Oggi celebriamo l’anniversario della prima apparizione della Beata Vergine Maria a Fatima. 

La Santa Vergine rivolse all’umanità un invito alla preghiera e alla penitenza attraverso tre pastorelli: Lucia, Francesco e Giacinta. 

Fu un fenomeno complesso quello di Fatima, perché ci fu una prima fase cosiddetta “angelica”. 

Ad Aljustrel, dove questi bambini vivevano, una frazione a 1 km circa dal già piccolo paese di Fatima, un Angelo li preparò all’incontro con la Madonna. 

Più tardi, a Cova di Iria, Maria che si presentò a questi bambini su un leccio, così come la vediamo rappresentata iconograficamente.

Aveva un vestito bianco e splendente, un velo dello stesso colore che le scendeva fino ai piedi coperti da due rose, le mani strette al petto, in segno di preghiera e tra le dita un rosario. 

A questa prima apparizione ne seguirono altre cinque il cui filo conduttore fu la salvezza da offrire agli uomini. 

Attraverso Maria, il Signore invita alla conversione; vuole elargire grazia e perdono. 

Nel messaggio di Fatima, quindi, c’è una dimensione fortemente soteriologia. 

Le apparizioni di Fatima non sono quindi un coacervo di minacce, annunci di castighi che vengono dall’Alto.

Si tratta di una manifestazione della misericordia di Dio. 

Una sua teofania, nell’epifania di Maria. 

Maria, madre della Chiesa, che attraverso delle apparizioni dal XIX secolo ha approfondito e fissato teologicamente tutta una serie di iniziative di Dio a favore degli uomini.

Possiamo ricordare nel 1830 le apparizioni della Madonna a Santa Caterina Labouré. 

Il conio della medaglia, cosiddetta miracolosa, è diventato un oggetto di devozione molto diffuso e per alcune famiglie religiose ne è il distintivo, come per i Francescani dell’Immacolata.

Rue du Bac fu la prima omologazione della storia moderna di quello che più tardi diventerà dogma: l’Immacolata Concezione.

Possiamo ancora ricordare le apparizioni di La Salette nel 1846, di Lourdes nel 1858, di Castelpetroso nel 1888.

Con Fatima entriamo nel XX secolo. Siamo verso la fine della Grande Guerra che tanti lutti ha seminato nelle nostre famiglie.

Diceva Hemingway: “Cosa c’è di più brutto della guerra?”

La pace che si oppone alla guerra nasce tuttavia dalla nostra vita riconciliata con il Signore. 

Il messaggio di Fatima ci proviene attraverso dei bambini perché sono innocenti. 

Fatima è un invito al perdono e alla riconciliazione attraverso la mediazione umana: di Maria inserita nella storia, dei pastorelli che se ne fanno testimoni. 

I fatti si compiono in una terra ben precisa all’epoca governata da un governo miscredente che fece di tutto per sabotare la credibilità delle apparizioni.

 Il Portogallo, tra l’altro, proprio ieri, 12 maggio 2023, ha approvato con il suo Parlamento la legge sull’eutanasia.
L’ultima apparizione ebbe luogo il 13 ottobre in presenza di decine e decine di migliaia di testimoni.

Si concluderanno col miracolo del sole. 

È questa un’immagine anche cristologica, perché il sole è Cristo che viene dall’Oriente, sorge dall’alto per illuminare, riscaldare tutti gli uomini.

C’è una dimensione ecclesiologica con S. Giuseppe che appare, nel corso delle apparizioni, reggendo la chiesa.

Nelle apparizioni di Fatima c’è anche un elemento escatologico.

I pastorelli videro i dannati all’inferno, ma anche la Madonna del Carmine, la madre delle anime purganti. 

Tutto questo ci fa capire come la vita dell’uomo non si esaurisca su questa terra e nella sua storia personale.

Non c’è l’abbandono o la vendetta di Dio nei confronti del mondo e degli uomini.

Questo sarebbe una grande e grave contraddizione estranea a Dio.

Certamente il messaggio di Fatima è stato complesso per il numero delle apparizioni, ma anche per la capacità esatta di questi pastorelli di restituire i contenuti dei messaggi.

Verso la fine era solo Lucia che riusciva a vedere, ascoltare e parlare con la Madonna.
Giacinta la vedeva e ascoltava; Francisco la vedeva soltanto e si fidava del racconto delle parenti.

Lucia di Fatima, che raggiunse una veneranda età e si spense nel monastero di Coimbra come Carmelitana, sarà beatificata durante la GMG di quest’estate a Lisbona,. 

Tante sono state le mistificazioni e le appropriazioni ideologiche e politiche di un fenomeno bello come quello di Fatima.

C’è stato il nazionalismo portoghese che ne ha fatto una sua bandiera massimalista ed esclusivista. 

C’è stato poi il blocco Atlantico che ha sfruttato in propaganda antisovietica l’annuncio degli errori e dei crimini del comunismo in una delle apparizioni.

Quanto al “terzo segreto di Fatima”, rivelato solo in occasione del Giubileo dell’anno 2000, si sono sviluppate le più inverosimili dietrologie complottiste.

In modo particolare i tradizionalisti volevano identificarlo nel Vaticano II!

L’attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981 sembrò un certo compimento della profezia.

Quanto alla promessa del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, non bisogna aspettarsi un evento cosmico straordinario.

Questo avverrà nella Parusia.

Noi non ne conosciamo il giorno e l’ora.

Dobbiamo piuttosto cogliere nella storia e nella vita della Chiesa già i segni di quest’annunciato trionfo.

È in atto un’opera riformatrice nella Chiesa.

Rispetto ad alcuni decenni fa, il paradigma della Chiesa costantiniana, dell’alleanza trono e altare, della collusione con i poteri forti e finanziari, dei chierici principini, sta scomparendo.

Ai fasti del potere temporale, la Chiesa sta sostituendo l’umiltà del servizio e la forza del martirio.

Il magistero di Papa Francesco, fatto di parole e di segni, ne sta segnando il passo.

Il ricordo dei Novissimi attraverso Fatima, vuol dire accettare la nostra limitatezza, ma anche sperare nell’amore di Dio misericordioso.

Il messaggio di Fatima, quindi, diventa attuale, diventa qualcosa che fa parte della nostra vita cristiana, che fa parte della nostra vita mariana. 

Questo informa il nostro approccio con il mondo e con il tempo.

È un invito a non aver paura, perché la paura non è filiale.

È il servo o il malfattore che ha paura.

Chi vive da figlio di Dio, chi fa ogni giorno il suo dovere, non può vivere di paure. 

È la verità che ci rende liberi. 

Cristiani cavalieri del tempo, senza macchia e senza paura, proprio come Maria.