Enneagramma significa in greco ‘figura a nove punti’. 

L’immagine è usata in ambito psicologico e terapeutico, nella cosiddetta dinamica di crescita personale.

Questo metodo, nato un secolo fa, ha l’ambizione di definire nove modi di essere, nove tipi di personalità. 

Secondo i suoi promotori, questo “strumento” migliora la conoscenza di sé e aiuta a relazionarsi meglio con gli altri. Nell’ambiente cristiano, è ampiamente diffuso nei centri spirituali.

È proprio il suo successo tra le i gruppi cristiani che pone qualche interrogativo e qualche perplessità. 

Molti, infatti, stanno chiedendosi se si devono usare in un ambiente cristiano strumenti provenienti dallo sviluppo personale.

Rischiano infatti di alimentare una confusione tra il dominio psicologico e quello spirituale, di cui si continuano a misurare le terribili conseguenze nei casi di abusi che scuotono la Chiesa.

La vigilanza è più che mai necessaria.

L’enneagramma è uno strumento tra gli altri che permette di illuminare le nostre motivazioni profonde. 

Si distinguono nove grandi famiglie o porte d’ingresso.

Chi prende in prestito la porta n° 1 ha come motore il desiderio di migliorare le cose e pensa che si possa sempre fare di meglio. 

Qualcuno della famiglia n° 2 ha un bisogno viscerale di aiutare.

La porta n. 3 riunisce coloro che vogliono compiacere; distribuiscono tutta la loro energia ed efficienza per raggiungere questo obiettivo.

Il n° 4 riguarda le persone sensibili alla bellezza, alla profondità di ciò che è gratuito, unico.
 Il numero 5 riunisce coloro che hanno bisogno di capire le cose a fondo; valorizzano la conoscenza e la precisione.

La porta n° 6 è quella di una persona che pone al di sopra di tutto la lealtà, l’integrità e l’affidabilità: “Devono poter contare su di me”. 

Il numero 7 è per coloro che vedono invece il bicchiere mezzo pieno, che hanno una capacità di slancio; sono molto attivi finché provano piacere.

I membri della famiglia n. 8 hanno bisogno di proteggere gli altri; sono combattenti per la giustizia. 
La porta n° 9 riguarda coloro che avranno a cuore la creazione di un clima di pace e armonia, dove ognuno trova il suo posto.

Ciascuno dei nove tipi mantiene legami di familiarità con altri profili, rivelando così le nostre qualità ma anche le nostre debolezze. 

Ad esempio, se una persona si riconosce nel n° 6 (affidabilità e lealtà), mantiene legami con il n° 9 (il desiderio di armonia) e il n° 3 (fare piacere) … 

L’enneagramma è una scuola di umiltà, perché rivela i nostri talenti e i nostri limiti. 

È anche una scuola di benevolenza perché, invece di giudicare gli altri che sono diverso da noi, impariamo a capirli meglio e quindi ad accoglierli così come sono.

Il problema di fondo con l’enneagramma, però, è che non ha alcuna base scientifica o psicologica seria. 

Non trova la sua origine in una presunta saggezza ancestrale, né dell’antico Egitto, né del mondo sufi, e nemmeno dei Padri della Chiesa, come affermano alcuni. 

Fu inventato, all’inizio del XX secolo, da un guru russo di nome Gurdjieff, che spiegava ai suoi discepoli che l’umano funziona come una macchina.

Il suo obiettivo era imparare ad analizzare il proprio funzionamento per liberarsene, e capire il comportamento degli altri per manipolarli. È scritto nero su bianco! 

Insegna che l’enneagramma spiega tutto ciò che esiste nel mondo. 

Più tardi, i suoi divulgatori sudamericani hanno collegato su ogni numero le categorie psicopatologiche, prese in prestito dal manuale di psichiatria nordamericano.

Sostengono che ci siamo costituiti da una ferita d’infanzia e che il nostro comportamento è dettato da una reazione a quella…

L’enneagramma ha un obiettivo totalizzante che pretende di mappare l’anima umana. Ci costringe a calzarci degli occhiali che spingono a guardare il mondo attraverso queste nove “gabbie”. 

È un sistema chiuso su se stesso che rischia di congelare le persone in un comportamento di cui non riescono più a liberarsi. 

Per non parlare di coloro che, per avere un ascendente o una presa su chi li circonda, etichettano gli altri in base al loro presunto enneatipo.

L’enneagramma non è ovviamente una scienza. Si è costruito a partire da un’osservazione fine dell’uomo e dei suoi comportamenti. 

Quanto a Gurdjieff, è una personalità problematica ma è troppo facile ridurre l’enneagramma alla sua sola figura. Il suo apporto rimane minimo. 

Lo strumento si è evoluto bene dalla sua creazione cento anni fa ed è ancora in fase di sviluppo. 

Quanto alla dimensione psicopatologica è da prendere con riserva l’interpretazione dell’enneagramma a partire dai traumi dell’infanzia. 

Il recente contributo delle neuroscienze ci insegna che la formazione di una personalità è molto complessa…

Ci sono pubblicazioni che trattano dell’enneatipo di Papa Francesco, di quello dei personaggi della Bibbia, persino della Trinità! 

L’enneagramma non è neutrale a livello spirituale. 

Appartiene alle gnosi (eresie condannate dalla Chiesa nel II secolo che fondano la salvezza sulla conoscenza delle cose divine, riservata a pochi iniziati, ndr),come ricordava un documento vaticano sul pensiero New Age, pubblicato nel 2003.

Molti cattolici ignorano le sue origini esoteriche…

È importante rimettere le cose al loro posto: l’enneagramma non è uno strumento cristiano, né uno strumento spirituale. 

Ci fornisce una migliore conoscenza di noi stessi e una migliore comprensione delle nostre relazioni. 

È compatibile con la fede cristiana solo in quanto può insegnare ad essere più tolleranti, più caritatevoli verso il prossimo, essendo nel giudizio più incline alla benevolenza.

Non è perché ci sono derive e abusi che lo strumento sia cattivo di per sé. Posso usare un martello per piantare un chiodo o per colpire la testa del mio vicino…

Fare uno stage enneagramma, oggi di moda, mette insidiosamente in mente una sorta di filtro che porta a guardare il mondo attraverso nove caselle. 

Moltiplicare gli stage di approfondimento è ancora più preoccupante perché fa chiudere in questa logica.

La ricerca di spiritualità presente nel mondo di oggi dovrebbe dosare adeguatamente l’aspetto emotivo a quello razionale ed aprirsi a una conoscenza più adeguata del cristianesimo a partire dalla Rivelazione.

Ogni altro tentativo autodidatta rimane una seduzione insidiosa incapace a lungo andare di guarire le ferite del cuore e di colmare la sete di verità, di pace e di felicità che esiste nelle aspirazioni di ogni persona.