la nostra Storia del Cinema invidiata in tutto il mondo, addirittura con sapienti giochi di camera spingendosi sino alle origini, portando alla mente sensazioni da cinema muto, come in un intro giustamente didascalico, ma con un gesto finto (lo schiaffo di risposta al buongiorno mattutino datole da un bravo Mastandrea, che ne sbaglia solo una o due, a differenza di quel mostro sacro di Colangeli e della Cortellesi stessa, sempre impeccabile, comica e amara.

A dire il vero, a proposito di cast gli attori sono ben diretti, chi più e chi meno rivelano professionalità (si distinguono benissimo Marchioni e Centorame).

Non fa niente per due minimi momenti prevedibili se la seconda parte è tutta sorprese, con un finale molto commovente e da fiaba dopo la miscela di stilemi amari, drammatici e comici (con tanto di ipocrisie concatenanti tra le diverse classi sociali), un epilogo poetico, politico, a regola d’immagine: è l’artistica vittoria politica di tutte le donne, la grande risposta forte e silenziosa di una donna vittima coraggiosa silente, ma umana ed intelligente, del maschilismo patriarcale ancora da abbattere, per vie traverse o dirette.

Dunque, pur trattandosi di film diversi (ma lo scenario è quello), se la Magnani di “Roma città aperta” viene sparata mentre corre spaventata, la Cortellesi in questo film arriva a destinazione dopo la “marcia del voto”, pur con gli stessi sentimenti: le epoche sarebbero cambiate, e qualcuno avrebbe potuto scriverlo (ma deve ancora farlo) che “c’è ancora (un) domani”…

Anno: 2023

Genere: Drammatico

Produzione: Italia

Durata: 118 minuti

Al cinema: 548 sale cinematografiche

Regia di: Paola Cortellesi

Attori: Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli Giorgio Colangeli, Vinicio Marchioni, Francesco Centorame

Uscita: giovedì 26 ottobre 2023