In questi primi mesi del pontificato di Leone XIV – al secolo Robert Francis Prevost, statunitense di origine siciliana, naturalizzato in Perù dove ha trascorso vent’anni da missionario agostiniano – una parola domina il lessico ecclesiale romano: unità. In molti lo attendono come “il Papa che ricuce”, che riporta ordine dopo i “traumi” del pontificato di Francesco. Ma il richiamo all’unità è davvero un desiderio ecclesiale? O nasconde un’esigenza politica e identitaria, come suggerisce La Croix in un editoriale provocatorio e lucido?
L’unità come missione petrina, ma non come imposizione uniforme
Il Concilio Vaticano II ha definito il Pontefice «principio visibile e perpetuo di unità» (LG 23). Ma in che senso? Non si tratta di un potere centralizzante, bensì di una vocazione al servizio della comunione, nella verità e nella carità. Leone XIV ha già dato segnali chiari: un linguaggio mite, attenzione all’ascolto delle periferie (che ben conosce dalla sua esperienza in Perù), e un richiamo costante al discernimento come metodo.
L’unità, per essere autentica, non può essere invocata per mettere a tacere i conflitti, né può diventare uno strumento per ristabilire vecchie egemonie. L’unità ecclesiale, come il Vangelo ci insegna, nasce dalla Pentecoste, non dalla Torre di Babele: non è la cancellazione delle differenze, ma la loro armonizzazione nello Spirito.
Quando l’unità diventa mito: l’analisi politica che inquieta
Mikael Corre, su La Croix, richiama il pensiero del politologo francese Raoul Girardet, che nel suo studio sui miti politici (1986) identificava tra gli altri il mito dell’unità: un’immagine collettiva di fusione, che disprezza il conflitto, sospetta dei corpi intermedi e desidera un ordine indivisibile. Questa tentazione, ben nota nella storia politica francese, ha oggi – secondo Corre – contagiato anche la Chiesa.
E in effetti, la nostalgia di “una Chiesa unita” è spesso agitata da alcuni ambienti conservatori, soprattutto francesi e americani, come argomento per mettere in discussione le riforme di Francesco, in primis quelle liturgiche. Si invoca l’unità per chiedere il ritorno della Messa tridentina, per domandare chiarimenti sui divieti imposti da Traditionis custodes, per riproporre modelli di governo ecclesiale fortemente verticistici.
Ma non si tratta forse, più che di unità, di un desiderio di restaurazione? Il rischio, serio, è che l’unità diventi uno slogan che maschera l’intolleranza al pluralismo ecclesiale. In nome dell’unità si può infatti disprezzare il dialogo, demonizzare il dissenso, confondere fedeltà con omologazione.
Leone XIV tra continuità e nuova sintesi
Il profilo personale di Leone XIV – formatosi tra Chicago, Roma e Lima – gli offre un vantaggio singolare: conosce le dinamiche ecclesiali del Nord globale, ma anche quelle del Sud del mondo. Ha vissuto la missione, la sinodalità delle comunità ecclesiali di base, il pluralismo culturale e liturgico. E porta con sé l’esperienza della Congregazione per i Vescovi, dove è stato stretto collaboratore di Papa Francesco.
Proprio per questo può essere il Papa giusto per non cadere nel ricatto tra rottura e restaurazione. La sua forza potrebbe stare nel riconciliare senza negare le differenze. L’unità, allora, non sarà né nostalgia né strategia, ma processo paziente di comunione. Come nel corpo umano, l’unità si misura non dall’identità delle cellule, ma dall’armonia delle funzioni.
L’unità come cammino sinodale
L’unità della Chiesa è una realtà teologica, non una dottrina militare. È il frutto di una sinodalità autentica, come quella invocata dal Papa stesso nel Sinodo in corso. L’unità non è mai un punto di partenza, ma una meta. E come tale, richiede ascolto, mediazione, misericordia.
Se Leone XIV saprà incarnare tutto questo, allora sì, sarà davvero un “garante dell’unità”. Ma non nel senso di chi ristabilisce un ordine perduto, bensì come servo della comunione nel tempo della complessità.
Per approfondire:
- Lumen Gentium, n. 23
- Raoul Girardet, Mythes et mythologies politiques, Pluriel, 1986
- Joseph Ratzinger, Introduzione al Cristianesimo, Queriniana
- Mikael Corre, “Léon XIV et le mythe de l’unité”, La Croix, 13 luglio 2025