L’immagine che abbiamo del leader è spesso idealizzata: una figura vincente, instancabile, motivante, pronta a sacrificarsi per il bene comune. Questo modello, tuttavia, nasconde un’altra faccia della leadership, che possiamo definire “insostenibile” – un tipo di potere che si nutre di conflitto e polarizzazione, e che trova espressione in figure come Donald Trump. Con un secondo mandato possibile all’orizzonte, è il momento di riflettere su cosa significhi realmente questo tipo di leadership e su quali rischi comporti per la democrazia americana e globale.
La leadership insostenibile: Caratteristiche e pericoli
Il “leader insostenibile” non ispira solo motivazione e sacrificio, ma si basa su una costruzione identitaria rigida, alimentata da emozioni negative come odio e risentimento. Questo approccio, incarnato da Trump, crea una realtà alternativa in cui non c’è spazio per il dialogo o per il confronto: ogni critica è una minaccia, ogni avversario è un nemico. Questo tipo di leadership è intrinsecamente fragile, perché richiede un’enorme energia per mantenere la narrativa rigida e per tenere a distanza qualsiasi prova che metta in discussione l’immagine del leader. Come esempio, il movimento di Trump ha costantemente rifiutato i risultati delle elezioni del 2020, promuovendo teorie del complotto per giustificare la sua sconfitta.
Un partito repubblicano sotto la sua ombra
Durante il primo mandato, Trump ha trovato un Partito Repubblicano ancora parzialmente scettico e disposto a mantenere alcuni limiti istituzionali. Oggi, però, il partito è composto da fedelissimi, che accettano senza riserve le sue affermazioni, anche le più controverse. In questo contesto, un secondo mandato di Trump potrebbe essere ben diverso dal primo: con l’intero partito a suo favore, il potere del presidente diventerebbe pressoché incontrollato. Progetti come il “Progetto 2025” della Heritage Foundation sono indicativi di questa tendenza, poiché mirano a ridurre il potere delle agenzie federali e ad accrescere l’autorità del presidente.
Rischi per la politica estera e l’ordine mondiale
In ambito internazionale, un ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe significare l’abbandono di alleanze storiche come la NATO e una politica estera ancora più isolazionista. Durante il suo primo mandato, Trump ha mostrato disinteresse per gli impegni multilaterali e ha minimizzato l’importanza della cooperazione internazionale in ambiti cruciali come il cambiamento climatico. In un secondo mandato, potrebbe essere libero di abbandonare l’Ucraina, isolare gli Stati Uniti sullo scenario mondiale e alimentare l’estrema destra in Europa, destabilizzando ulteriormente un mondo già in bilico.
Le radici autoritarie del fenomeno Trump
Osservatori e storici come John Kelly, Timothy Snyder e Anne Applebaum hanno definito Trump un leader con caratteristiche autoritarie e fasciste. La sua retorica incita al risentimento, mentre l’eroicizzazione di sé stesso lo pone come difensore di un gruppo definito contro nemici immaginari. Questo tipo di leadership, oltre a essere divisiva, rappresenta un rischio per la stabilità democratica. Come osserva Snyder, il fascismo si basa su una grande menzogna e sulla trasformazione della politica in un culto di personalità, caratteristiche che Trump ha ampiamente manifestato.
Il futuro della democrazia e il ruolo degli Stati Uniti
Un secondo mandato di Trump minaccerebbe non solo la democrazia americana, ma anche quella globale. Gli Stati Uniti sono stati un modello di democrazia per il mondo intero, e il loro declino verso l’autoritarismo darebbe un segnale negativo ai movimenti populisti e illiberali. Una rielezione di Trump rappresenterebbe la caduta di uno dei principali bastioni della democrazia liberale, rafforzando i leader autoritari in Europa e altrove.
Un bivio epocale
L’America si trova a un bivio: la rielezione di Trump potrebbe segnare un cambiamento epocale, trasformando gli Stati Uniti in un modello di leadership autoritaria e insostenibile. Questo scenario rappresenterebbe una minaccia per i principi democratici che hanno storicamente guidato la politica americana e minerebbe la credibilità degli Stati Uniti come promotori di un ordine mondiale basato sulla democrazia e sulla legalità. Il futuro della democrazia globale potrebbe dipendere dalla scelta che l’America farà.
ormai è realtà il secondo mandato. Ho visto che avete scritto un altro editoriale con la firma di un italiano, però.