«Una politica veramente al servizio dell’uomo non può lasciarsi dettar legge dalla finanza e dai meccanismi di mercato. No. La solidarietà, oltre che virtù morale, è esigenza di giustizia, che richiede di correggere le distorsioni e purificare le intenzioni dei sistemi iniqui, anche attraverso radicali cambiamenti di prospettiva nella condivisione di sfide e risorse tra gli uomini e tra i popoli». 

Lo ha detto il 10 gennaio 2024 Papa Francesco nel corso di un incontro con la delegazione del gruppo “Transversal Dialogue Project” (DIALOP).

DIALOP è un progetto di dialogo tra socialisti-marxisti e cristiani, che coinvolge intellettuali, accademici, politici, attivisti e studenti provenienti da diversi Paesi europei. Il gruppo è nato dopo una conversazione, avvenuta il 18 settembre 2014, tra Papa Francesco, alcuni attivisti politici socialisti-marxisti e Franz Kronreif del Movimento dei Focolari.

Erano presenti all’incontro del 10 gennaio, svoltosi nell’Auletta dell’Aula Paolo VI in Vaticano, lo stesso Franz Kronreif e Walter Baier, attuale presidente della Sinistra europea. I due hanno spiegato al Papa che è in corso di elaborazione un programma politico europeo sulla base dell’insegnamento sociale della Chiesa cattolica. Un programma che guarda con attenzione alla giustizia sociale, all’accoglienza e inclusione degli immigrati, alla questione ambientale e al raggiungimento della pace fraterna.

Papa Francesco ha invitato i presenti a «non perdere la capacità di sognare» e ha citato le parole di uno scrittore latinoamericano: gli uomini hanno due occhi, uno di carne e l’altro di vetro; col primo vedono ciò che guardano, con l’altro vedono ciò che sognano…

In un mondo diviso da guerre e polarizzazioni – ha affermato Francesco – corriamo il rischio di perdere la capacità di sognare. Ma non dobbiamo arrenderci, non dobbiamo tirarci indietro. Da qui l’invito rivolto ai presenti: «Non smettete di sognare un mondo migliore».

Guardando alla storia dell’umanità, il Santo Padre ha sottolineato che, nel corso dei secoli, i grandi sogni di libertà, di uguaglianza, di dignità e di fraternità sono stati lo specchio del sogno di Dio, ed hanno generato svolte e progressi.

Per questo motivo ha raccomandato ai presenti di avere «il coraggio di rompere gli schemi», sostenendo «l’attenzione ai deboli e la promozione della legalità».

Di fronte ai conflitti e alle divisioni che affliggono il mondo, Francesco ha ribadito l’invito a non perdere di vista ciò che ancora si può fare per invertire la rotta: «Contro gli approcci rigidi che separano, bisogna coltivare con cuore aperto il confronto e l’ascolto, non escludendo nessuno, a livello politico, sociale e religioso, perché il contributo di ciascuno possa, nella sua concreta peculiarità, essere accolto positivamente nei processi di cambiamento cui è legato il nostro futuro».

Il Papa ha ribadito che «la misura di una civiltà si vede da come vengono trattati i più vulnerabili», ed ha esortato a rilanciare una nuova «attenzione ai deboli», ricordando che le peggiori dittature, come il nazismo, scartavano i vulnerabili e uccidevano i poveri, i disoccupati, i senzatetto, gli immigrati, gli sfruttati e tutti coloro che la cultura dello scarto trasforma in rifiuti.

Di fronte a tali orrori, il Papa ha fatto appello ai “poeti sociali”, cioè a coloro che si impegnano per costruire un mondo migliore con creatività, umanità e poesia.

Secondo Francesco, la creatività deve essere posta al servizio della società, perché quest’ultima possa essere più umana e fraterna. La poesia e la creatività sono i fondamenti per continuare a sognare.

Un’altra condizione per costruire un mondo migliore – ha continuato il Pontefice – è la legalità, che si traduce nell’impegno a contrastare le piaga della corruzione, dell’illegalità e degli abusi di potere. 

«Solo nell’onestà, infatti, si possono instaurare relazioni sane e si può cooperare con fiducia ed efficacia alla costruzione di un avvenire migliore».

Augurando saggezza e coraggio per un mondo più giusto e pacifico, Papa Francesco ha invitato i presenti a non avere paura del dialogo: «Il Vangelo di Gesù Cristo – ha concluso – possa sempre ispirare e illuminare la vostra ricerca e le vostre azioni».

In un’intervista concessa a “Vatican News”, Franz Kronreif ha raccontato che, alla fine dell’incontro, tutti i partecipanti erano entusiasti delle parole del Papa. E si sono sentiti rafforzati nel loro impegno volto a perseguire un’etica sociale trasversale, capace di mettere a confronto e cercare le concordanze tra l’insegnamento sociale della Chiesa e la critica sociale neomarxista.

Antonio Gaspari 

Direttore Orbisphera