«È un grande onore!», ha esclamato Donald Trump commentando l’elezione del primo Papa statunitense, Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost. Ma l’entusiasmo iniziale ha presto lasciato spazio a tensioni ideologiche: tra accuse di “marxismo” da parte dei conservatori più radicali e il ricordo del suo passato da missionario tra i poveri del Perù, il nuovo Pontefice si presenta come voce mite ma risoluta di unità, pace e accoglienza.

«È un grande onore!»: così Donald Trump ha commentato l’elezione del primo Papa statunitense affacciandosi dallo Studio Ovale. La notizia che il cardinale Robert Francis Prevost, agostiniano e già prefetto del Dicastero per i Vescovi, sia salito al soglio pontificio con il nome di Leone XIV, ha scatenato un turbine di emozioni negli Stati Uniti: dalla gioia patriottica al giudizio ideologico, fino al confronto con il pontificato di Francesco.

Il nuovo Papa è «americano», ha sottolineato con entusiasmo Trump, aggiungendo su Truth Social: «Non vedo l’ora di incontrare Leone XIV». Eppure l’entusiasmo iniziale si è subito confrontato con alcune critiche provenienti dai settori più estremi del mondo conservatore. Laura Loomer, attivista della destra radicale, ha etichettato il nuovo pontefice come «anti-Trump» e «marxista come Francesco». Steve Bannon ha rincarato la dose parlando di una «Chiesa profonda» che avrebbe scelto «un Papa anti-MAGA».

Un vescovo che divide i commentatori

Il passato di Leone XIV come missionario in Perù e poi vescovo a Chiclayo, il suo profilo spirituale e pastorale, i tweet in cui criticava una visione esclusivista del cristianesimo o difendeva gli immigrati, hanno alimentato un dibattito acceso. Tra i messaggi discussi, il suo dissenso da una dichiarazione del vicepresidente J.D. Vance, che invitava a mettere «prima i propri compatrioti» nell’ordine dell’amore cristiano. Prevost aveva ribattuto: «Gesù non ci chiede di fare una classifica del nostro amore».

Il neoeletto Leone XIV ha anche condiviso in passato un articolo del vescovo ausiliare di Washington, ex immigrato salvadoregno, che criticava le violazioni dei diritti umani legate alla deportazione di migranti e ha rilanciato contenuti ambientalisti del “Movimento Laudato sì”, invitando Trump a tornare sui suoi passi rispetto all’abbandono degli Accordi di Parigi.

Una speranza per tutti, al di là delle etichette

Ma non tutti nel mondo conservatore vogliono giudicarlo affrettatamente. Charlie Kirk, attivista repubblicano vicino ai giovani, ha invitato ad attendere i primi atti del nuovo Papa, ricordando che Prevost è contrario all’aborto e iscritto al partito repubblicano. Anche J.D. Vance, pur criticato, ha augurato buon lavoro al pontefice e promesso preghiere: «Dio lo benedica!».

Dagli Obama a Biden – entrambi cattolici e di Chicago – sono giunti messaggi di congratulazioni. Nella parrocchia di Santa Maria dell’Assunzione, nel South Side, dove Robert era conosciuto come “Bob”, si respira commozione. Il suo è un volto noto, famiglia semplice e molto devota: madre bibliotecaria attiva in parrocchia, padre educatore pubblico. Un figlio della working class americana, con radici francesi, italiane e ispaniche, che ha scelto di spendere la vita tra gli ultimi del Perù.

Papa Leone XIV: un’icona dell’unità?

Il suo motto papale, In Illo Uno Unum – “Nell’Unico siamo Uno” – suona come risposta ai tanti che cercano etichette ideologiche. Leone XIV si presenta come un Papa di riconciliazione, più “pampeiro” di Francesco per la sua predicazione mite e universalista, fedele all’interiorità agostiniana e alla missione tra le periferie del mondo.

La sua figura non sarà facilmente incasellabile nei codici della politica americana. Sarà, forse, la Chiesa stessa a uscirne rafforzata, capace di parlare al cuore dell’America, pur senza farsi ideologicamente americana. E magari, chissà, anche Trump – passato dalla lode iniziale al sospetto – si lascerà interrogare dal pontefice che chiede ponti e non muri.

In fondo, come ha detto lo stesso Leone XIV, “il male non prevarrà”. E forse, neppure il cinismo della geopolitica. Almeno non a lungo. Vuoi che la fede e la pace abbiano ancora una possibilità?