Un gruppo di prestigiosi rabbini e accademici ebrei ha espresso il suo sostegno a Papa Francesco in un momento di crescente tensione tra Israele e la Santa Sede sulla questione dei bombardamenti sulla Striscia di Gaza. 

La lettera, firmata da rabbini come Jehoshua Ahrens, Yitz Greenberg e David Meyer, insieme a due accademici specializzati nel dialogo ebraico-cristiano, Karma Ben Johanan e Malka Zeiger Simkovich, è un gesto di apprezzamento per gli sforzi della Chiesa nel coltivare la comprensione e l’amicizia tra le due comunità.

Nella lettera inviata al Pontefice, i firmatari ringraziano Francesco per il suo impegno nel trasformare le relazioni tra ebrei e cristiani, riconoscendo il valore della ricerca della pace e della solidarietà in un momento in cui l’instabilità minaccia le relazioni coltivate per decenni.

Questo gesto arriva in un momento critico, in cui le tensioni tra Israele e la Santa Sede sono in aumento. Recentemente, il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha definito l’operazione israeliana a Gaza come “sproporzionata” e ha condannato le violenze che hanno causato migliaia di vittime innocenti.

Le critiche di Tel Aviv contro Parolin sono state forti, con l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede descrivendo le sue dichiarazioni come “deplorevoli” e sottolineando la necessità di considerare tutte le circostanze e i dati rilevanti prima di formulare giudizi.

La diplomazia della cultura ha stemperato le tensioni
incipienti tra Santa Sede e Israele sulla questione di Gaza

Il confronto tra Israele e il Vaticano ha portato a un’escalation retorica, con entrambe le parti che difendono le proprie posizioni con fermezza. Tuttavia, nel mezzo di questa polemica, la lettera dei cinque rabbini e accademici rappresenta un raggio di speranza e un segnale di solidarietà.

Dopo 24 ore una nuova nota diplomatica da Israele, ha riconosciuto un errore di traduzione dall’italiano e quindi un’interpretazione distorta delle parole del Segretario di Stato sulla questione di Gaza. Le “frasi deplorevoli” di Parolin sono quindi diventate solo “parole sfortunate”.

Il Pontefice, nel suo messaggio precedente agli ebrei di Israele, ha espresso la solidarietà della Chiesa con il popolo ebraico e ha auspicato una rapida pacificazione tra tutti i popoli della Terra Santa. I rabbini e gli accademici ebrei hanno apprezzato questo impegno del Papa nel combattere l’antisemitismo e nel cercare la pace in una regione segnata dalla violenza e dal conflitto.

In un momento in cui il mondo affronta sfide senza precedenti, la lettera dei rabbini e accademici ebrei è un richiamo alla perseveranza, alla speranza e al coraggio necessari per costruire un futuro di pace e comprensione reciproca. La loro unione con i loro fratelli e sorelle cattolici nella convinzione che le religioni possano essere forze di cambiamento positivo è un segno di speranza in un mondo spesso segnato dalla divisione e dalla discordia.