L’intenzione di preghiera annunciata da Papa Francesco per gennaio 2025 pone l’accento su una delle emergenze più drammatiche e trascurate del nostro tempo: il diritto all’istruzione. In un mondo segnato da conflitti, migrazioni e povertà, il diritto all’istruzione è più che mai un tema cruciale per il futuro dell’umanità. L’istruzione non è solo un diritto fondamentale, ma una condizione imprescindibile per garantire la dignità, la sicurezza e l’autonomia di ogni individuo. La mancanza di accesso all’istruzione rappresenta una delle forme più gravi di esclusione sociale, con ripercussioni profonde a livello personale, comunitario e globale.
Una catastrofe educativa
Papa Francesco ha descritto la situazione attuale come una “catastrofe educativa”, e i numeri confermano questa drammatica realtà. Secondo i dati dell’UNESCO, circa 250 milioni di bambini e bambine nel mondo non hanno accesso all’istruzione. A questa cifra si aggiungono gli adolescenti e i giovani che, pur avendo frequentato brevemente la scuola, non hanno acquisito competenze di base, rendendo l’analfabetismo funzionale una piaga globale. Le cause di questa crisi sono molteplici: guerre, povertà, migrazioni forzate e, più recentemente, l’impatto devastante della pandemia di COVID-19, che ha lasciato milioni di studenti senza accesso alla didattica.
In paesi colpiti da conflitti, come la Siria, lo Yemen o il Sudan, le scuole sono spesso distrutte o trasformate in rifugi per sfollati, e gli insegnanti sono costretti a fuggire o abbandonare il proprio lavoro. Nei contesti di migrazione forzata, molti bambini e giovani si trovano privati del diritto all’istruzione nei paesi ospitanti, vittime di discriminazioni, barriere linguistiche o mancanza di risorse. Inoltre, nelle zone di estrema povertà, il costo dell’istruzione – sia diretto che indiretto – rappresenta un ostacolo insormontabile per molte famiglie.
L’Italia e l’emergenza istruzione
Anche in Italia, sebbene l’accesso all’istruzione sia garantito dalla Costituzione, persistono gravi disparità che richiedono attenzione. Il fenomeno della dispersione scolastica continua a colpire molte regioni, in particolare quelle del Mezzogiorno. Secondo gli ultimi dati Eurostat, circa il 12,7% dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni abbandona gli studi prima del diploma, un dato ben al di sopra della media europea. Questa situazione è aggravata dalla povertà educativa, che colpisce soprattutto i figli di famiglie economicamente svantaggiate, e dalla difficoltà di integrare i minori stranieri nei percorsi scolastici.
L’Italia si trova quindi di fronte a una doppia sfida: garantire un sistema educativo inclusivo e di qualità per tutti i suoi cittadini, e promuovere l’integrazione educativa dei bambini e dei giovani migranti, che rappresentano una parte significativa della popolazione studentesca. La scuola, infatti, non è solo un luogo di apprendimento, ma uno spazio fondamentale per la socializzazione e la costruzione di una società più coesa e solidale.
L’istruzione come speranza
Papa Francesco ci ricorda che l’istruzione è una speranza per tutti, in particolare per migranti e rifugiati. La scuola può essere un’ancora di salvezza, proteggendo i minori dalla discriminazione, dallo sfruttamento e dalle reti criminali. Garantire l’istruzione ai migranti non è solo un atto di giustizia, ma anche un investimento per il futuro. Un bambino che studia oggi può diventare domani un medico, un insegnante, un innovatore o un cittadino attivo, capace di contribuire al benessere della società, sia nel paese ospitante che in quello di origine.
Il diritto all’istruzione è anche una questione di fede e di umanità. Come sottolinea il Papa, accogliere lo straniero significa accogliere Cristo. Questa visione, profondamente radicata nel messaggio evangelico, ci invita a considerare ogni bambino come un dono e ogni persona come una risorsa, superando pregiudizi e paure.
Un impegno concreto per il futuro
Affrontare la catastrofe educativa richiede azioni concrete a livello globale e locale. I governi devono investire maggiormente nell’istruzione, garantendo l’accesso universale e gratuito alla scuola primaria e secondaria, e promuovendo politiche di inclusione per i gruppi più vulnerabili. Allo stesso tempo, è essenziale il coinvolgimento della società civile, delle organizzazioni religiose e delle imprese private, che possono contribuire con risorse, idee e volontariato.
In Italia, un’attenzione particolare deve essere rivolta al miglioramento delle infrastrutture scolastiche, alla formazione degli insegnanti e alla lotta contro la dispersione scolastica. L’integrazione dei minori migranti richiede politiche specifiche, come corsi di lingua, supporto psicologico e il coinvolgimento delle famiglie nel percorso educativo.
La preghiera di Papa Francesco per il diritto all’istruzione non è solo un invito spirituale, ma una chiamata all’azione. Garantire l’istruzione a tutti i bambini, indipendentemente dalla loro origine o condizione, è una responsabilità collettiva che riguarda ogni membro della società. È un passo essenziale per costruire un mondo più giusto, umano e solidale, dove ogni persona possa realizzare il proprio potenziale e contribuire al bene comune. Nell’istruzione si trova non solo la chiave del progresso, ma anche la speranza di un futuro migliore per l’intera umanità.