Grave attentato suicida in Iran durante la commemorazione del generale Soleimani ucciso dall’amministrazione Trump quattro anni fa. Benché in un primo momento si è puntato il dito contro gli USA e Israele, l’ISIS ha ufficialmente rivendicato il gesto terroristico.

I fatti

 84 persone sono state uccise – tra cui sei bambini – e 284 sono rimaste ferite in un attacco in Iran perpetrato mercoledì 3 gennaio. 

Due esplosioni hanno avuto luogo vicino a un cimitero nella città di Kermán, situata a 820 chilometri a sud-est di Teheran. 

Lì si svolgeva una cerimonia per commemorare il quarto anniversario dell’assassinio di Qasem Soleimani, una delle figure più carismatiche della recente storia del paese, morto nel 2020 in un attacco con droni americani. 

Le testimonianze dei testimoni rivelano che entrambe le esplosioni sono avvenute a 10 minuti di distanza. Il primo è avvenuto a 700 metri dalla tomba di Soleimani e il secondo, a un chilometro, secondo l’agenzia di stampa IRNA.

I simboli

Il generale Qasem Soleimani era considerato da molti esperti come la persona più potente dell’Iran dopo l’ayatollah Ali Khamenei, ed è considerato l’architetto dell’intelligence e della forza militare iraniana. 

Ha anche giocato ruoli importanti nella lotta dell’Iran contro lo Stato Islamico e nella guerra civile siriana, in cui Teheran si è rivelata decisiva per mantenere al potere Bashar el Asad. 

In Iran era trattato come una figura quasi mitica, mentre gli Stati Uniti e Israele lo consideravano un terrorista dal 2011 avendo cercato di espellere le forze statunitensi dal Medio Oriente.

Contesto

Le esplosioni hanno avuto luogo un giorno dopo l’attacco che ha ucciso a Beirut il numero due della milizia palestinese Hamas, Saleh al Aruri.

Le autorità libanesi e palestinesi accusano Israele, anche se Israele non si attribuisce la responsabilità.

Le tensioni tra Iran e Israele, insieme al suo alleato Stati Uniti, hanno raggiunto un nuovo picco sulla scia della guerra di Gaza.

Le reazioni in Occidente

L’Unione Europea ha espresso le sue condoglianze alle vittime e ha detto che spera che i colpevoli di questo “atto di terrorismo” rispondano per questo. 

Il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti Matthew Miller ha detto in una conferenza stampa che gli Stati Uniti non sono coinvolti in alcun modo e che l’Iran non ha motivo di credere che Israele lo sia. 

Il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale John Kirby ha fatto una dichiarazione simile.