La mattina del 19 gennaio 2024 alle Grotte Vaticane è stato benedetto un nuovo mosaico dedicato a San Charbel Makhluf.

Situato sulla parete accanto alla tomba di San Paolo VI, il primo Papa dopo San Pietro a recarsi in Terra Santa, rappresenta un richiamo significativo per i sempre numerosi devoti del santo monaco maronita diffusi ormai nell’intero orbe e non solo nei riti orientali.

Il Card. Mauro Gambetti, arciprete della basilica papale di S. Pietro, ha presieduto la benedizione come da protocollo liturgico in presenza di molti invitati tra autorità civili e religiose, laici e chierici.

Il prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, il Card. Claudio Gugerotti, ha tratteggiato la figura di San Charbel definendolo “l’uomo invisibile” per la sua vita eremitica resosi però ben visibile dopo la sua morte per una popolarità raggiunta grazie all’azione di Dio in lui.

Riconosciuto universalmente come potente taumaturgo, il presule ha anche evocato il celebre miracolo alla donna “operata” nottetempo da San Charbel alla vigilia del suo intervento alle vene giugulari.

Come segno eloquente del prodigio, San Charbel lasciò i peli della sua lunga barba come fili di sutura alla ferita, che nell’anniversario del miracolo sanguina per ricordare che solo Dio è l’autore della vita.

Il card. Gugerotti ha invocato anche la protezione di San Charbel nell’attuale scenario turbolento del Medio Oriente, dove da Gaza in poi soffiano i venti di minacciosi di conflitti armati.

L’ambasciatore del Libano presso la Santa Sede, Sua Eccellenza Farid el Khazen, ha concluso la cerimonia con un vibrante discorso sulla genesi del progetto, ritardato dalla pandemia da Covid-19 ma rilanciato efficacemente con l’accoglienza e benevola delle autorità vaticane e la Fabbrica di San Pietro.

In Medio Oriente, intanto, continua l’esodo di tanti cristiani che si sentono abbandonati dalla comunità internazionale e fanno appello alla Chiesa affinché implementi una presenza e azione missionaria capace di coniugare le aspirazioni spirituali più profonde dell’uomo nella diaconia di giustizia, di misericordia e di pace.