La malaria continua a essere una delle malattie più mortali al mondo, con quasi 600.000 decessi solo nel 2023, la maggior parte dei quali si è verificata in Africa. Nonostante i progressi nei vaccini e nelle terapie, il parassita responsabile della malattia, Plasmodium falciparum, trasmesso dalle zanzare del genere Anopheles, continua a rappresentare una minaccia per milioni di persone. Ora, un team di scienziati dell’Imperial College di Londra sta sviluppando una soluzione genetica rivoluzionaria: rendere le zanzare resistenti al parassita della malaria, impedendo così la trasmissione della malattia.

Modificare le zanzare per fermare la malaria

Nel cuore di Londra, in un laboratorio di malattie infettive, gli scienziati del progetto Transmission Zero stanno lavorando su una modifica genetica che potrebbe trasformare per sempre la lotta contro la malaria. L’obiettivo è introdurre nei geni delle zanzare delle sequenze in grado di bloccare il parassita, rendendole incapaci di trasmettere l’infezione agli esseri umani.

“Questi sono geni esogeni che portiamo nella zanzara. Sono molecole antimicrobiche note di altre specie. Ad esempio, uno di loro che stiamo usando proviene dall’ape da miele. Abbiamo bisogno di questa modifica per propagarsi e diffondersi, così che ogni zanzara che trasmette la malaria in Africa alla fine la porti”, spiega il dottor Nikolai Windbichler, genetista dell’Imperial College di Londra.

L’idea è semplice nella teoria ma complessa nella realizzazione: se le zanzare modificate riuscissero a diffondere il gene resistente al parassita attraverso le loro generazioni, si potrebbe interrompere il ciclo di trasmissione della malaria in modo permanente.

Sicurezza ed efficacia prima di tutto

Nonostante il potenziale rivoluzionario della ricerca, l’applicazione di modifiche genetiche negli ecosistemi naturali solleva interrogativi scientifici ed etici. Prima di poter essere utilizzata sul campo, questa tecnologia dovrà superare rigorosi test di sicurezza e validazione.

“Dobbiamo dimostrare in laboratorio che funziona e che funziona nel modo in cui vogliamo. Poi dobbiamo assicurarci che sia sicuro e che non causi danni indesiderati alle persone o all’ambiente. Inoltre, deve essere accettato dalle comunità locali e dalle autorità di regolamentazione prima che possa essere testato sul campo”, sottolinea il professor George K. Christophides, direttore del laboratorio all’Imperial College.

La resistenza alla malaria dovrà infatti dimostrarsi stabile nel tempo, senza rischi di mutazioni impreviste o di effetti collaterali sugli ecosistemi. La modifica genetica, infatti, dovrà essere bilanciata con la naturale biodiversità degli ambienti tropicali per evitare squilibri.

Una strategia integrata contro la malaria

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente approvato due vaccini contro la malaria, che si sono dimostrati sicuri ed efficaci, in particolare per i bambini. Tuttavia, i vaccini da soli non bastano a fermare la diffusione della malattia.

Per questo, gli scienziati stanno sperimentando più strategie contemporaneamente. Oltre alla modifica genetica proposta dal team di Transmission Zero, si stanno studiando altre soluzioni, come l’ingegneria delle zanzare per produrre solo esemplari maschi, che non pungono e quindi non trasmettono la malaria. Tuttavia, queste modifiche genetiche tendono a svanire dopo alcune generazioni, rendendo necessario un approccio più stabile e duraturo.

Se la modifica genetica attualmente in fase di studio si rivelasse efficace, potrebbe rappresentare una soluzione a lungo termine, garantendo che le generazioni future di zanzare siano naturalmente incapaci di diffondere la malaria.

Una rivoluzione possibile?

L’idea di sconfiggere la malaria modificando geneticamente le zanzare potrebbe sembrare futuristica, ma le ricerche in corso stanno dimostrando che questa strada è percorribile. Resta da capire quanto tempo sarà necessario per testarla sul campo e quali saranno le reazioni delle comunità coinvolte.

Quel che è certo è che la malaria continua a essere una delle principali emergenze sanitarie globali, e ogni nuovo approccio potrebbe fare la differenza nella lotta contro questa malattia millenaria. La scienza, ancora una volta, sta cercando di riscrivere il destino di milioni di persone con l’arma più potente a disposizione dell’umanità: l’innovazione.