Un uomo ha ucciso la moglie in una camera di albergo in Liguria in un progetto di suicidio di coppia. Dopo aver vegliato 36 ore il cadavere si è dato alla fuga in auto per cinque ore non avendo trovato il coraggio di compiere su se stesso il gesto estremo. La singolarità delle loro vite e del loro matrimonio risalente a meno di un anno fa suscita delle riflessioni.

Dall’indignazione all’assuefazione del femminicidio il passaggio è breve.

Mentre si stanno progressivamente spegnendo i riflettori mediatici sul caso di Giulia Cecchettin, un nuovo epifenomeno irrompe sulla scena il 10 dicembre 2023.

È il suicidio di coppia di Rossella Cominotti, 53 anni e del marito Alfredo Zenucchi di 57anni, che però è sopravvissuto al tentativo.

La “coppia fatale” ha consumato il rito suicidario a Mattarana di la Spezia dopo vari tentativi spalmati su più giorni e luoghi.

Alfredo, in stato di fermo, dichiara che da un mese volevano farla finita perché erano “stanchi di vivere”.

La noia è una mancata conciliazione tra la coscienza ed il desiderio

Edicolante lui, parrucchiera lei, col matrimonio di nove mesi fa avrebbero dovuto iniziare una nuova vita e mettersi alle spalle rispettivamente un passato di tossicodipendenza lui e di bulimia lei.

Si sono conosciuti al bar nel 2021 e il loro è stato l’incontro di due persone problematiche con legami familiari pressocché inesistenti.

Rossella aveva chiamato una zia poche ore prima della cerimonia svoltasi con rito civile e in presenza di soli due estranei presi per strada come testimoni.

Nel condividere la loro asocialità trasformatasi in un “noi autoreferenziale” avevano fatto perdere le loro tracce chiudendo ogni attività senza preavviso e pianificando la loro autoeliminazione.

Dopo essersi iniettati dosi di eroina via intramuscolare, Alfredo ha tagliato le vene a Rossella vegliando accanto a lei in camera di albergo e ripetendole il suo “ti amo” mantrico.

Scavando nella vita di lui si scopre un interesse per il satanismo attraverso i siti web frequentati e alcuni tatuaggi evocativi sul suo corpo: pipistrello, cerchio con stella, 666. 

“Risalgono a venti anni fa” ha dichiarato lo Zenucchi al giudice che ha convalidato l’arresto. 

Durante la perquisizione della loro abitazione, la Polizia giudiziaria non ha trovato strumenti per riti satanici, ha dichiarato l’avvocato difensore.

Entrambi, in un’ultima volontà espressa a mezzo lettera, chiedevano la cremazione e l’assenza di un funerale come atto finale di una vita forzatamente anonima.

Non è chiaro il movente del gesto estremo, letale solo per la donna, mentre l’uomo è poi uscito dall’albergo girovagando in macchina per cinque ore e provando a schiantarsi ad alta velocita, secondo la sua testimonianza, prima di essere catturato dai Carabinieri.

Entrambi chiedevano la cremazione e l’assenza di un funerale

La noia, scrive Alberto Moravia nell’omonimo romanzo-saggio è una mancata conciliazione tra la coscienza ed il desiderio.

Flaiano diceva che per essere felici bisogna desiderare quello che si ha. 

Ma -ahimè- è cosa ardua, dato che, raggiunto un obiettivo, posseduto un oggetto, il nostro desiderio si sposta e si proietta verso altre mete.

Secondo un recente rapporto mondiale dell’OMS, il suicidio rappresenta una delle principali cause di morte nel mondo, causando più decessi rispetto a malattie quali l’HIV, malaria, cancro al seno ed anche rispetto a guerre ed omicidi.

In Italia se ne compiono 4000 all’anno.

Il filosofo Schopenhauer, il cui padre morì suicida, considera irragionevole il suicidio non perché sia contrario alla legge morale, ai doveri sociali o alla volontà divina – dice lui – ma perché è un modo sbagliato di rispondere alle sofferenze della vita. 

È noluntas: non volere la vita, ossia negazione del mondo. 

Per comprendere e capire questo delicato fenomeno ci può aiutare anche il sociologo Émile Durkheim che primo fra tutti ha studiato il suicidio e ha importato il termine “anomia” parlando proprio di una rottura di regole sociali che porta ad una serie di problematiche.

L’autore, nei suoi studi, ha sempre sostenuto che alla base dell’atto suicidario potesse esserci non solo un fattore psicologico ma un vero e proprio fattore sociale: altruistico, anomico ed egoistico.

È come se la vita di coppia avesse moltiplicato al quadrato le difficoltà dei singoli

In quest’ultimo caso l’individuo ha sensazioni di esclusione e mancanza di integrazione in un gruppo che lo inducono a uccidersi. 

Si manifesta come scontro interiore tra desiderio di affermazione e reali possibilità di affermazione sociale. 

Mentre gli investigatori cercano di fare maggiore chiarezza, rimane la certezza di un prospettiva esistenziale disillusa 

Dietro il progetto di omicidio-suicidio, ci sarebbe stata la depressione della coppia, ma anche su questo gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza.

Questo case study, da un lato rivela le conseguenze estreme dell’assenza di una speranza teologale per le scelte esistenziali dei due soggetti, ma anche l’importanza di un progetto in un orizzonte storico personale.

È come se la vita di coppia avesse moltiplicato al quadrato le difficoltà dei singoli e sostituito il classico aiuto reciproco della coppia in un’autodistruzione.

Alfredo dichiara: “non potete capire…”

È il suo atto accusatorio verso una società individualista che stenta a capire come anche un esercente pubblico o una coppia possano sentirsi soli ed infelici.

Chissà se in carcere Alfredo troverà paradossalmente quella famiglia umana che non ha finora avuto, mentre per Rosella vale l’affermazione di John Churton Collins: Il suicidio è il peggior tipo di omicidioperché non lascia spazio al pentimento”.